Il giorno arrivò lentamente
F98-J86
South winds jostle them - Bumblebees come - Hover - hesitate - Drink, and are gone -Butterflies pause On their passage Cashmere - I - softly plucking, Present them here! |
|
I venti del sud li spingono - I bombi arrivano - Volteggiano - esitanti - Bevono, e se ne vanno -Le farfalle sostano Nel loro passaggio di Cachemire - Io - strappando dolcemente, Qui li offro! |
Versi che accompagnavano l'invio di fiori. Il "their passage" del sesto verso può leggersi riferito alle farfalle (sostano durante il loro soffice passaggio) o ai fiori (le farfalle sostano nel soffice passaggio creato dai fiori sbocciati). Nel penultimo verso l'uso di "to pluck" ("To pull with sudden force or effort") è in evidente contrasto con "softly", come se ED avesse voluto sottolineare la dolcezza e insieme la crudeltà del dono di fiori strappati alla loro dimora naturale. Una crudeltà che tocca soltanto noi umani, visto che i bombi si limitano a berne il nettare e le farfalle a usarli come morbidi giacigli.
|
F195-J690
Victory comes late - And is held low to freezing lips - Too rapt with frost To take it - How sweet it would have tasted - Just a Drop - Was God so economical? His Table's spread too high for Us - Unless We dine on Tiptoe - Crumbs - fit such little mouths - Cherries - suit Robins - The Eagle's Golden Breakfast strangles - Them - God keep His Oath to Sparrows - Who of little Love - know how to starve - |
|
La vittoria arriva tardi - Ed è calata su labbra ghiacciate - Troppo assorte dal gelo Per coglierla - Come sarebbe stato dolce gustarla - Giusto una Goccia - Fu Dio così parsimonioso? La Sua Tavola è apparecchiata troppo in alto per Noi - A meno che non si pranzi sulle Punte - Le briciole - sono adatte a piccole bocche - Le ciliegie - vanno bene per i Pettirossi - La Dorata Colazione dell'Aquila - Li soffoca - Dio mantiene il Suo Giuramento ai Passeri - Che di un po' d'Amore - sanno come languire - |
I versi iniziano con un'amara constatazione: la vittoria (qui intesa come l'avverarsi dei nostri desideri) arriva sempre troppo tardi, quando ormai la morte ci ha reso insensibili al suo tocco (come sempre, molto bella l'immagine della vittoria che cala su labbra troppo fredde per accorgersi di lei). Ne sarebbe bastata una goccia, prima, per renderci felici. Con chi prendersela per la crudeltà della vita, se non con chi l'ha creata, questo Dio così parsimonioso che difficilmente apre i cordoni della borsa? È vero che apparentemente c'è per noi una tavola apparecchiata, ma il padrone di casa l'ha messa troppo in alto, le cose che ci piacciono, di cui abbiamo desiderio, sono là, ma sono appunto irraggiungibili. A meno che non si mangi in punta di piedi: così, forse, qualcosa riusciamo a gustare, ma è sempre troppo poco rispetto a quella tavola imbandita che ci attira da lontano. A noi, piccoli uomini dalle piccole bocche, sono riservate le briciole, come le ciliegie ai pettirossi. Ormai siamo talmente avvezzi ai frugali pasti riservatici che una colazione più ricca potrebbe solo soffocarci. Consoliamoci così: Dio ci fa soffrire la fame quaggiù, ma poi saprà ricompensarci. Ha promesso di darci l'immortalità e dovrà mantenere il suo giuramento dopo averci fatto languire così tanto!
|
F241-J215
What is - "Paradise" - Who live there - Are they "Farmers" - Do they "hoe" - Do they know that this is "Amherst" - And that I - am coming - too -Do they wear "new shoes" - in "Eden" - Is it always pleasant - there - Wont they scold us - when we're hungry - Or tell God - how cross we are - You are sure there's such a person As "a Father" - in the sky - So if I get lost - there - ever - Or do what the Nurse calls "die" - I shant walk the "Jasper" - barefoot - Ransomed folks - wont laugh at me - Maybe - "Eden" a'nt so lonesome As New England used to be! |
|
Com'è - il "Paradiso" - Chi ci vive - Sono "Contadini" - "Zappano" - Sanno che questa è "Amherst" - E che - anch'io - sto arrivando -Calzano "scarpe nuove" - nell'"Eden" - È sempre ameno - là - Non ci rimprovereranno - di avere fame - O diranno a Dio - quanto siamo imbronciati - Siamo sicuri che c'è qualcuno Come "un Padre" - in cielo - Così se mai - là - dovessi perdermi - O accadesse quello che la Balia chiama "morire" - Non dovrò camminare sul "Diaspro" - a piedi nudi - I redenti - non rideranno di me - Forse - "l'Eden" non sarà così solitario Come lo era il New England! |
L'aldilà visto con gli occhi infantili di chi fa continuamente domande, di chi non sa immaginare un mondo "altro", ma soltanto qualcosa che non può non assomigliare a ciò che ci è familiare, altrimenti, un volta arrivati, ci troveremmo a vagare come estranei in un mondo sconosciuto, soggetti ai rimproveri e alle derisioni di chi ne è esperto; una sorta di prolungamento, o riedizione, del nostro essere bambini e, insieme, la speranza che là ci sia un padre pronto ad accoglierci e ad accompagnarci nel nostro viaggio di scoperta. Questa visione così legata al mondo vissuto tutti i giorni è accentuata dalla citazione diretta dei luoghi di ED, una Amherst e un New England che vorremmo portare con noi, ma dei quali sappiamo vedere anche le imperfezioni, che speriamo siano corrette in quel misterioso Eden che ci aspetta. Nel manoscritto c'è una variante al verso 9: "homesick" ("nostalgici") al posto di "hungry". In entrambi i casi il possibile rimprovero è rivolto a desideri e sentimenti molto terreni: il cibo, la nostalgia di casa. Potrebbe però anche trattarsi di un'aggiunta, visto che "homesick" è scritto (con un tratto diverso che fa pensare a un'aggiunta successiva) subito dopo la lineetta che segue "hungry", come se ED avesse voluto rafforzare l'idea che chi intraprende l'ultimo viaggio porta comunque con sé la propria individualità mortale.
|
F572-J304
The Day came slow - till Five o'clock - Then sprang before the Hills Like Hindered Rubies - or the Light A Sudden Musket - spills -The Purple could not keep the East - The Sunrise shook abroad Like Breadths of Topaz - packed a Night - The Lady just unrolled - The Happy Winds - their Timbrels took - The Birds - in docile Rows Arranged themselves around their Prince The Wind - is Prince of Those - The Orchard sparkled like a Jew - How mighty 'twas - to be A Guest in this stupendous place - The Parlor - of the Day - |
|
Il giorno arrivò lentamente - fino alle Cinque - Poi spuntò davanti alle Colline Come Rubini celati - o la Luce Che spande Improvvisa - un Moschetto -La Porpora non riuscì a trattenere l'Oriente - L'Alba si gettò tutt'intorno Come Pezze di Topazio - avvolte di Notte - Che una Dama ha appena srotolato - I Venti Felici - presero i loro Tamburelli - Gli Uccelli - in docili File Si disposero intorno al loro Principe Il Vento - di Costoro è il Principe - Il Frutteto luccicò come un Ebreo - Com'era grandioso - essere Un Ospite in questo posto stupendo - Il Salotto - del Giorno - |
Lo spuntare dell'alba dipinto come una sontuosa esplosione di luce e di vita, uno spettacolo a cui siamo invitati ogni giorno e la cui grandiosa bellezza non finisce mai di stupircici. Nel primo verso dell'ultima strofa c'è probabilmente un riferimento alle ricchezze comunemente attribuite agli ebrei (vedi, p.es., lo Shylock shakespeariano).
|
F607-J635
I think the longest Hour of all Is when the Cars have come - And we are waiting for the Coach - It seems as though the Time -Indignant - that the Joy was come - Did block the Gilded Hands - And would not let the Seconds by - But slowest instant - ends - The Pendulum begins to count - Like little Scholars - loud - The steps grow thicker - in the Hall - The Heart begins to crowd - Then I - my timid service done - Tho' service 'twas, of Love - Take up my little Violin - And further North - remove - |
|
Credo che l'Ora più lunga di tutte Sia quando le Vetture sono arrivate - E noi siamo in attesa della Carrozza - Sembra come se il Tempo -Offeso - che la Gioia sia arrivata - Blocchi le Lancette Dorate - E non lasci passare i Secondi - Ma l'istante più lento - si conclude - Il Pendolo comincia a contare - Come i piccoli Scolari - a voce alta - I passi si fanno più fitti - nell'Atrio - Il Cuore comincia a premere - Allora io - compiuto il mio timido servizio - Sebbene un servizio sia, d'Amore - Prendo il mio piccolo Violino - E più a Nord - mi ritiro - |
Probabile che qui ED abbia preso lo spunto dai momenti in cui in casa si attendeva l'arrivo del padre, spesso fuori per ragioni politiche o di lavoro. Quei momenti che sembravano così lenti, da quando si sapeva che il treno era arrivato al momento dell'arrivo della carrozza, dei passi nell'atrio, dei saluti. E qui, negli ultimi due versi, emerge la timida, ritrosa, solitaria Emily, che mette tanto amore in quei saluti, ma subito si rifugia di sopra (più a Nord) col suo piccolo violino, con la voglia di suonare lo strumento dal quale sapeva trarre melodie poetiche così belle.
|
F983-J1035
Bee! I'm expecting you! Was saying Yesterday To Somebody you know That you were due -The Frogs got Home last Week - Are settled, and at work - Birds mostly back - The Clover warm and thick - You'll get my Letter by The Seventeenth; Reply Or better, be with me - Your's, Fly. |
|
Ape! Ti sto aspettando! Stavo dicendo Ieri A Qualcuno che conosci Che eri in arrivo -Le Rane sono a Casa da una Settimana - Sistemate, e al lavoro - Gli Uccelli in gran parte tornati - Il Trifoglio caldo e folto - Riceverai questa mia entro Il Diciassette; Rispondi O meglio, sii da me - Tua, Mosca. |
La lettera della mosca all'ape diventa la descrizione del risveglio della natura e dell'impazienza di chi vuole goderla senza indugio.
|
F1320-J1320
Dear March - Come in - How glad I am - I hoped for you before - Put down your Hat - You must have walked - How out of Breath you are - Dear March, how are you, and the Rest - Did you leave Nature well - Oh March, Come right up the stairs with me - I have so much to tell -I got your Letter, and the Birds - The Maples never knew that you were coming - I declare - how Red their Faces grew - But March, forgive me - All those Hills you left for me to Hue - There was no Purple suitable - You took it all with you - Who knocks? That April - Lock the Door - I will not be pursued - He stayed away a Year to call When I am occupied - But trifles look so trivial As soon as you have come That Blame is just as dear as Praise And Praise as mere as Blame - |
|
Caro Marzo - Entra - Come sono felice - Ti aspettavo da tanto - Posa il Cappello - Devi aver camminato - Come sei Affannato - Caro Marzo, come stai tu, e gli Altri - Hai lasciato bene la Natura - Oh Marzo, Vieni di sopra con me - Ho così tanto da raccontare -Ho avuto la tua Lettera, e gli Uccelli - Gli Aceri non sapevano che tu stessi arrivando - L'ho annunciato - come sono diventati Rossi - Però Marzo, perdonami - Tutte quelle Colline che mi lasciasti da Colorare - Non c'era Porpora appropriata - L'hai portata tutta con te - Chi bussa? Ecco Aprile - Chiudi la Porta - Non voglio essere incalzata - È stato via un Anno per venire Ora che sono occupata - Ma le inezie sembrano così banali Non appena arrivi tu Che il Biasimo è caro come la Lode E la Lode effimera come il Biasimo - |
Marzo diventa un gradito ospite, col quale fare quattro chiacchiere circa la primavera che sta arrivando. Il tono colloquiale è accentuato dalla libertà della metrica e della suddivisione in strofe, che diventa rappresentazione formale della libertà di un colloquio improvvisato. Gli ultimi due versi, uniti ai precedenti dal pronome relativo iniziale ma isolati in una strofa a parte, sembrano una sorta di morale finale: "quando arriva la primavera lasciate tutto da parte e godetevela".
|
F1714-J1669
In snow thou comest Thou shalt go with the resuming ground The sweet derision of the crow And Glee's advancing soundIn fear thou comest Thou shalt go at such a gait of joy That man anew embark to live Upon the depth of thee - |
|
Nella neve tu arrivi Te ne andrai con la terra che ricomincia La dolce derisione del corvo E l'avanzante suono della LetiziaNella paura tu arrivi Te ne andrai con una tale andatura di gioia Che gli uomini s'imbarcheranno da capo nella vita Sulla tua profondità - |
L'inverno arriva con la neve, con la paura del freddo e del buio, ma è un arrivo che ha già in sé il proprio andarsene, quel ritorno della gioia estiva e del rinascere della vita la cui certezza ci aiuta a superare i rigori del gelo. Ho tradotto letteralmente gli ultimi due versi per mantenere la relazione "marina" fra "imbarcarsi" (che, come in italiano, significa anche "essere coinvolti, intraprendere") e "profondità"; come se l'inverno si trasformasse in un mare profondo, e pur sempre presente nei ciclici ritorni naturali, sulla cui superficie navigare nei caldi climi estivi.
|
Le poesie di Emily Dickinson non hanno un titolo, a parte rarissime eccezioni. I numeri che le precedono si riferiscono alla numerazione attribuita nelle due edizioni critiche, curate rispettivamente da Thomas H. Johnson nel 1955 ("J") e da R. W. Franklin nel 1998 ("F").
ierolli@hotmail.com
www.emilydickinson.it
|
|