FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 60
marzo 2022

Luna

 

LA LUCE E NIENT’ALTRO
Sulla poesia di Sigfredo Ariel

di Carolina Mauriello



Il poeta cubano Sigfredo Ariel (Santa Clara, 1962 - La Habana, 2020), insieme ad altri importanti nomi latinoamericani, ha messo in discussione alcuni aspetti della storia letteraria di questo continente recuperando, attraverso la poesia, un universo di valori che la semplificazione dell’arte aveva generato a causa dell’ideologia istituzionalizzata negli anni Settanta. Grazie a questa operazione è stata riconquistata l’elaborazione metaforica del linguaggio che, nel suo specifico caso, non implica però una sostituzione assoluta della trasparenza del colloquialismo.

Le poesie di seguito presentate provengono dall’antologia La luz, bróder, la luz (2009, 2^ ediz. 2012), dove è possibile ritrovare un vasto universo di temi e di relazioni e in cui non mancano problemi filosofico-esistenziali e riflessioni profonde sulla vita, la realtà e la cultura nazionale cubana.
Da un lato le poesie si presentano come una cronaca vicina all’oggettività, ma dall’altro la versatilità del simbolismo fissa il tempo o la memoria di una soggettività collettiva. L’antologia presenta poesie caratterizzate da una struttura compositiva solida e da un’estetica preponderante che ci restituiscono una poesia ricca di immagini. Quella di Sigfredo Ariel è una poetica estremamente elaborata e con un’acuta capacità gnoseologica, data la sua esperienza artistica in diversi ambiti, che si fonde e costruisce un’opera particolare, grazie alla quale è oggi considerato uno dei migliori poeti della sua generazione.




POESIE DI SIGFREDO ARIEL
da La luz, bróder, la luz
2009, 2^ ediz. 2012


LA LUZ, BRÓDER, LA LUZ

Mirar caer la nieve en la oficina de registro
cuando uno es la señal como un pañuelo, un sauce
que huele a mar del trópico, un animal aislado.

Pudiera caer ahora mismo la nieve sobre los edificios
en copos graves y pudiera morirme
si me viera en una cerrazón que tumba la cabeza
hasta las manos de los padres
que esperan sentados en un parque
y que no saben nada.

Un hombre quitaría con una vieja pala esta ceniza.
Vagamente regresa a aquel lugar
donde llovía detrás de la cabeza
cuando tuvo otro nombre y una cicatriz en la barbilla
y era hipócrita y humano
como un pobre diablo.

Bebía en los circos de ocasión
y tenía el bolsillo repleto de llaves inservibles
y un temor absoluto de la soledad.

Seré yo mismo acaso si fuera tenedor de libros
o fuera neerlandés y conociera la magia
o si en el extremo de mi vida la nostalgia
me pasmara las manos sobre el hielo.

Job pudo reposar sobre este caracol marino
y las sabanas pudieran estar llenas de alfalfas
o de termas brillantes o de casas de troncos.

Quiénes seríamos entonces / calle abajo
acaso compraríamos el periódico de la mañana
cayéndonos de sueño
y las mandarinas y el pan dulce.

Estos años románticos los querrán los hijos de los hijos
y buscarán la letra en el registro, nuestros discos
los papeles sucios.

Voy a morir sin ver la nieve
qué hubiéramos adelantado bajo la nieve harinosa
esa pequeña aventura de nuestra luz:
el paso de un astro, la carrera de una estrella.

Estos días van a ser imaginados
por los dioses y los adolescentes
que pedirán estos días para ellos.

Y se borrarán los nombres y las fechas
y nuestros desatinos
y quedará la luz, bróder, la luz
y no otra cosa.


LA LUCE, BRÓDER, LA LUCE

Guardare la neve cadere sull’ufficio del registro
quando uno è il segnale come un fazzoletto, un salice
che profuma di mare tropicale, un animale solitario.

Potesse cadere proprio adesso la neve sui palazzi
in grandi fiocchi e potessi morire
al vedermi in un’oscurità che taglia la testa
e le mani dei genitori
che aspettano seduti in un parco
e che non sanno niente.

Un uomo toglierebbe con una vecchia pala questa cenere.
Confusamente torna in quel luogo
dove pioveva dietro la testa
quando aveva un altro nome e una cicatrice sul mento
ed era ipocrita e umano
come un povero diavolo.

Beveva nei circhi erranti
e aveva la tasca stracolma di chiavi inutili
e una paura assoluta della solitudine.

Forse sarei me stesso se fossi un ragioniere
o se fossi olandese e conoscessi la magia
o se alla fine della mia vita la nostalgia
mi gelasse le mani sul ghiaccio.

Giobbe è riuscito riposare su questa conchiglia
e le lenzuola potrebbero essere piene di erba medica,
o di sorgenti luccicanti o di case di tronchi.

Chi saremmo quindi / per strada
forse compreremmo il giornale del mattino
morendo dal sonno
e i mandarini e il pan dulce.

Questi anni romantici li ameranno i figli dei figli
e cercheranno la grafia sul registro, i nostri dischi
i documenti sporchi.

Morirò senza vedere la neve
che avremmo anticipato sotto la neve farinosa
questa piccola avventura della nostra luce:
il passaggio di un astro, la scia di una stella.

Questi giorni saranno immaginati
dagli dèi e dagli adolescenti
che chiederanno questi giorni per loro.

E si cancelleranno i nomi e le date
e le nostre stupidaggini
e resterà la luce, bróder, la luce
e nient’altro.


NUESTROS LARES LUMINOSOS

Oigo los mismos discos un año y otro año
debajo del agua cruzo el parque
voy y regreso a la frontera
y hago amigos en el tren, después de todo.

En el bar de la marinería
respiro el vaho de los fumadores.
Estoy contigo en el fondo de las jarras
en el sucio tragaluz lleno de humo
te abrazo como un soldado.

Tengo un hermano en las cisternas marinas
hinco mi caballo, doy el tumbo de seguir
buscando sitio.

Más allá se aduermen los enamorados
con los dedos tejidos, más allá ladran los perros
y después está alzándose mi casa.

Entro a tus ojos, doy el tumbo honrado,
oigo los mismos discos, creo en el misterio
de los puentes, en el día que va a caer mañana.

Duermo en cualquier cielo del país
después he visto amanecer mil veces.

Mi madre ponía al fuego el hielo del arroz
eran las once, el aceite chirriaba.

A esa hora mi padre regresaba de la imprenta.


I NOSTRI LARI LUMINOSI

Ascolto gli stessi dischi anno dopo anno
attraverso il parco sotto l’acqua
vado e torno dalla frontiera
faccio amicizia in treno, dopotutto.

Al bar della marina
respiro il vapore dei fumatori.
Sono con te sul fondo dei bicchieri
nel sudicio lucernario pieno di fumo
ti abbraccio come un soldato.

Ho un fratello alle cisterne marine
inginocchio il mio cavallo, brancolo
cercando il posto.

Più in là dormono gli innamorati
con le dita intrecciate, più in là latrano i cani
e poi s’innalza casa mia.

Entro nei tuoi occhi, inciampo onorato,
ascolto gli stessi dischi, credo nel mistero
dei ponti, nel giorno che viene domani.

Dormo in ogni cielo del paese
poi ho visto l’alba mille volte.

Mia madre metteva sul fuoco il hielo de arroz
erano le undici, l’olio strideva.

A quell’ora mio padre tornava dalla tipografia.


AHORA MISMO UN PUENTE

Yo he tenido buena suerte, he visto
mi rostro entre manos bellísimas, tengo los huesos fuertes
y mi silencio huele a hojas movidas y a lumbre
y a secreto.

Que me soportes el peso, que respires.
Nada me importa más que este minuto
abriéndose y cerrándose como párpado.

Este grano de arroz puede ser toda la tierra,
que me soportes el peso, que respires.

Mañana mismo podremos ser el polvo de la bomba
y ahora mismo no encontrar un pobre sitio
donde tenernos y curar las melladuras.

Me sé esta noche y su manantial bajo los pies
que tuvimos sobre nada: que me soportes
el peso, que respires.

En cada cruce del camino hay un pequeño puente
adelantándose entre el oscuro caer y el fiero sostenerse.
Bajo toda la luna nueva otro arqueado camino,
otra ceguera del tacto y de los ojos.

En dos puentes, cegados por la luna
estaremos siempre descifrando
nombres antiguos de amantes
sobre una gran pared
mitad podrida, mitad blanca.


OGGI STESSO UN PONTE

Io sono stato fortunato, ho visto
il mio viso tra mani bellissime, ho le ossa forti
e il mio silenzio odora di foglie in movimento, di focolare
e di segreto.

Sostieni il mio peso, respira
Niente m’importa più di questo minuto
che si apre e si chiude come una palpebra.

Questo chicco di riso può essere tutta la terra,
sostieni il mio peso, respira.

Domani stesso potremmo essere la polvere della bomba
e oggi stesso non trovare un misero posto
per tenerci e curare le ammaccature.

Conosco questa notte e la sua sorgente sotto i piedi
che poggiavamo sul nulla: sostieni
il mio peso, respira.

Ad ogni incrocio della strada c’è un piccolo ponte
che si avvicina tra l’oscuro cadere e il brutale sostenersi.
Sotto ogni luna nuova un’altra strada incurvata,
un’altra allucinazione del tatto e degli occhi.

Su due ponti, accecati dalla luna
decifreremo continuamente
gli antichi nomi degli amanti
su una gran parete
metà putrefatta, metà bianca.


DISCOS CUBANOS

Voy por Manrique bajo mazos de alambre
e ideogramas chinos que el agua va borrando.
Es marzo en el parque de los estudiantes
a veces huele al parque de Ranchuelo
a los bancos de madera frente a La Diana
cuando llovía sobre mí y sobre mi comida
y amaba a una mujer

Y vuelvo a oír delirio de mi alma
atravesando el barrio chino
entre los signos negros que quizás
ya no significan nada.


DISCHI CUBANI

Passo per calle Manrique sotto il fil di ferro
e gli ideogrammi cinesi che l’acqua cancella.
È marzo nel parco degli studenti
a volte odora di parco Ranchuelo
di panchine di legno di fronte a La Diana
quando pioveva su di me e sul mio pranzo
e amavo una donna

E torno ad ascoltare delirio de mi alma
mentre attraverso il quartiere cinese
tra i segni neri che forse
ormai non significano niente.


PEQUEÑA CANCIÓN A LA HORA DE SALIR

Pero da satisfacción la miel de Paula
en mi cara cortada por un navajón
que se veía brillar cuando salí a la rueda:
vieron mi perfil, ahora cierren los ojos
traten de componer las piezas sueltas,
no tengo miedo de ninguno pero duermo mal
y tengo pocos conocidos.

En una sola noche me atajaron,
soy un triste bandolero de una tribu dispersa.
Si en un momento me abrazaron a la salida y mi teléfono
voló de mano en mano no fue por mi constancia
y honradez sino por una pobre equivocación,
un juego con los ojos cerrados.

Después de todo nuestra querida vedette
tiene diez hijos descuidados y escupe sangre
antes de salir al escenario / en el congreso
de naturalistas de Salzburgo me atendieron
mejor que en mi casa a la hora de comer.

Caigo como un relámpago sobre mi orquesta típica
duermo abrazado a Paula todo el mediodía
oyendo el Abbey Road / y no comprendo nada
sino frases menudas, frases sueltas,
frases sin ningún sentido.


PICCOLA CANZONE PRIMA DI USCIRE

Però mi dà piacere il miele di Paula
sulla mia faccia tagliata da un coltellaccio
che brillava quando mi sono messo al volante:
avete visto il mio profilo, ora chiudete gli occhi
cercate di comporre i pezzi sparsi,
non ho paura di nessuno ma dormo male
e ho pochi conoscenti.

In una sola notte mi hanno assalito,
sono un triste fuorilegge di una tribù sparpagliata.
Se inizialmente mi hanno abbracciato all’uscita e il mio telefono
è volato di mano in mano non è stato per mia fermezza
ed onestà ma per un misero equivoco,
un gioco ad occhi chiusi.

Dopotutto la nostra amata soubrette
ha dieci figli abbandonati e sputa sangue
prima di andare in scena / al congresso
dei naturalisti di Salisburgo mi hanno accolto
meglio che a casa mia all’ora di pranzo.

Cado come un fulmine sulla mia orchestra tipica
dormo abbracciato a Paula fino a mezzogiorno
ascoltando Abbey Road / e non capisco niente
se non piccole frasi, frasi sciolte,
frasi senza senso.


Y LLEVAR ESTA FLACA MEMORIA

Someone to Watch Over Me

Y llevar esta flaca memoria
a las casas atestadas, a las fondas donde nadie
te mira –Nueva Asia, La Muralla– quien siente miedo
de sentarse allí a esperar a alguien que ni siquiera
es real, que ni siquiera es.

Y en la superchería de los cines y en el ajedrez
de las calles sin tráfico uno no es otro / uno no es otro
con su pantera sorda para la música
y con su intermitencia.

Ante la mesa los cubiertos ordenados frente a uno
y las aspas mecánicas chirriando / uno no es otro
en los muelles, entre los árboles ni en el sitio
donde aquel enemigo personal hierve
sus viandas debajo de su noche pendenciera.

Recuerdo que era dulce quien yo era debajo de la oscura
de la escasa lámpara / pero uno desvaría a la hora
de tener un solo árbol,
un solo hijo en medio de los elementos
y a la hora de la reparación
y el agua recogida
uno se tumba a dormir y piensa en uno.

Yo regresaba de la isla, tú velabas
todo el tiempo sobre mí pues era dulce
entonces quien o era, en general.

Componiendo aquel dibujo: allá los platos colgados,
la puerta que aletea, la cocina negra donde te fragmentabas

/ y uno yendo a buscar tu boca como un ciego
y uno yendo sin moverse del rincón donde el sonido
no circula, donde el sonido
es hueco.


E PORTARE QUESTO MAGRO RICORDO

Someone to Watch Over Me

E portare questo magro ricordo
nelle case affollate, nelle locande dove nessuno
ti guarda – Nueva Asia, La Muralla – chi ha paura
di sedersi lì ad aspettare qualcuno che neppure
è reale, che neppure è.

E nell’inganno dei cinema e nella scacchiera
delle strade senza traffico uno non è l’altro / uno non è l’altro
con la sua audacia sorda per la musica
e con la sua intermittenza.

Dinanzi al tavolo i coperti ordinati dirimpetto
e le pale meccaniche che cigolano / uno non è l’altro
sui moli, tra gli alberi né sul luogo
dove quel nemico personale cuoce
le sue vivande sotto la sua notte rissosa.

Ricordo che era dolce quello che ero sotto l’oscurità
della debole lampada / ma si vaneggia quando si tratta
di avere un solo albero,
un solo figlio in mezzo agli elementi
e al momento della riparazione
e dell’acqua raccolta
si crolla addormentati e si pensa a sé.

Io tornavo dall’isola, tu vegliavi
tutto il tempo su di me ebbene era dolce
allora quel che ero, in generale.

Facendo quel disegno: là i piatti appesi,
la porta che sbatteva, la cucina nera dove ti frammentavi

/ e cercavo la tua bocca come un cieco
e andavo senza muovermi dall’angolo dove il suono
non circola, dove il suono
è vuoto.


Traduzione dallo spagnolo di Carolina Mauriello




Sigfredo Ariel
è nato a Santa Clara (Cuba) nel 1962 ed è morto a L’Avana nel 2020.
Nel corso della sua carriera ha lavorato nel mondo del cinema e della radio, si è occupato di musica producendo dei dischi di musica tradizionale e popolare cubana, ma è particolarmente famoso nel resto del mondo per le sue poesie che, attraverso un lavoro ampio e riconosciuto, hanno lasciato in eredità alla letteratura cubana una delle poetiche più notevoli dell’epoca contemporanea. Per tale ragione, sono state tradotte in diverse lingue e appaiono in alcune antologie di poesia cubana contemporanea, grazie alle quali ha ricevuto diversi premi tra cui il Premio David per la raccolta Algunos pocos conocidos (1986); il Premio de Poesía indetto dalla Gaceta de Cuba (1996); il Premio UNEAC de Poesía “Julián del Casal” per Hotel Central (1997) e Born in Santa Clara (2005), il Premio Nacional de la Crítica (2002-2006) e il Premio Nacional de Poesía “Nicolás Guillén” per Manos de Obra (2002).
Ha ottenuto premi anche per le sue sceneggiature, come ad esempio quello ricevuto durante il XVIII Festival de Cine de La Habana nel 1997 (Premio de Guión Inédito), e in veste di discografico, (Premio Cubadisco por notas discograficas).
La luz, bróder, la luz è stato pubblicato a Cuba nel 2009 e in una seconda edizione nel 2012.


carolina.mauriello@hotmail.it