FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 60
marzo 2022

Luna

 

MISTICA DEL TABERNARIO
Sulla poesia di Raúl Vallejo

di Giulia Avalle



La selezione di poesie che presentiamo appartengono a Procreación de identidades, sezione dell’opera Mistica del tabernario [Mística del tabernario, Colombia 2015] dell’autore ecuadoriano Raúl Vallejo (1959). Il libro ha vinto il Premio Lezama Lima nel 2017, diventando così una delle opere fondamentali della letteratura latinoamericana degli ultimi anni. La traduzione dell’opera è frutto del lavoro condotto in ambito universitario al fianco del Prof. Tedeschi che mi ha dato la possibilità di tradurre questo autore intenso e poliedrico.

Mistica del tabernario è un’opera forte e composita che raccoglie una poesia colloquiale, umana, appassionata e reale in cui la voce poetica si moltiplica per dare spazio ad altre voci che provano a spogliarsi delle loro maschere. Nonostante la brevità di alcune poesie la potenza della scrittura di Vallejo si fa evidente nelle scelte lessicali che creano, davanti agli occhi del lettore, una concatenazione immaginale che lo stesso Vallejo descrive all’interno dei suoi testi. Mistica del tabernario viene concepita come una raccolta in cui si intrecciano diverse storie, ricordi ed esperienze restituendo una profonda riflessione sui conflitti etici ed estetici del mondo postmoderno in un prezioso dialogo con l’opera Taberna y otros lugares di Roque Dalton.

Mistica del tabernario inserisce di diritto Raúl Vallejo nel panorama della poesia latinoamericana come una presenza imprescindibile e necessaria.




POESIE DI RAÚL VALLEJO
da Mística del tabernario (2015)


ANTES TUS OJOS DE GUEPARDO

¿Cuántos hombres he sido antes de ser el que te sonríe
el que mira tus ojos de guepardo con sus pupilas dilatadas?
Si descubrieras la giba que esconde mi traje
carnosidad secreta que acumula tanto fuego encendido
tanta leña convertida en brasa inextinguible
¿cuál de aquellos hombres preferirías que fuera hoy día?

Estoy hecho de retazos, de parches e hilachas
llevo el olvido adherido a mis huesos
llevo la memoria diluida en mi sangre.
Resucitado por la rugiente mirada que me descubre
sobreviviente de lo cotidiano sin heroísmo posible llevo
arena de la playa de mi pueblo en mis torpes zapatos de mundo.

Tú lo sabes mientras acaricias mi mejilla: si solo fuera
memoria existiría como espectro en volandas;
si, en cambio, solo fuera olvido sería sombra
que se desvanece como viento de verano. Mas soy
memoria y olvido y esta sonrisa mía bebe la prolongación
de vida que la pupila marihuana de tus ojos de guepardo le regalan.


DI FRONTE AI TUOI OCCHI DA GHEPARDO

Quanti uomini sono stato prima di essere quello che ti sorride
quello che osserva i tuoi occhi da ghepardo con le pupille dilatate?
Se scoprissi la gobba che nasconde il mio vestito
carnosità segreta che accumula tanto fuoco acceso
tanta legna trasformata in brace inestinguibile
quali di quegli uomini preferiresti che io fossi oggi giorno?

Sono fatto di frammenti, di toppe e sfilacci
porto l’oblio attaccato alle mie ossa
porto la memoria diluita nel sangue.
Resuscitato dallo sguardo ruggente che mi scopre
sopravvissuto al quotidiano senza eroismo possibile porto
sabbia della spiaggia del mio paese nelle mie goffe scarpe di mondo.

Tu lo sai mentre accarezzi la mia guancia: se solo fossi
memoria esisterei come uno spettro per aria;
se, invece, solo fossi oblio sarei ombra
che svanisce come vento d’estate. Ma sono
memoria e oblio e questo sorriso mio beve il prolungamento
di vita che la pupilla marijuana dei tuoi occhi da ghepardo gli regalano.


¿TE ACUERDAS, EN INGAPIRCA?

Muro de piedra antigua que se eleva delante de mí,
las junturas pegadas con dureza de vida;
entre ellas crece la hiedra
milenaria vegetación de lo perenne.
Contra las piedras me estrello, diminuto,
ignorante, cegado de luz, me desangro y porfío.

Soy transeúnte extraviado en las ruinas de la persistencia.
Toco con mis labios secos la humedad de tus puertas abiertas
y me enceguece la dolorosa y exultante maravilla del día pleno.

Todo es rumor de viento que envuelve
las ruinas de los que alguna vez se amaron.


TI RICORDI, A INGAPIRCA?

Muro di pietra antica che si alza di fronte a me,
le giunture attaccate con la durezza della vita;
tra di loro cresce l’edera
millenaria vegetazione dell’eterno.
Contro le pietre mi scaglio, piccolo,
ignorante, accecato dalla luce, mi dissanguo e insisto.

Sono un passante smarrito nelle rovine della persistenza.
Tocco con le mie labbra secche l’umidità delle tue porte aperte
e mi acceca la dolorosa ed esultante meraviglia del pieno giorno.

Tutto è rumore del vento che avvolge
le rovine di coloro che una volta si amarono.


RASTREADORES

La existencia tiene sentido cuando las calles de una ciudad
cualquiera se vuelven hogar, solo porque están humedecidas por
las huellas extrañas que fuimos -esa persona que no reconocemos,
pese a los espejos.
Así, nos convertimos en rastreadores de nuestras huellas desdibujadas,
la vida entera.


CERCATORI

L’esistenza ha senso quando le strade di una città
qualsiasi diventano casa, solo perché sono inumidite dalle
orme estranee che eravamo – quella persona che non riconosciamo,
nonostante gli specchi.
Così, diventiamo cercatori delle nostre orme sbiadite,
la vita intera.


DÍA DE LA MARCHA

Tus huellas en la ciudad
se bañan de asfalto y quedan
vibrando en el eco
de protestas que se apaga.
Tus huellas palpitan
en el vientre del que te lleva
como una calle asfixiada
por gases lacrimógenos.


IL GIORNO DELLA MARCIA

Le tue orme in città
si immergono nell’asfalto e restano
vibrando nell’eco
di proteste che si spegne.
Le tue orme palpitano
nel ventre di colui che ti porta
come una strada asfissiata
da gas lacrimogeni.


AUSENCIA

¿Qué es el recuerdo sino el recorrido de un cuerpo en la memoria
de otro cuerpo despojado de caricias? ¿Qué puedo hacer con tu
olvido si mis desvelos huelen a ti, que caminas durante las horas
atrancadas de esta ciudad que palpita?
Tu ausencia es un fantasma que llega y platica hasta el momento
en que tu mano me toca otra vez.


ASSENZA

Cos’è il ricordo se non il passaggio di un corpo nella memoria
di un altro corpo spogliato di carezze? Che cosa posso fare con il tuo
oblio se le mie notti insonni profumano di te, che cammini durante le ore
intasate di questa città palpitante?
La tua assenza è un fantasma che arriva e conversa fino a
quando la tua mano mi tocca un’altra volta.


MARIPOSA

Mira esa mariposa que vuela libre y admiras en sus colores, en
su plasticidad, en su trasparencia: ayer fue oruga que reptaba
por la tierra; mañana, crucificada con alfileres, será adorno de
coleccionista, o polvillo del camino que jamás se detiene.


FARFALLA

Guarda questa farfalla che vola libera e ammira nei suoi colori, nella
sua plasticità, nella sua trasparenza: ieri era bruco che strisciava
nella terra; domani, crocifissa con spille, sarà ornamento per
collezionisti, o pulviscolo della strada che non si ferma mai.


ÉL, ELLA

Ella era él en un cuerpo que no le pertencía.
Después, él fue ella en un cuerpo libre de etiquetas.
Ahora es ella y es él y su encanto es la corriente
de un río que fluye, que brama y arrasa escrúpolos.

Él, ella, procreación de identidades;
su ser es un estuario en el que desembocan
las almas que se liberan de la vergüenza de sus tumbas.


LUI, LEI

Lei era lui in un corpo che non le apparteneva.
Poi, lui fu lei in un corpo libero da etichette.
Ora è lei ed è lui e il suo fascino è la corrente
di un fiume che scorre, che brama e spazza via gli scrupoli.

Lui, lei, procreazione di identità;
il suo essere è un estuario in cui sfociano
le anime che si liberano della vergogna delle proprie tombe.


PERDIDA EN VILLA DE LEYVA

El frío de la tarde resbala por la montaña
y el sol andino besa la tierra reseca.
El viento desolado muerde mi rastro
y las piedras de la plaza ahogan mis huellas vanas.

En esta villa detenida en un tiempo colonial,
¿cómo la memoria resulta presencia dócil
de tu alma indómita en mi yo andante?

Vida, te pierdo en esta tristeza de frío.


SMARRITA IN VILLA DE LEYVA

Il freddo della sera scivola dalla montagna
e il sole andino bacia la terra arida.
Il vento desolato morde la mia traccia
e le pietre della piazza soffocano le mie orme vane.

In questa cittadina ferma al tempo coloniale,
In che modo la memoria risulta presenza docile
della tua anima indomita nel mio io errante?

Vita, ti perdo in questa tristezza di freddo.


DOS TAZAS DE CAFÉ SOBRE UNA MESA

Un café siempre es un pretexto para otro café
entre uno y otro la vida despierta
en las palabras medidas para cada taza.
En la borra del café primero leo enterrados
tantos lechos en los que soy olvido
despertares con el alma cercenada
cuerpos felices, yertos en la memoria.
Las tazas vacías sobre la mesa albergan
tanto costado desgarrado en cada derrota
confesiones paridas en primaveras dolientes.
Las tazas del segundo café aguardan
nuestras palabras ancladas en el fondo
de esa turbulencia secreta que nos asfixia.
Emergerán sabias, añejadas en tanta renuncia
dispuestas a la vida de otro café.


DUE TAZZE DI CAFFÈ SU UN TAVOLO

Un caffè è sempre un pretesto per un altro caffè
tra uno e l’altro la vita si risveglia
nelle parole misurate per ogni tazza.
Nei fondi del primo caffè leggo sepolti
tanti letti in cui sono oblio
risvegli con l’anima mozzata
corpi felici, irrigiditi nella memoria.
Le tazze vuote sul tavolo ospitano
tante costole spezzate in ogni sconfitta
confessioni partorite in primavere dolorose.
Le tazze del secondo caffè aspettano
le nostre parole ancorate nel fondo
di questa turbolenza segreta che ci asfissia.
Affioreranno sagge, invecchiate in tante rinunce
disposte alla vita di un altro caffè.


Traduzione dallo spagnolo di Giulia Avalle




Raúl Vallejo
Nasce a Manta, in Ecuador nel 1959. Dottore all’Università Pablo de Olavide di Siviglia, è un saggista, poeta nonché politico ecuadoriano per aver occupato la carica di Ministro dell’educazione, di ambasciatore dell’Ecuador in Colombia e di Ministro della cultura. Autore poliedrico, ha scritto vari libri di racconti tra cui Máscaras para un concierto (1986), Solo de palabras (1988), Fiesta de solitarios (1992, con il quale ha vinto il Premio 70 Años de Diario El Universo e il premio Joaquín Gallegos Lara per il miglior libro dell’anno), Huellas de amor eterno (1999, Premio Aurelio Espinosa Pólit) e Pubis equinoccial (2013, Premio Joaquín Gallegos Lara).
Ha pubblicato i romanzi Acoso textual (1999, Joaquín Gallegos Lara e il Premio nazionale del libro nel 2000), El alma en los labios (2003), Marilyn en el Caribe (2015, Premio de Novela Corta Pontificia Universidad Javeriana de Bogotá nel 2014) e El perpetuo exiliado (2016, Premio Internacional de novela Héctor Rojas Herazo).
Come poeta si distingue per le raccolte Cánticos para Oriana (2003), Crónica del mestizo (con cui ottiene il primo posto della VI Bienal de Poesía Ciudad de Cuenca nel 2007), Missa solemnis (2008) e Mística del tabernario (2015, Colombia, Premio di poesia José Lezama Lima nel 2017, conferitogli dalla Casa de las Américas, di Cuba; 2^ edizione 2017, Cuba; 3^ edizione 2018, Ecuador).
Fonda e dirige le riviste Kipus: revista andina de letras (1993 – 2015) e Pie de página. Revista literaria de creación y crítica (2018 – 2020).
Maggiori informazioni nel suo sito personale: RAÚL VALLEJO - escritor ecuatoriano


avallegiulia96@gmail.com