FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 59
novembre 2021

Rovine

 

IL SALDO DELL'ESTATE

di Giorgio Mobili



MALAMORE

Al male d’amore, chi ci crede più
mai fu chiara con me
quella voce doppia
quando il fumo dal tetto si alzò
per dire sì
ad orecchi chiusi...

Ordini al banco, dimostrando forse
che se pure vivremo
oltre quelle colonne
nulla di fatto in più o in meno, e senza mani
si continuerà a scavare
con i gomiti.

No, la prego, non si scomodi:
deploriamo il sentimento eccessivo.
Sbaragliamo ogni illusione tra noi
scordando che anche loro
non ritornano.


ROSSO DI SERA

Eri la “rossa” Mazzucchelli
splendente di zolla e fuliggine
la pelle di noi gatti borghesi
il tuo vello di Giàsone…
Ma quando ridevi di me, mi cedevi
un francobollo di terreno
per un’innata decenza, o il piacere
di complicare il tuo segreto.

Tira le briglie la sera
di fronte alla sosta del sedici
rendono l’anima gli uffici
ai ghirigori di nuvole
e non sentiamo più il polso, ammantati
dalla paralisi ottobrina:
a volte avverte così, l’ultimatum
che è giunta l’ora di tornare.

Restava un corno di muro
avanzo di antiche compagini
come qualcosa scagliato giù da Marte
e poi lasciato alle vipere...
E ora quando ridi di me, mi rammenti
la pozzanghera in cui
vanno a spegnersi i sogni, e il gran piacere
di tirare su le reti.


EL DORADO

Il sonno spezzato tra di noi
se lo inghiottono i palazzi di vetro
indifferenti al metro
e alle ragioni per cui
ci dissanguammo all’El Dorado Café…

Quante cose da farsi
e quel pulpito a pochi centimetri
dal giro di boa, ma stretto
sotto il neon imperturbabile il giorno
si richiudeva ancora prima di aprirsi…

Nel tempo che ci resta
scintilleranno altre opportunità
e viste dorate: ma ogni notte
il vento fischierà su quelle
abbandonate.


ADIÓS AMIGOS

Odio l’estate
cantava Bruno Martino
ma non ce la sentiamo di aspettare il bis
pur fiutando l’esclusiva, rimaniamo
giù al pianterreno. Splendidi
raschiamo il nero dalle fughe: a sognare
un’occasione ci si stanca.

Tutto corre al galoppo
per il verso sbagliato
e chi scagliò la prima pietra
ora palpeggia la bomba.
È la grande opportunità per chi sognava
gli sbirri fuori porta
e nuove transazioni sotto vetro.

Quest’estate
non cambiare, cantava
ma il lido è già deserto come a fine agosto
e costeggiando il muro abbiamo letto
adiós amigos, e poi nomi su nomi...
Non ci saranno sorprese:
a sognare un’occasione viene tardi.


CAMARGUE

Nessun domani emenda
le cose andate, ma
per una stravaganza
sfreghi il paltò e rivedi – la Camargue
(Pardon, je comprends pas...)

Oltre il nastro bianco della spiaggia
la cartapecora
del tempo che si sfaglia.

Si contraddice il mare: senza noi
non sopravviverà.


PRIMAVERA

Non c’è fede
in un suolo rubato alle acque
eppure al Bistrò
dove il sogno si attarda
resti a bere un goccio con me…

E sopra i caseggiati
senza fretta ancheggia la notte
fortunato chi
sotterrati i suoi conti sospetti potrà
nascondersi solo per poi
farsi trovare...

Sotto il becco aguzzo di amorini
si lasciano andare
a un merengue indiavolato:
chi disapprova
il tracollo negli abiti, sa
che è solo l’inizio, e in fondo
è già primavera.



gmobili@mail.fresnostate.edu