FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 58
luglio 2021

Amici & Avversari

 

TRA PASSATO E FUTURO
Su Teoria delle bambine di María Baranda

di Alice Carradori



María Baranda, autrice messicana che ha già dato prova delle proprie qualità nei libri precedenti, in Teoria delle bambine (2021, uscito in Spagna nel 2018 con Vaso Roto) riesce a convertire il tempo presente nel filo di sutura che ricuce insieme passato e futuro, obbligandoli a un incontro e a un confronto a tratti doloroso ma assolutamente sincero, scevro da ogni tabù e libero da qualunque forma di buonismo obbligato.
E lo fa con una scrittura sincopata, immaginifica e affilata come un vetro rotto, con uno stile a tratti ermetico e a tratti futurista, regalandoci il prezioso dono di una lettura meditativa, racchiusa in un tempo lento, che invita alla riflessione e si popola di immagini stridenti e visioni angoscianti che affiorano dalle pagine del libro per tendere la mano al lettore.

Il passato e il futuro si incontrano in un presente onirico avvolto in una nebbia densa che si fa a tratti sogno e a tratti allucinazione: animali e creature immaginari, pareti che si macchiano di sangue, grida, poemi e composizioni che sembrano troncati a metà ma che trovano il proprio continuum nella composizione successiva, metrica libera che non si obbliga a nessuna convenzione letteraria.
Ad accompagnarci in questo viaggio è una donna divisa tra il ruolo di figlia e quello di madre che, attraverso il rapporto con il padre e con le figlie, analizza tutte le contraddizioni, i sentimenti contrastanti e gli stati d’animo che la definiscono con lucidità e coraggio, senza mai mentire a sé stessa.

Teoria delle bambine: già dal titolo la Baranda prende nettamente posizione e si schiera al fianco di un’infanzia che, per quanto incomprensibile e dolorosa, oscura e inquietante, lontana dall’immagine idealizzata a cui siamo abituati ad associarla, è per l’autrice un territorio fragile e in continua trasformazione, che necessita di tutta la pietà e la protezione che l’età adulta riesce ad accordarle nell’impellente bisogno di un confronto tra le due parti.
Questa raccolta di composizioni rappresenta una lettura che sicuramente lascerà traccia di sé anche una volta conclusa e obbligherà chiunque voglia cimentarvisi al confronto con il proprio vissuto.


María Baranda, Teoria delle bambine, a cura di Alessio Brandolini, Edizioni Fili d’Aquilone, Roma 2021, 134 pagine, 15 euro – Finalista Premio Camaiore 2021.




POESIE DI MARÍA BARANDA
daTeoria delle bambine
Edizioni Fili d’Aquilone, 2021


*

Entra mio padre.
Si infila un cucchiaio di metallo nell’occhio
per osservare l’istante, il tempo
sulla superficie di tutte le radici. Piange,
piange un po’.
Si spegne l’acqua di tanta pioggia.
Si mescolano le grida delle bambine.
Guarda in lontananza,
vede sillabe di allume, gli occhi
di un sole già al crepuscolo.
Pensa a una linea di fuoco
che si estende nel cielo,
ciò che si nomina da soli:
la gioia.


*

I loro sogni sembrano code di serpenti,
cascate di montoni a forma di pesce
e balene di parole.
Giocano tra di loro a cose primitive,
aprono le gambe per concepire mappe,
si dipingono con il pennello di un prolungato nitrito.

Fuori c’è la giumenta in una pagina non ancora scritta.


*

Canta la fede sulla punta delle radici.
Pulisce le scarpe delle bambine
con un pesce liquido e cervello di gallo terreo.

Gli dice: cantate per me balordamente e rotolate,
rotolate minute e larghe
come uova di corvo e mie oscillate verso di me
piccole che ingialliscono e profanano
verdi nella tensione dell’avventura.

Per un attimo le bambine sono felici.


*

Se potessimo vedere e sentire come si affilano i loro occhi quando si frantuma quello che osservano, se toccassimo il loro sangue come un sole nell’abisso mentre si affrettano la sete, il pianto dell’acqua congiunta al bordo e la loro ora febbrile e assurda parlandoci da lontano dell’amore che già si dissolve.


*

Ciò ch’è stato è solo un rimorso in ogni occhio, uno sguardo su una sola linea e la sfida dell’endecasillabo nella pianura cercata dalle bambine. C’è un bosco. È vero, ma il disegnatore lo custodisce per dire: c’era una volta, c’era una volta, lo so, c’è stato.





María Baranda
è nata a Città del Messico, dove vive, nel 1962. Tra i suoi libri si segnalano: Fábula de los perdidos (1990), Los memoriosos (1995), Moradas imposibles (1997), Narrar (2000), Atlántica y el rústico (2001), Dylan y las ballenas (2003), Ávido mundo (2005), Ficticia (2006), Arcadia (2009), Yegua nocturna corriendo en un prado de luz absoluta (2013), Un hervidero de pájaros marinos (2015) e Teoría de las niñas (2018).
Ha ricevuto molti premi letterari, tra i quali: Nacional de Poesía Efraín Huerta (1995), Villa de Madrid (Spagna, 1998), Nacional de Aguascalientes (2003), Sabines-Gatien Lapointe (Messico-Quebec, 2015) e Internaciónal Ramón López Velarde (2018). Suoi testi e alcuni dei suoi libri sono stati tradotti e pubblicati all’estero.


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