È seduto di lato. Con la testa bassa e il gomito sullo schienale. Fissa insistentemente i pantaloni su cui ogni tanto schiaffeggia una briciola, un pelo del maglione o della barba. A farci caso, le coste larghe del velluto sanno nascondere polvere e segreti. Certo, sul tessuto nero attacca tutto senza mentire, ma la mano sembra stia scacciando altro, una preoccupazione, forse. A tratti alza lo sguardo per cercare di intuire la presenza di una sagoma dietro la porta bianca, senza chiavi, ma che si apre solo da dentro. Camilla è lì dietro dalla mattina e fuori è già tramontata la luce sulle case.
Il giorno prima era stato bene con lei. Si era lasciato andare perché Camilla lo lascia sempre libero di osare. Lei sa prenderlo dandogli la soddisfazione di essere lui a condurre il gioco. Camilla non è mai stata una donna ammorbante, anzi. Sotto la pelle chiarissima e gli occhi verdi ha un cuore generoso e molle che dà forma a tutto il resto delle carni. È tutta meravigliosa come è meravigliosa la sua voce. Allegra, squillante a ogni ora. Lei conosce a memoria i desideri romantici del suo uomo. E lui ama farle i dispetti per poi toccarle il viso e l’anima fino a baciarla, a mangiarla: Perdo la testa se continui a ridere. Una risata contagiosa, piena, che sovrasta i rumori della strada e il vociare proveniente dalla stazione ferroviaria dove si parte e si arriva in ogni momento. Le ruba il cellulare. L’aspetta dietro alla porta per balzarle davanti e ridere, ridere. Continuando a ridere sul letto. Spogliandola senza smettere di ridere. Trovando scuse a bruciapelo pur di starle addosso. Ieri sera l’aveva lasciata così, in uno stato di grazia dopo averle ripetuto: Sposami, sposami domani. E lei intenerita e innamorata: Domani ti sposo. Fare l’amore con lei è come trovarsi in una tromba d’aria, trasformarsi improvvisamente in una saetta, un fulmine. Trascinato dal respiro, quando è con lei, riesce ad abbattere ogni desolazione, tutto il peso della vita. Tra le curve e i desideri, con dolcezza la dischiude mordendole il collo prima di crollare sudato, prima di abbandonare il ring. Lasciarla dormire e scivolare dal letto per tornare a casa dalla madre anziana: ecco il complicato ruolo di figlio unico. Ma nella vita alberga un mistero profondo che attende fedelmente il compimento: Camilla è proprio questo. Una specie di immersione nei sotterranei dove c’è il completo trionfo della libertà e del terreno scoperto; qui si sganciano gli elastici, ogni tensione riuscendo a far muovere i piedi avanti e indietro con leggerezza e assoluta meraviglia. Sopportare tutto per un amore è la risposta a qualunque domanda. Alle sette di stamattina qualcosa di stupido ha interrotto ogni cosa. Hanno bussato alla porta. Camilla ha aperto correndo nell’esplosione della sua infantile felicità con la certezza di trovare lui davanti e affondare nuovamente nelle sue braccia. Uno spintone, invece, l’ha rovesciata all’indietro sul pavimento. L’intrusione di un malvivente o forse due e la vita di Camilla è rimasta appesa a un filo: ematoma cerebrale da rimuovere immediatamente. La corsa in ospedale. La vicina ha dato l’allarme quando ha sentito il tonfo e la porta sbattere violentemente. Lui, dopo la telefonata, come un ferito di guerra con le gambe apparentemente dritte, ha cercato un taxi per raggiungerla. Questa è la vita: in agguato c’è anche l’imprevisto. Qualcosa che abbaglia lo scopo, che devia, che prende un’altra strada. Senza accorgersene accende una sigaretta. La spegne subito. Si concentra sul pensiero di lei. Lei immobile sul tavolo operatorio con il cranio aperto per tante ore. Chissà se i suoi pensieri hanno avuto il tempo di ripararsi in un posto nascosto. E l’amore, le risate che fine avranno fatto sotto le luci fortissime di quella sala? Se soltanto potessi abbracciarla forte e dirle di non avere paura! Pensa, strofinando tutto il dorso della mano sul velluto dei pantaloni. Camilla, resisti. Domani ti sposo sul serio. Un sorriso tirato si sistema sotto i baffi. Nella semplice parola domani avevano tenuto insieme la loro storia che dura da anni. Un domani che è stato il tempo lungo e robustissimo di un sogno da sognare. Una specie di primavera che deve ancora capitare. Inaspettata, un ritorno spontaneo e largo di risveglio. Come gli aranci della bella stagione che consolano e confidenti si prestano a dare un altro segno di vita. Scuote il capo, incrocia le braccia, si getta all’indietro a occhi chiusi. Entra in una mattina di mare e di sabbia mentre Camilla ride, allarga le braccia e viene dall’acqua completamente bagnata.
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