“Basta, me ne vado a studiare in biblioteca, forse lì riuscirò a trovare un po’ di pace e la concentrazione che mi servono per prepararmi all’interrogazione di storia di domani!” esclamò esasperata Samantha, chiudendo i libri e infilandoli nello zainetto.
Dalla cucina proveniva una fastidiosa voce femminile che parlava in tono via via sempre più alto e stizzito e Samantha infilò la testa oltre la porta. Sua madre stava stirando una montagna di panni, ma riusciva a non perdere una battuta del programma televisivo che seguiva ogni giorno. “Mamma, vado in biblioteca a studiare.” ripeté, ma la mamma agitò una mano e la invitò ad avvicinarsi.
“Aspetta, aspetta! Sharon ha appena scoperto che Kevin la tradisce con la sua migliore amica e sta dicendo tutto ciò che pensa di lui, ma non sa che è nascosto dietro quel paravento e la sta ascoltando!”
“Mamma, io vado.” sospirò Samantha, passando davanti alla sala da pranzo in cui il padre aveva piazzato gli attrezzi e stava facendo gli esercizi davanti a un video su YouTube di un personal trainer prima di andare al lavoro per il turno serale. “Papà, vado in biblioteca a studiare.”
Il papà grugni per lo sforzo nel sollevare i manubri e quando li ebbe posati, volse appena la testa e annuì. “Dovresti fare qualche esercizio anche tu, Sam, sei così gracilina! Ti dispiace passare in edicola a comprarmi il nuovo numero di Uomini e palestra?”
Samantha annuì e mise lo zainetto in spalla, uscì e nel cortile condominiale oltrepassò la sorella Deborah che si stava facendo un selfie sotto il gelso con l’amica del cuore Megan mentre il fratellino Joshua e i suoi amici correvano e urlavano come indemoniati.
La biblioteca era piuttosto distante dal quartiere periferico di palazzoni in cui abitava Samantha, ma per fortuna lì vicino passava la linea del 314 bis che la portava proprio a due passi dalla biblioteca in centro e lei ci andava sempre più spesso.
La quiete e il silenzio della sala lettura erano un balsamo dopo la confusione di casa sua e Samantha andò a sedersi nel posto preferito, una piccola scrivania tra la finestra e lo scaffale di storia contemporanea. Il tepore e il fruscio delle pagine la facevano sentire protetta in una bolla di irrealtà e Samantha si rilassò, chiudendo gli occhi.
Quando li riaprì, si accorse di qualcosa che prima non aveva notato. All’estremità, vicino all’angolo con la parete della finestra, lo scaffale non era ben allineato. Si alzò per guardare meglio e vide con stupore che una parte dello scaffale aveva i cardini e celava un’apertura. Un passaggio segreto! Senza indugiare, Samantha percorse lo stretto corridoio illuminato da fiaccole e all’improvviso si trovò in una vasta sala circolare piena di enormi cilindri di vetro nei quali fluttuava vapori colorati. Ogni cilindro era dotato di una scaletta di ferro che saliva fino all’imboccatura e terminava in una piccola piattaforma. Sempre più incuriosita, Samantha si mosse furtiva tra i cilindri e all’improvviso si trovò alle spalle di due uomini in camice bianco che confrontavano i quaderni di appunti e si parlavano sottovoce.
“Il punto di fissione è stato raggiunto, speriamo solo che la volontaria non tardi o dovremo ricominciare da capo.” disse il più alto dei due il quale, voltandosi all’improvviso, vide Samantha e le sorrise. “Eccoti qua! Invece sei stata puntuale. Da brava, indossa quella tuta azzurra e poi seguici.”
“Scusate, ma io non…” provò a spiegare Samantha, ma l’altro uomo in camice bianco fece un gesto con la mano e tentennò il capo. “Non ti devi preoccupare, non avrai nessun problema e non sentirai nessun fastidio. Lo studio per immersione sarà la tecnica del futuro e soppianterà i libri. Sei pronta?”
Samantha aveva un po’ di paura, ma la curiosità era più forte del timore e così seguì i due verso un cilindro in cui vapori rosa dall’aspetto denso e dolce fluttuavano lentamente.
“Sali fino in cima e poi immergiti nel flusso di storia. O forse vorresti provare con la matematica o con la biologia?” chiese lo scienziato più alto.
“La storia va benissimo, grazie, anzi, mi fa proprio comodo!” rispose Samantha, salendo le scalette e fermandosi sul bordo della passerella. Esitò un istante, ma quel vapore rosa aveva un aspetto così invitante che vi si lasciò scivolare dentro senza timore e si ritrovò a galleggiare in uno spazio infinito nel quale immagini di eventi storici si affollarono davanti ai suoi occhi stupiti. Samantha non impiegò molto a capire che poteva decidere lei stessa che cosa vedere, concentrandosi; così ecco davanti a lei l’assassinio di Giulio Cesare e poi Robespierre che arringava il popolo francese e quindi l’incoronazione di Tutankhamon. Si concentrò quindi sull’interrogazione del giorno seguente, senza finire di stupirsi di quanto fosse vivida e affascinante quella sensazione di immersione nella storia. Non resistette alla tentazione di allungare una mano per toccare il vestito sontuoso di Elisabetta I, certa di non riuscirci, invece la sua mano incontrò qualcosa di morbido e di profumato. Samantha non poté reprimere un grido e chiuse gli occhi, ma quando li riaprì, si trovò davanti la bibliotecaria che la guardava preoccupata. “Va tutto bene?”
Samantha rabbrividì e si guardò attorno. Era alla scrivania e nella sala di lettura tutte le lampade erano accese. Oltre la finestra era buio. “Devo aver trascorso molto tempo immersa nella storia, era così bello!” sussurrò e la bibliotecaria sorrise. “Hai ragione, immergersi nei libri è una sensazione meravigliosa.”
Samantha scosse con forza la testa. “Voglio dire che mi sono immersa davvero nella storia, mi deve credere! Sono passata attraverso quella porta nascosta dallo scaffale e ho partecipato a un esperimento… Il cilindro di vetro era pieno di storia allo stato di vapore e io mi ci sono calata dentro!”
“Sei una ragazzina dotata di grande fantasia, che bella cosa!” concluse la bibliotecaria, battendole una mano sulla spalla. “Ora però devi andare, mi dispiace, è ora di chiusura.” Samantha si guardò attorno e vide gli ultimi lettori lasciare in silenzio la sala. Furtivamente andò a toccare l’estremità dello scaffale ma non vi era traccia del passaggio segreto.
“È stato solo un sogno!” sospirò.
Passando davanti a un’edicola, acquistò la rivista per il padre e poi fece una corsa per prendere al volo il 314 bis. Che bel sogno, pensò Samantha, ma era stata una sensazione così bella e vivida che fu certa da quel giorno in poi sarebbe riuscita davvero a immergersi nello studio, come fosse ancora nel cilindro di vapori colorati. Soddisfatta, Samantha posò la testa contro il vetro, mentre la città sfavillava nel buio.
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