FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 53
settembre/dicembre 2019

Immersioni

 

IMMERSIONI: TRE FIUMI

di Roger Santiváñez



RÍO PIURA

Región me lanza oblicua soledad en la memoria
De inquietas filas de muchachas distintas postergan
Su canción para mí / se abanican sobre la arena
Viven muertas en la orlada nervadura & me llaman
Petunia atreviéndose a perpendicular el deseo
Tan silvestre floresta nace con el zumbido del
Aire alabando albadas aguadas porciones
Una brizna que nadie reconoce sino el silbido
Escurriéndose alrededor de la brisa / veneros
Mojando las magnolias & algarrobos fecundos
Beatíficos en la tranquila paz de manzanedas
Esa es mi alegría húmeda como la pureza de
Gotas que salpica la corriente advinar quizá
O escuchar el síndrome de su lenguaje evis
Cerado sibilante ensortija infancias perdidas
& se prende en la madrugada sabe abatirse
& templar la rama que queda suspendida.


FIUME PIURA{1}

Regione mi getta un’obliqua solitudine nella memoria
Inquiete schiere di ragazze diverse rimandano
La loro canzone per me / sventagliano sulla sabbia
Vivono morte sul bordo nervato & e mi chiamano
Petunia osando mettersi verticalmente al desiderio
Così selvatica foresta nasce con il ronzio della
Aria elogiando mattinate diluite porzioni
Una lama che nessuno riconosce se non il fischio
Che scorre intorno alla brezza / veleni
Che irrigano le magnolie & fecondi carrubi
Benedetti nella tranquilla pace dei meleti
Questa è la mia umida gioia come la purezza di
Gocce che spruzzano la corrente forse avvertire
O ascoltare la sindrome del loro linguaggio evis
Cerato sibilante accartoccia infanzie smarrite
& si accende all’alba sa come abbattersi
& temperare il ramo che rimane sospeso.


RÍO RÍMAC

Una cosa es en Lima & con carnitas boreales
Indescifrable ternura de la mamita en el jardín
Lleno de rumores / perlados / personales
Queda el puente & la alameda oh pastel
De la nocturna umbría espuma de un mar
Jamás existido sino solo aymara que en la
Puna se sardina toca la quena visual por
Las páginas teñidas de amargura son tal vez
Varados pensamientos desunidos al unísono
O la canción oculta recreada en mi naufragio
Amanecer serrano de mi papá sombrea
Pájaros frureros en la parada ojea rápido
A nácar colunga asegura rosales descubiertos
Relame los párpados de la chica dinamita
Incluyendo los contornos almidonados de
Las márgenes temporales neblina atosigante
Limpia los zaguanes & sigue al infinito.


FIUME RÍMAC{2}

Una cosa è a Lima & con carnitas{3} boreali
Inspiegabile tenerezza della mammina nel giardino
Pieno di voci / perlate / personali
C’è il ponte & il centro commerciale oh torta
Della notturna ombra schiuma di un mare
Mai esistito ma solo aymara{4} che nel
Puma{5} si fa pesce tocca la visuale quena{6} delle
Pagine macchiate di amarezza sono forse
Pensieri incagliati al di fuori dell’unisono
O la canzone nascosta ricreata dal mio naufragio
Albeggiare alpestre di mio padre ombreggia
Ladruncoli di frutta alla fermata sguardo veloce
Una “nacar colunga”{7} assicura spogli roseti
Lecca le palpebre della ragazza dinamite
Comprendendo i contorni inamidati dei
Margini temporali nebbia ossessiva
Pulisce i corridoi & accompagna l’infinito.


RÍO COOPER

Azar que me deslumbras me traes a estas
Castas naturales claraboyas estivales ya no
Vales sino cantas con la mandolina de juguete
& me escapo del retrete con la lenta floración
& suavidad de las sedas acuosas dormidas
Muy de mañana efímera / enferma / embotada
Soy la verde claridad que dijo hernández
Despedidas del que está pedido barro que
Todavía me recorre en el borde del abismo
Abrazados los enamorados se besan antes de
Suicidarse sonríen & se les moja la canoa
Pueden ser sueños que vislumbro desde la
Orilla hábito de la maña más sutil si es que
Vuelves a inventar la dedicación arrinconada
La cabellera de una virgen ocupa mi cerebro
& celebro su belleza reinando en dichas paltas
O suscribir el blink de la dulcísima superficie.


FIUME COOPER{8}

Sorte sono stupito che tu mi abbia portato a questi
Casti naturali lucernai estivi non sei più
Degno ma si canta col mandolino giocattolo
& fuggo dal bagno con la lenta fioritura
& morbidezza delle sete acquose addormentate
Molto presto al mattino effimero / infermo / noioso
Sono la verde chiarezza di cui parlò hernández{9}
Saluti da parte di chi è richiesto dal fango che
Ancora mi spinge sul bordo dell’abisso
Abbracciati gli amanti si baciano prima di
Suicidarsi sorridono & gli si bagna la canoa
Possono essere sogni che intravedo dalla
Sponda abituale dell’abilità più sottile ammesso che
Torni a inventare la dedizione con le spalle al muro
I capelli di una vergine occupano il mio cervello
& celebro la sua bellezza regnando su questi impicci
O sottoscrivere il blink{10} della dolcissima superficie.


Collingswood, sud di New Jersey, settembre 2019



{1}Il fiume Piura attraversa l’omonima città nella costa nord del Perù, città natale dell’autore.

{2}Il fiume Rímac attraversa la città di Lima. Nella lingua quechua, la lingua degli Incas, significa “Colui che parla”.

{3}“Carnitas”, piatto di carne servita a piccoli pezzi.

{4}“Aymara” in riferimento alla cultura nativa del Perù e della Bolivia sviluppatasi sulle sponde del lago Titijkakja.

{5}Puna è la zona più alta delle Ande.

{6}“Quena”, flauto di canne tipico delle Ande, di origine Incas.

{7}“Nacar Colunga” è il nome di una famosa casa editrice spagnola che pubblicava la Bibbia.

{8}Fiume Cooper, scorre nei pressi di Collingswood, a sud di New Jersey dove vive l’autore.

{9}Riferimento al poeta peruviano Luis Hernández, della generazione degli anni Sessanta.

{10}In inglese nell’originale, con riferimento ai riflessi della luce sull’acqua del fiume.

Traduzione dallo spagnolo di Alessio Brandolini


I tre testi sono inediti.



(Foto di Paco Tumi)

royika@hotmail.com