FILI D'AQUILONE |
Numero 50 Aurora |
UN SALUTO A BERNARDO BERTOLUCCI Bertolucci è sempre stato polemico, con il suo sguardo da regista riusciva sempre a disturbare chi guardava i suoi film. Infatti Ultimo tango a Parigi è stato proibito in molti paesi, tra i quali la mia Spagna, dove si sono dovuti aspettare ben sei anni dal suo esordio per poterlo vedere in una sala cinematografica. Credo che non serva aggiungere molto di questo film che ha fatto scandalo e attirato tanta attenzione: tutti, in un modo o nell’altro, hanno in mente la scabrosa scena in cui Marlon Brando violenta Maria Schneider. Lasciando da parte le polemiche e concentrandosi unicamente sulla parte narrativa del film: invito tutti a riguardarlo con la mente volta all’epoca in cui fu realizzato, concentrandosi anche su quello che il film non dice esplicitamente. Ecco, per me quello era Bernardo Bertolucci, il regista che portava la cinepresa sul limite, sul baratro per suscitare attenzione e contrasti, per far pensare in modo insolito.
Novecento, probabilmente, per gli amanti del cinema è stato e resta la sua pellicola più amata e ammirata, non solo per la precisa struttura narrativa del film, ma anche per la fotografia eccezionale di Vittorio Storaro e, come no, anche per la colonna sonora firmata dal sempre geniale Ennio Morricone.
Potremmo continuare a lungo a parlare dei film del maestro – Strategia del ragno (1970), La luna (1979), L’ultimo imperatore (1987), Io ballo da sola (1996), ecc. –, potremmo continuare a parlare a lungo delle sue azioni talora contradditorie, del suo personaggio, dei suoi toni polemici… ma, forse, dopo aver letto questa rubrica, la cosa migliore che si potrebbe fare è quella di rivedere e goderci uno dei suoi tanti film: un piccolo omaggio al grande Bernardo Bertolucci che oggi ci ha lasciato.
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