FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 48
gennaio/aprile 2018

Piccolo & Grande

 

MARIANO PEYROU, BAMBINI INNAMORATI

di Alessio Brandolini



Il poeta argentino Mariano Peyrou (1971), che ormai da parecchi anni si è stabilito a Madrid, ha pubblicato nel 2015, sempre con la sua abituale casa editrice di Valencia Pre-Textos, Niños enamorados [Bambini innamorati]. In Italia sono stati pubblicati un paio di suoi libri di poesia (in mia traduzione): La sal [Il sale, 2005] e Temperatura voz [Temperatura voce, 2010] e quindi anche da noi un po’ si conoscono le sue qualità, il suo sguardo poetico avvolgente e denso. Nel frattempo Peyrou si è dedicato anche alla narrativa pubblicando un libro di racconti e, più recentemente, il romanzo De los otros (2016).

Bambini innamorati è un piccolo libro: contiene soltanto 15 poesie ma lunghe e coinvolgenti per via del linguaggio musicale e discorsivo, pieno di immagini che si avviluppano e “suonano” per ricostruire pezzi di vita reale, con dentro le sensazioni, i dubbi interpretativi, le emozioni. Testi che si espandono e costruiscono un mondo visivo e filosofico ben compatto e coerente, pur nella foresta di simboli che il lettore attraversa durante la lettura. Un flusso di coscienza martellante e suadente dove i ricordi si gonfiano e possono farsi spaventosi. Le immagini vengono proiettate una accanto all’altra o una sull’altra e ogni nuovo fotogramma coinvolge e trasforma quello precedente, con l’infanzia sempre al centro e alcuni bambini (innamorati) che si tirano i capelli. Un silenzio assordante e un isolamento affollato di presenze, di vite parallele e dialoghi a distanza: “c’è una solitudine / strana nell’essere antico, nel credere che ogni / gesto esprima più cose”.

Qui sotto cinque poesie da Bambini innamorati, anticipazione dell’uscita, il prossimo aprile, dell’edizione italiana del libro per Edizioni Fili d’Aquilone.




5 POESIE DI MARIANO PEYROU
da Niños enamorados [Bambini innamorti]
Pre-textos, Spagna 2015


LA OTRA VIDA

Cada una de sus cartas aviva
lo que somos y las posibilidades
del sueño y la demora,
muestra un espejo donde aparecen
siglos de infancia condensados en
la imagen de unos niños enamorados
tirándose del pelo. No tiene
nada que ver con mis lecturas
sobre Giordano Bruno ni con
la sorprendente humedad de esta
estación saturada de burbujas,
recuerdos tibios que van de un lado
a otro imitando a las luces
de los coches de una ciudad
desértica. En otra época se habría
dicho que las clarinetistas saltaban
desde los tejados de las casas
donde apenas ardía un poco de
leña cada noche y volaban
un rato en los sueños ajenos
antes de hacerse polvo contra
las piedras, recuperando para los
demás ese trozo de vida que nos
falta, y se elevaban de nuevo,
polvo secreto sobre los bosques cercanos,
y su música sonaba para siempre,
en los desvanes y en los nietos,
sigilosa y alegre, cogidos de la mano.
Nada que ver con las excavaciones
submarinas ni con el falso mito
de los bombones envenenados, pero
ahora es así, pongo la radio
y oigo lo que habría querido decir antes,
las oscuras motivaciones de la hierba
son las nuestras.


L’ALTRA VITA

Ognuna delle sue lettere ravviva
ciò che siamo e le possibilità
del sogno e del ritardo,
mostra uno specchio dove appaiono
secoli d’infanzia condensati nella
immagine di alcuni bambini innamorati
che si tirano i capelli. Non ha
niente a che vedere con le mie letture
su Giordano Bruno né con
la sorprendente umidità di questa
stagione satura di bolle,
ricordi tiepidi che vanno da un lato
all’altro imitando le luci
delle automobili di una città
deserta. In un’altra epoca avremmo
detto che le clarinettiste saltavano
dai tetti delle case
dove appena ardeva un po’ di
legna ogni notte e volavano
un momento nei sogni altrui
prima di andare a pezzi contro
le pietre, recuperando per gli
altri quel pezzo di vita che ci
manca, e si sollevavano di nuovo,
polvere segreta sui vicini boschi,
e la loro musica suonava per sempre,
nelle soffitte e nei nipoti,
riservata e allegra, presi per mano.
Nulla a che vedere con gli scavi
sottomarini né con il falso mito
dei cioccolatini avvelenati, ma
ora è così, accendo la radio
e ascolto ciò che avrebbe voluto dire prima,
le oscure motivazioni dell’erba
sono le nostre.


LOS ERRORES GRAVES

Nunca sabrás lo que hemos pasado
juntos; nunca podré contártelo.

A veces necesitamos comprensión,
que alguien entienda y acepte con
cierta indiferencia las cosas ajenas
que uno ha hecho en el pasado:
una semana entera sentado en
el telesilla, mirando las cumbres nevadas
y aprendiendo a fumar; cartas de
amor enviadas a desconocidas, cartas
recibidas de desconocidas, reacciones
patéticas y distantes del ideal: yo
era una desconocida; episodios
de violencia que dañan sobre todo
la propia imagen, abusos de fuerza,
cobardía, zonas heladas; el terror
y su larga línea, su voluntad
de permanencia.

En otras situaciones, la comprensión
estorba y es patética como un dibujo
figurativo. Lo urgente entonces es
la impersonalidad, el contacto de
una cáscara con otra cáscara, una
sonrisa irónica, un gato con la cabeza
aplastada contra el pavimento
que todavía patalea. Hoy
le he enseñado a mi hijo la palabra
etcétera, nos reíamos en un autobús con los ejemplos
y el sol le daba en el pelo.
Me gusta acariciarle el pelo
y las mejillas y tener su cara cerca
de la mía, no pegarle nunca.


I GRAVI ERRORI

Non saprai mai quello che abbiamo passato
assieme; non potrò mai raccontartelo.

A volte abbiamo bisogno di comprensione,
che qualcuno capisca e accetti con
una certa indifferenza le cose estranee
che uno ha fatto in passato:
una settimana intera seduto in
seggiovia, guardando le vette innevate
e imparando a fumare; lettere di
amore inviate a sconosciute, lettere
ricevute da sconosciute, reazioni
patetiche e distanti dall’ideale: io
ero una sconosciuta; episodi
di violenza che danneggiano soprattutto
la propria immagine, abusi di forza,
vigliaccheria, zone gelide; il terrore
e il suo lungo tratto, la sua volontà
di permanenza.

In altre situazioni, la comprensione
infastidisce ed è patetica come un disegno
figurativo. Allora l’urgenza è
l’impersonalità, il contatto di
un guscio con un altro guscio, un
sorriso ironico, un gatto con la testa
schiacciata sul pavimento
che tuttora scalcia. Oggi
ho insegnato a mio figlio la parola
eccetera, ridevamo su un autobus con gli esempi
e il sole lo colpiva sui capelli.
Mi piace accarezzargli i capelli
e le guance e avere il suo volto accanto
al mio, non picchiarlo mai.


SOMBRA ANTICIPADA

Donde se oye hablar a las hojas que resisten
el violeta del tiempo empieza la vida.

Cualquier emoción permanece en la memoria
como un ave que cruza el cielo levantando presagios.

Toda la dulzura secreta de tu pasado
espera una señal para desplegarse.

Y en el peor momento se descubre que los
susurros y las manos están diciendo basta
y que las decisiones se querían retirar
hacia un poniente del sentido donde todavía
se oye hablar a las hojas que resisten esos gestos
medievales, esas nupcias arcaicas,
el trabajo de investigación
en las entrañas de las aves.

Llegas y están todos y todos
son señales y una seducción involuntaria
o algo que no sé. Ven conmigo.
¿Nadie se acuerda de nuestras catedrales,
de los mismos tallos que arrancamos
en un edén salpicado de nosotros,
de la pureza y la piedad
de los secretos? Hay una soledad
extraña en ser antiguo, en creer que cada
gesto expresa varias cosas, que
son los planetas y los espíritus de la fruta
los que han sembrado tu vientre,
pero hay que asegurarse; ahora
sí que necesitamos estar solos.


OMBRA ANTICIPATA

Dove si sente parlare alle foglie che resistono
il viola del tempo inizia la vita.

Qualsiasi emozione perdura nella memoria
come un uccello che attraversa il cielo sollevando presagi.

Tutta la dolcezza segreta del tuo passato
attende un segno per distendersi.

E nel peggior momento si scopre che i
sussurri e le mani stanno dicendo basta
e che le decisioni volevano ritirarsi
verso un ponente del senso dove ancora
si ascolta parlare alle foglie che resistono a questi gesti
medievali, queste nozze arcaiche,
il lavoro d’investigazione
nelle viscere degli uccelli.

Arrivi e ci sono tutti e tutti
sono segni e una seduzione involontaria
o qualcosa che non so. Vieni con me.
Nessuno si ricorda delle nostre cattedrali?
di quei tronchi che sradicammo
in un paradiso punteggiato di noi?
della purezza e la pietà
dei segreti? C’è una solitudine
strana nell’essere antico, nel credere che ogni
gesto esprima più cose, che
sono i pianeti e gli spiriti della frutta
quelli che hanno seminato il tuo ventre,
ma occorre controllare; adesso
sì che dobbiamo stare da soli.


TEORÍA

Ése es el juego maravilloso: que
parezca un símbolo, haz que nos arrastre
con la estrategia de un símbolo.
El judo era así, también
la seducción: aprovechar la fuerza, el movimiento
del otro, sus ganas de soñar, sus
carencias, su proyección de imágenes-misterio
en una pantalla que se desplaza siempre
hacia los actos. Manejamos sólo unos
recipientes opacos donde no hay más
que cierta capacidad para el juego,
y eso no es poco. El texto
no es simbólico, lo que es simbólico
es el lector.

Adoro la teoría porque tengo miedo
de lesionarme.

La práctica es para los perros,
que pueden acoplarse a la vista
de todos. Dales un pelotazo
a esos perros.

La práctica es posible. La teoría
es utópica o al menos delirante,
y la adoro por eso.

Sufrí mucho saltando por las piedras ásperas
de la costa con una novia rubia
y robada de la mano. Escupía
la espuma sobre aquellas rocas abrasadas
por la erosión y uno se imaginaba la piel de
las ingles ensangrentada y la sal
de las curaciones y el ardor y a una
madre llorando y toda la ilusión y la energía
invertidas en ese cuerpo, en ese
recuerdo hinchado y espantoso.


TEORIA

Questo è il gioco meraviglioso: che
sembri un simbolo, fa’ che ci trascini
con la strategia di un simbolo.
Il judo era così, anche
la seduzione: approfittare della forza, del movimento
dell’altro, della sua voglia di sognare, delle sue
carenze, della sua proiezione d’immagine-mistero
su un schermo che si muove sempre
verso le azioni. Maneggiamo soltanto alcuni
recipienti opachi dove non c’è più
che una certa capacità al gioco,
e questo non è poco. Il testo
non è simbolico, quel ch’è simbolico
è il lettore.

Adoro la teoria perché ho paura
di farmi male.

La pratica è per i cani,
che possono accoppiarsi davanti
a tutti. Tira una pallonata
a quei cani.

La pratica è possibile. La teoria
è utopistica o almeno delirante,
e per questo l’adoro.

Ho sofferto molto saltando tra le ruvide pietre
della costa con una fidanzata bionda
e rapita mano nella mano. Sputava
la schiuma su quelle rocce infuocate
dall’erosione e uno s’immaginava la pelle
del basso ventre insanguinata e il sale
delle cure e l’ardore e una
madre che piange e tutta l’illusione e l’energia
investite in quel corpo, in quel
ricordo gonfio e spaventoso.


LA CUENTA ATRÁS

Ahora es ahora
y sin explicaciones:
se va, nos deja solos,
todos solos, dentro hace frío
pero nos gusta el frío,
lo oscuro,
nos vemos con el tacto,
gastando electricidad.
Cuando se estropeaba la calefacción,
me metía en la cocina y encendía el horno
y todos los fuegos y las lámparas,
y en el dormitorio encendía cerillas,
una tras otra, y
la soledad no podía existir.
Un día me levanté demasiado
rápido, estuve
unos segundos inconsciente
en el suelo, solo en casa. Pensé
que eso se parecía a la muerte,
pero no. Volví a sentir algo
de la muerte años después,
durante los atardeceres de verano
que despiertan la pasión por la
forma, en la adolescencia,
y descubrí la melancolía, el
primer efecto íntimo
del paso del tiempo.
Entonces cruzaba mi calle muy
despacio, por si venía algún coche.
Hay unos señores que se llaman
jueces, que viven debajo de la tierra
y nos vigilan desde dentro de nuestros
bolsillos y toman decisiones que no siempre
son equivocadas. Por eso ahora tenemos
que separarnos y tú vas a adaptarte
a un entorno desconocido
hasta que volvamos a reunirnos
para siempre como si una gran
bola de gas en llamas rebotara
sobre la línea del horizonte
o hasta que aparezca una
espadachina que se encargue de ti.
Y quizá te relaciones desde la
soledad, sin estar donde estás,
y valdrá la pena, pero ojalá
puedas apropiarte de lo que es
tuyo, sólo tuyo,
y ser otros, muchos,
todos, y ampliar,
acoger, despertar las
otras pasiones, muy despacio,
la cuenta atrás.
Ahora que se va
hay que reinterpretarlo todo
desde el principio, un
esfuerzo que nos tendrá ocupados
varios años. Me sentaba
para que me sacara fotos
en medio de la calzada.
Era una calle estrecha,
corta, llena de árboles.


IL CONTO ALLA ROVESCIA

Ora è ora
e senza spiegazioni:
se ne va, ci lascia soli,
tutti soli, dentro fa freddo
ma ci piace il freddo,
il buio,
noi vediamo col tatto,
consumando elettricità.
Quando si bloccava il riscaldamento
andavo in cucina e accendevo il forno
e tutti i fuochi e le lampade
e in camera accendevo fiammiferi,
uno dietro l’altro, e
la solitudine non poteva esistere.
Un giorno mi alzai troppo
velocemente, restai
alcuni secondi incosciente
sul pavimento, solo in casa. Pensai
che quello assomigliava alla morte,
ma non lo era. Tornai a sentire qualcosa
della morte anni dopo,
durante i tramonti estivi
che svegliano la passione per la
forma, nell’adolescenza,
e scoprii la malinconia, il
primo effetto intimo
del passaggio del tempo.
Allora attraversavo la strada molto
lentamente, facendo attenzione alle auto.
Ci sono dei signori che si chiamano
giudici che vivono sottoterra
e ci sorvegliano da dentro le nostre
tasche e prendono decisioni che non sempre
sono sbagliate. Per questo ora dobbiamo
separarci e tu dovrai adattarti
a un ambiente sconosciuto
fin quando torneremo a riunirci
per sempre come se una gran
bolla di gas in fiamme rimbalzasse
sulla linea dell’orizzonte
o fin quando apparirà una
spadaccina che si occuperà di te.
E forse ti metterai in contatto dalla
solitudine, senza stare dove stai,
e varrà la pena, però magari
potrai appropriarti di ciò che è
tuo, soltanto tuo,
ed essere un altro, molti,
tutti, e ampliare,
accogliere, svegliare le
altre passioni, molto lentamente,
il conto alla rovescia.
Ora che se ne va
bisogna reinterpretare ogni cosa
dall’inizio, uno
sforzo che ci terrà occupati
diversi anni. Mi sedevo
affinché mi facessero delle foto
in mezzo alla corsia.
Era una strada stretta,
breve, piena di alberi.


Traduzione dallo spagnolo di Alessio Brandolini




Mariano Peyrou
è nato a Buenos Aires nel 1971, ma con la sua famiglia si trasferisce a Madrid nel 1976, dopo il colpo di stato militare, e qui tutt’ora vive. È sassofonista e si è laureato in Antropologia sociale.
Ha pubblicato le raccolte poetiche: La voluntad de equilibrio (2000), A veces transparente (2004), La sal (2005), Estudio de lo visible (2007) e Temperatura voz (2010), tutti pubblicati in Spagna dalla casa editrice Pre-Textos; per la stessa casa editrice ha pubblicato anche il libro di racconti La tristeza de las fiestas. Nel 2016 ha dato alle stampe il romanzo De los otros (Sexto Piso).
In Argentina sono uscite due antologie della sua opera: De las cosas que caen (2004) e La unidad del dos (2004), in Colombia La otra vida (2015). Un’antologia bilingue dei suoi testi è uscita in Portogallo: O discurso opcional obrigatório (2009).
Bambini innamorati (Niños enamorados) è stato pubblicato in Spagna nel 2015 (Pre-Textos). Il sale [La sal] è stato pubblicato in Italia nel 2010 da Raffaelli Editore e Temperatura voce [Temperatura voz], da Edizioni Fili d’Aquilone nel 2013, entrambi nella traduzione di Alessio Brandolini.


alexbrando@libero.it