FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 48
gennaio/aprile 2018

Piccolo & Grande

 

TRA PICCOLO E GRANDE

di Giangiacomo Amoretti



I

Contemplo a notte il cielo. Guardo, attònito,
costellazioni e stelle, sparse intorno
per ovunque nel buio, che ora sembrano
tanto ai miei occhi vaghe e tanto labili
da sfocarsi allo sguardo, ora così
vivide invece da abbagliarmi e quasi
da pesare su me, da soffocarmi,
incombendo dall’alto, immense. E tutto
in quest’ora notturna – alberi e strade
e colline in distanza e le Alpi lungo
la linea d’orizzonte – che mi pare
quasi contrarsi ai limiti del cielo
e dei suoi lumi senza fine – farsi
minuscolo, vuotarsi, dileguare.


II

Penso a te... Nel tepore di una stanza
disadorna, mi accoccolo fra le ombre
morbide che ora avvolgono gli effimeri
brillii di questi piccoli amuleti
semivivi – una croce ovale, un ferma-
carte d’oro, una rosa di cristallo –
e chiudo gli occhi. Penso che la tua
presenza sola ora mi manchi: tu,
minima in mezzo a questi oggetti minimi,
a tracciare con lievità il cerchio
più ristretto in cui ora inclino e chiudo
la mia anima – tu, lì addentro, quasi
un punto, un fiato, meno ancora – tu,
semicelata e fioca, lì, nel centro.


III

Nel corpo e non nel corpo, da lungi, a poco a poco,
si palesò in silenzio, con ansiosa cautela,
più leggero dell’aria, a fior di pelle – o piuma

o soffio inavvertibile. – Poi fu
come un brivido lungo, stupefatto – un prurito
sottile – poi un dolore brevissimo, uno scatto

sordo, attutito, senza un’eco. Tale
il suo passo felpato e incerto.
Come
riconoscervi – certo – il male?


IV

Un atomo, un nonnulla
di materia ed è già 
l’inizio di un bagliore –
un lampo, un segnavia.

Tra il cerchio e il centro è l’arco
di un istante, la via
brevissima che lega
il minimo all’immenso,

al non più il non ancora –
il tuo volto, l’incerto
fulgore dei tuoi occhi
a me, all’universo.


V

Infimo è il risucchio ove, contratta,
materia sé al vuoto astringe e sé
fa vuoto e quasi nulla. E pur vi brucia 
ancora – grumo, lampo
di fotone, scintilla  
bianca di Ade – un lume
esiguo, che è del grande 
cerchio degli astri.
Si
raffila ancora il cielo
nel profondo più fosco.
Ha il suo riscatto
il vertice nel fosso
imo – nel micro
il macrocosmo.


giangiacomo.amoretti@gmail.com