FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 36
ottobre/dicembre 2014

Mare

 

DIVAGAZIONI SULLA SDRAIO

di Emilio Coco



VUCUMPRÀ

Ci fermiamo al negozio del cinese
che è un grande telo steso sulla sabbia.
Miserie che si ammucchiano contese
da eccitate signore. Ti fa rabbia

che non abbia portato i soldi addosso.
Infili e sfili cinte e pinocchietti.
Come mi sta? È più bello quello rosso.
Prendi, provi, riprovi, togli e getti.

E non t’accorgi in tanto tuo affannarti
che è saltata la lampo del costume,
mettendo in bella mostra il seno nudo.

Contro il mio dorso corri a ripararti.
A quell’ora di gente ce n’è un fiume.
Nessuno si scompone. Né io m’illudo.


VIA AGOSTINONE

Te ne sei andata al mare spensierata
per la via delle lucciole e dei negri,
senza pareo e ancheggiante. In cuor t’allegri
della tua indipendenza conquistata

tra litigi e armistizi patteggiati.
Potrebbero scambiarti per baldracca.
Si sa che i negri sono ben dotati.
Che corri rischi non t’importa un’acca.

Ai miei mugugni resti indifferente.
Le donne ora si sono emancipate.
Sono un bacucco. Non capisco niente.

La gelosia è da sciocchi alla mia età.
Ma io ti chiuderei a sei mandate
con la cintura in più di castità.


LA TARDA ETÀ

La tarda età che tanto ora paventi
arriva col suo strascico di acciacchi.
Ti fai coraggio e stringi forte i denti
sferrando inesorabile i tuoi attacchi.

Segui un corso di ballo, vai in palestra,
divori Come vivere felici,
vinci lo stress, ti crei nuovi amici,
vuoi farla in questo campo da maestra.

Dalla sdraio ti guardo mentre impegni
fianchi e natiche al ritmo della samba
e trottoli sfrenata su una gamba.

Con gli occhi chiusi mi figuro regni
dove trionfi l’anchilosi e l’accidia
pur se dentro mi macero d’invidia.


E INVECE NIENTE

Prendendoci per mano passeggiamo
lungo il mare di sera tra la gente,
andiamo a Porto allegro ci sediamo
e pure oggi non è successo niente.

Tu hai letto il tuo Fenoglio. Io ho mandato
un po’ di mail in giro. Ho lavorato
fino a tardi al computer, mi son detto
adesso basta e sono andato a letto.

Mi aspettavo un evento eccezionale
un breve stop al mio travaglio eterno
che almeno oggi non ti sentissi male.

E invece niente, il niente più bestiale,
il più inimmaginabile all’interno
di una normalità tanto banale.


PROVIAMO

Dicono che l’estate sia propizia
agli amori in declino come il nostro.
Questa sì che è una splendida notizia!
Leggi i consigli in dieci punti. Io mostro

scarso interesse. Annunci così fioccano
ad ogni agosto. Servono a far vendere
più giornali. Gli allocchi sempre abboccano.
Sarò ingenua, ma valgono anche a rendere

la vita più accettabile. Proviamo
col primo punto: Allieta la nottata
al tuo partner con uno spogliarello.

Ti sei impegnata al massimo. Scoppiamo
in una irrefrenabile risata.
Il riso fa buon sangue. Non è bello?


AMORE È

È guardarci negli occhi fissamente
e poi scoppiare a ridere. Sappiamo
che suonerebbe falso dirci t’amo
perché abbiamo altri grilli per la mente.

È fare insieme lunghe passeggiate
sulla spiaggia. L’esperto di Starbene
le consiglia alle coppie un po’ sgasate.
Il sangue scorre meglio nelle vene

e toglie ogni malessere di torno.
Fa bene al sesso e non è certo un guaio.
Cambia niente per te che io non ci creda.

Maciniamo chilometri ogni giorno.
Stanco morto sprofondo nella sdraio,
sperando che il miracolo succeda.


BALLO DI GRUPPO

Mi spossi dalle sette dentro il mare,
con l’onda che mi sbatte contro i piedi.
Tu avanti imprimi il ritmo al nostro andare,
io arranco dietro un po’ staccato. Vedi?

È questo il risultato del tuo oziare.
Si è ritirato il mare oltre gli scogli.
Del tuo pareo subito ti spogli,
entri nel cerchio e m’animi a ballare,

scarso il seno, le natiche regali,
la tua bravura non conosce eguali.
Con le tue evoluzioni ora più ardite

hai troncato sul nascere ogni lite
e provocato l’abito mio mite,
tra lo scompiglio delle tue rivali.


LA PANCIA

È un’estate lunghissima e bollente.
Vai per la casa con addosso niente.
Con quest’afa si soffoca. Esco ed entro,
in pinocchietto e con la pancia in dentro.

Se mi rilasso un po’ subito avanza.
Guardo la tua: è bella e levigata.
(Soddisfatta, le dai una spianata
con la mano). Potresti far la danza

del ventre. Ondeggi come un’odalisca.
Se non fosse per qualche cuscinetto
che occhieggia sul tuo fisico perfetto…
Mi sorprendo che ancora non capisca.

Alla tua età dovresti contenerti.
Tu mi guardi con occhi di passione.
Tira la tenda possono vederti.

Se passa un grullo s’eccita di brutto!
Ma io non mi faccio indurre in tentazione.
Già sudo troppo. In due s’allaga tutto.


DIVAGAZIONI SULLA SDRAIO

Il problema dell’altro non ci tocca.
Già è molto se ci sfiora. Dalla bocca,
un fiume di parole quale segno
d’attenzione, ma senza alcun impegno.

Quando muore un amico è un diversivo
a questa vita senza scopo e amara.
Compunti accompagniamo la sua bara,
poi al bar insieme per l’aperitivo.

Gira la ruota e a turno distribuisce
un po’ di dispiaceri in parti uguali
e ci dilania coi suoi aguzzi denti.

Si sa che questa storia mai finisce.
Solo la morte pone fine ai mali.
Ma tardino a venire quei momenti.


I testi sono tratti dalla raccolta Il tardo amore (LietoColle, 2008).



emilio.coco@alice.it