FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 35
luglio/settembre 2014

Soste & Percorsi

 

SOSTE E PERCORSI

di Chiara Adezati



Sane consuetudini

Una parola è in auge.
Una alla volta;
Se intuizione riesce
ad afferrarla,
dev’esser quella sola
nel suo retino,
anche se sfarfalleggia
fra tante altre.
Non distingue colori,
a tuttaprima.
Se l’osservo, trionfo
ma è per copiare
il suo. Ricamo lenta:
resta vicino più a lungo, l’essenza,
l’aria ricorda
che già l’ho rilasciata.


Di chiar'azione

Fu una sensazione particolare,

un fagiolo. Mi credevo malato,

sottoterra sforzavo la gravità,

dovevo solo nascere. Il calore

non era statico, chè trasformavo

in varco energie intorno transeunti.

Mi dico forte nell'attesa verde.


Ora so che qualcuno mi ha visto,

un dolce attimo memorabile,

la prima luce diretta, un paradiso.

La sorpresa che dovesse affondare

dentro tutto il mio essere, ascoso.

Il primo colpo di vento, crudele.

Mi dico debole, impressionata.


Sembra così semplice, vegetale,

il senso della fatica. Affioro

appena e capisco: nell'aria

un procedere diverso si prospetta,

altri lavori, sebbene fiorirò

queste stesse radici. Allo scoperto

sto uscendo, mi dico sottovoce.


*

Càpita diventando vecchi
di stare più che quieti
a lungo nella stessa posizione
sulla panchina e
forse è rattrappirsi che invecchia.
Senza batter ciglio pensavo
alle mie ossa e
càpita un pettirosso, arzillo.
Saltella e mi occhieggia
mostrando un profilo poi l'altro.
Motivo in più per non spostarmi.


A prova di privacy, prosa di umani

Ogni nome che mi date mi nasconde
allegro o triste, giro in maschera. Vi lascio fare,
il poco che faccio pocopreciso pure precisa poco a poco
il padre, il figlio e lo spirito dove mi defilo.

C’è un nome solo che non si dice ancora:
nel tempo, ora, definisce l’ombra di un’orma
nella sabbia di abramo, ma adotta già
il segno fra le stelle.


Volendo
(Volùspà, Edda poetica)

Vedi un mare mai visto, oh veggente!
(non c’è anima viva, nemmeno tu)
vasto né mai varcato, vergine
dalla fine arena all’orizzonte

pure senz’ombra di solitudine
perché su ogni onda gioca il sole,
l’arco di ogni increspatura brilla
sottacqua filtra a rincorrere i raggi.


Iterate tiritere

distrazioni               
stra-azioni               
trazioni               
strazio               


*

fiero che la vita ti fortifichi
in nugoli di mandorli e mimose
soffici macchie bianche rosa gialle,
voli come nuvole nel gran vento.

veloce figlio della nostra terra,
favole di primavere corrono
tempi non felici controcorrente...
vai la tua vita come fosse niente.


*

finché remoti arrivino rapaci
regni del sonno, gli accaniti idiomi
credi di non capire; sono gnomi
da Morfeo spinti mordono vivaci,

una sabbietta lor d’oro versano
che non si è mai vista, nei vostri occhi
che poi diventa la pagliuzza a spicchi.
nel frattempo è mattina, si immergono.


e-bbrezza

bimba se vai veloce arrivi prima
te l’assicuro credi non c’è il trucco,
raro accade nella vita che mima
ergo corri non rimaner di stucco

scordati dell’inciampo nella testa
sgombra da crucci fuga la lentezza
i ritmi scontati: per far festa
i pensieri aboliti dalla brezza.


postadrenalinico

sì sento lo sfinimento sfilaccio
se a volte nemmeno me ne accorgo,
misura o quale peso potrei darvi
ho un piede nella fossa son malata.

di bellezza questa mi fu accordata
mentre mi scorre la vita davanti
sono inutili tutti questi pianti
non so da chi possa averlo imparato.

so di essere dura di cervello
fatto sta che si è stabilito il bello…
e tutta la fatica di seguirlo

l’inutile delitto del rovello
il morire di estrema consunzione
capisci che mi passa sulla testa:

è l’ora dolce, passa la dolcezza.