FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 32
ottobre/dicembre 2013

Geometrie

 

MADRI - FIGLIE
Geometria della relazione

fotografie di Christian Rothmann
testo di Ambra Laurenzi



MADRI - FIGLIE
Geometria della relazione


Ho incontrato Christian Rothmann, eclettico artista tedesco, e la sua mostra Madri - Figlie al Goethe Institute di Trieste nell’ambito della rassegna Trieste Fotografia 2013.
In precedenza le immagini relative a questo progetto erano state esposte con fotografie a grandezza naturale nel 2011 nella Zodiac Gallery di Omaha (Nebraska), nel 2012 all’Art Salon di Tokyo, nel 2013 all’Ambasciata tedesca di Tokyo.

Il tema del progetto mi ha incuriosito anche per il fatto che un argomento così legato al “femminile” sia stato affrontato da un uomo. A questo interrogativo Rothmann ha risposto che durante i suoi numerosi viaggi ha spesso visto madri e figlie viaggiare insieme e, se pure questo è espressione di affetto e di condivisione, nello stesso tempo può creare dipendenza reciproca diventando motivo di stress. Da qui l’interesse per un’indagine più approfondita.
Ha così preso avvio questo progetto, nello stesso tempo complesso e divertente, nel gennaio del 2011 nel Rajastan (India) per poi attraversare altri continenti e atre latitudini: Asia, America, Europa. In ogni luogo Rothmann ha incontrato coppie di donne alle quali ha chiesto di condividere un piccolo gioco: tenere in mano, nel modo più spontaneo, un cerchio da giocoliere come anello di congiunzione tra di loro e come espressione della loro relazione.

 

MOTHERS - DAUGHTERS
The geometry of a relationship


I have met Christian Rothmann, an eclectic German artist, and seen his exhibition, Mothers - Daughters at the Goethe Institute in Trieste which was part of the 2013 Trieste Photography Show.
The images in this project were previously on display as life size photographs in 2011 at the Zodiac Gallery in Omaha (Nebraska), at the Art Salon in Tokyo in 2012, and at the German Embassy in Tokyo in 2013.

The theme of the project has also interested me by the fact that a feminine topic is being tackled by a man. Rothmann answered this point by saying that during his numerous trips he often saw mothers and daughters traveling together, and if there is an expression of affection and sharing, at the same time it can also create reciprocal dependency, becoming a cause of stress. Interest for a more in depth study grew from here.
And so the project was launched, both complex and fun, in January 2011 in Rajastan (India). A project which would then cross other continents and latitudes: Asia, America, Europe. In each place, Rothmann met pairs of women. He asked them if they would take part in a little game, to spontaneously hold a juggling hoop in their hands, as a joining link between them and as an expression of their relationship.



La congiunzione e la continuità sono due, tra gli innumerevoli simboli del cerchio, che le immagini suggeriscono con grande forza facendo affiorare una parte profonda del rapporto madre-figlia, quella parte che spesso non viene percepita a livello cosciente.
Le donne interpellate hanno partecipato a questa duplice e libera gestione dell’anello, ora con divertimento e simpatia, ora con ironia o imbarazzo, ora con timore o diffidenza.
L’affresco corale che ne deriva offre un panorama della relazione madre -figlia molto vario e ricco di connotazioni sociali e psicologiche, grazie alla capacità di Rothmann di saper comunicare il senso della sua iniziativa a donne di culture così profondamente diverse, e di percepire, nel momento della fotografia, il tempo esatto dello scatto in cui la relazione si esprimeva.
Il cerchio ha così assunto ruoli diversi: una cornice da cui affacciarsi insieme, un testimone che una madre consegna ad una figlia, un elemento di continuità se pure nel superamento delle tradizioni, un indumento protettivo da indossare, e molto altro.

Il ritratto è un genere fotografico ricco di significazioni diverse, ognuna delle quali rappresenta una delle tante sfaccettature della storia e della personalità di un individuo, ma contiene anche la personalità del fotografo. Per questo motivo non deve essere stato semplice per l’autore lasciare libere le donne di auto-rappresentarsi, ma in queste fotografie Rothmann è solo là dove deve essere: nell’ideazione del progetto, nella capacità di comunicazione e nel saper attendere che l’immagine si compia.

  Connection and continuity are two of the numerous symbols of the hoop, that the photos powerfully suggest. A profound part of the mother-daughter relationship emerges, the part that is often not consciously perceived.
The women were invited to take part in this dual and free task using the hoop, with fun or mutual understanding, with irony or embarrassment, with fear or suspicion.
The creative result provides an overview of the mother-daughter relationship, very rich and varied in social and psychological connotations, thanks to Rothmann's skill in knowing how to convey the sense of his initiative to women from such different cultures, and perceiving the moment their relationship was expressed, capturing it in the photo.
The hoop has therefore different roles: a frame to look out of together, a baton that the mother passes to the daughter, an element of continuity when passing on traditions, a protective piece of clothing to wear, and many others.

The portrait medium is photography rich in different meanings, each one representing one of the many aspects of the individual's story and personality, but also containing the personality of the photographer. For this reason, it can't have been easy for the author to have left the women free to represent themselves. However, in these photographs, Rothmann is just where he should be, creating the project, with his ability to communicate and know how to let the image be accomplished.




Traduzione dall’italiano di Emma Cheeseman


art@rothmann.info
ambralaurenzi@yahoo.com