FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia
Numero 11
luglio/settembre 2008

Generazioni

IL CINEMA A PAROLE

di Verónica Becerril


LITTLE MISS SUNSHINE
di Jonathan Hayton e Valerie Faris

Tre generazioni a confronto, in questo film americano diretto dai coniugi Jonathan Dayton e Valerie Faris, mostrano allo spettatore diversi punti di vista rispetto al mondo d’oggi. Little Miss Sunshine (2006) racconta la vita della famiglia Hoover, composta dal nonno tossicodipendente (Alan Arkin), dal padre Richard sognatore, che ha un’idea rivoluzionaria per avere successo (Greg Kinnear), dalla madre Sheryl (Toni Collette) che è l’unica capace di tenere unita questa famiglia molto particolare, dallo zio Frank che è appena uscito dell’ospedale dopo un tentativo fallito di suicidio (Steve Carell), dal figlio Dwayne adolescente che legge soltanto Nietzsche e che ha deciso di non parlare più (Paul Dano), e per ultimo, la protagonista, la piccola Olive (Abigail Arkin) di sette anni che vuole vincere un concorso di bellezza con i suoi occhiali e la sua pancina.
Ognuno con i suoi problemi, con le sue paure, riesce a contagiarsi della voglia della piccola Olive di diventare “Miss Sunshine” in un concorso di bellezza per bambine. I personaggi, così inadatti al mondo d’oggi, fanno ridere spesso lo spettatore. Infatti Alan Arkin ha vinto l’Oscar come migliore attore e il film il premio per il miglior soggetto originale. Ma non si ride soltanto per l’eccentricità dei protagonisti, bensì anche per e scene di vita che lo spettatore riconosce, in alcune occasioni, come proprie.

La famiglia Hoover potrebbe essere una famiglia qualsiasi, una delle tante: ogni componente diverso, ognuno con le proprie abitudini e manie, ovviamente si parla di finzione e per queste le situazioni sono estreme, eppure ogni componente di questa sgangherata famiglia è unito agli altri tramite la piccola Olive.
Il nonno avrà il compito d’insegnare a Olive il sorprendente ballo che dovrà presentare al concorso di bellezza, il padre comprende che il successo può trasformarsi in una cosa secondaria quando si punta anche ad altre cose, ad altri valori. La madre è il vero supporto di tutta la famiglia, la consigliera “ufficiale”. Olive avrà dalla sua parte anche lo zio gay, depresso dopo la rottura con il fidanzato. Zio che apporta originalità alla famiglia, la sconvolge con il suo racconto e impronta a un sarcasmo sensazionale tutta la vicenda: lui e il nipote quindicenne arrabbiato con il mondo perché non lo comprende, si trasformano nella la coppia più esilarante di questa variegata e sgangherata famiglia.
E, infine, la protagonista, ovvero Olive che vive con il sogno di tutte le bambine d’America, quello di diventare reginetta, mini star, fanciulla prodigio. Sì, la semplice e goffa Olive che con la sua genuina spontaneità ci mostra l’altra faccia dei concorsi di bellezza: un mondo artefatto dove le bambine vengono trasformate in “mostri”.

Little Miss Sunshine è un film per tutti, spassoso anche se non privo di momenti drammatici, e allo stesso tempo è un quadro perfetto e tagliente della realtà del mondo d’oggi, per questo occorre vederlo assolutamente.


Little Miss Sunshine è un film di Jonathan Dayton e Valerie Faris, con Greg Kinnear, Steve Carell, Toni Collette, Paul Dano, Abigail Breslin, Alan Arkin.
Prodotto in USA. Durata: 99 minuti.

 

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