FILI D'AQUILONE rivista d'immagini, idee e Poesia |
Numero 11 luglio/settembre 2008 Generazioni |
VERA LÚCIA DE OLIVEIRA, IL DENSO DELLE COSE di Alessio Brandolini |
lavava il corpo di lui con l’anima in mano Vera Lúcia de Oliveira
È uscito da qualche mese l’ultimo lavoro poetico di Vera Lúcia de Oliveira, è un’antologia personale e s’intitola Il denso delle cose (2008, Besa Editrice, collana Costellazione, con testo portoghese a fronte della stessa autrice).
Infatti, gli ultimi tre libri di poesia di Vera Lúcia de Oliveira pubblicati prima di questa antologia sono A chuva non ruídos (2004) in portoghese (con il quale ha vinto il premio di poesia dell’Accademia Brasiliana di Lettere), Verrà l’anno (Fara, 2005) in italiano, opera finalista vincitrice al Premio Pasolini 2006 e Entre as junturas dos ossos (2006), in portoghese, poi premiato e diffuso in Brasile in tutte le scuole nazionali.
Tornando alla raccolta Il denso delle cose, essa prende avvio con i testi della raccolta Geografie d’ombra (1989) che è il primo libro di poesia pubblicato in Italia, mentre l’esordio in Brasile risale al 1983. Le ombre e le tracce delle difficoltà incontrate in Italia, dello stacco dalla propria terra, dall’infanzia. L’acuta nostalgia, quindi, ma anche l’inizio di quella poetica del dolore e della spoliazione linguistica che caratterizzerà le successive raccolte.
la casa lucida dentro di me le cose scavate Poi sono stati antologizzati i testi di una raccolta centrale e decisiva per la messa a fuoco della poetica della de Oliveira, Tempo di soffrire (1989), interamente dedicata al tema del dolore: dell’uomo, del mondo, della malattia, della solitudine; della sofferenza sociale, psicologica, esistenziale; il dolore che resta conficcato nella memoria e nel cuore. Sono testi più equilibrati dei precedenti, anche più lucidi e consapevoli:
nascono poesie da questo modo torto Seguono i testi della raccolta, scritta direttamente in portoghese, Uccelli convulsi (2001), che contiene il testo che presta il titolo all’antologia. Ancora il dolore, come una costante, un’ossessione, e gli uccelli (le rondini) e le case (il nido), anzi le “casupole” dell’omonima poesia in cui si dice:
era fatta l’infanzia di pareti bianche di cortili gonfi di uccelli Ecco, a mio avviso, da questa raccolta si avverte un cambio decisivo, un salto di qualità dal punto di vista costruttivo, metrico e compositivo: la poesia di Vera Lúcia de Oliveira comincia a farsi “più leggera” e non per un “alleggerimento” dei temi trattati, che infatti restano il dolore, l’incomunicabilità, la sofferenza. Lo sguardo attento (e partecipe) su chi soffre non muta (anzi, forse si acutizza), però tutto è più asciugato, essenziale e, ad un tempo, più elaborato musicalmente. Le sue poesie, come ho scritto altrove, iniziano a trasformarsi in piccoli racconti in miniatura, autonomi, ma legati l’un l’altro in un originale impasto poetico, e ad avere quella “visione corale” dovuta a un ascolto più allargato e sottile, come se alla sua voce ora si affiancassero le voci (o i sussurri, le parole e le urla) di altre e numerose persone: i genitori, gli amici, i poeti amati, le persone incontrate casualmente per strada...
A questo punto nel libro seguono altre due sezioni di testi provenienti dai libri pubblicati nel 2003: A chuva nos ruídos e Nel cuore della parola, dove si incontrano brevi testi che approfondisco quella tecnica del racconto in miniatura di cui parlavo sopra: “disse che Dona Cota aveva cominciato/ a parlare con i morti/ chiamava il padre, parlava con la madre/ disse che era così erano i morti/ che venivano a prendere i vivi/ quando si è già un passero/ che si prepara per il volo/ ma non si sa ancora/ se volerà”. Con un sviluppo poetico che tende alla prosa, al monologo interiore. Si vedano altri testi importanti come “La sistemazione”, “Il film”, “La musica” (“ho la musica dentro lei mi abita/ quando mi alzo lei già mi aspetta/ quando cammino lei mi cammina davanti...”), “Storie”, “Petali”, “L’orto” o “Estranea”: “gli disse all’improvviso/ che non voleva essere seppellita/ in quel posto/ che non era di lì/ che quella terra non avrebbe/ riconosciuto la terra/ da dove era venuta”.
Il denso delle cose, pur essendo un’antologia, contiene dei fili invisibili, sottili ma molto resistenti, che cuciono assieme tutti i testi, tessono una poetica chiara, di forte autocoscienza poetica e critica (lo dimostra anche il denso saggio finale “Fra due geo-grafie” in cui l’autrice parla del proprio mondo poetico), che spesso manca nella poesia contemporanea. Non mi riferisco soltanto allo stile, al vocabolario, ma soprattutto allo sguardo che cambia con il tempo, certo, si sposta su cose (geografie) diverse, come è normale che accada, ma sempre in cerca delle stesse cose, quelle che da millenni stanno dentro il significato della vita, dentro l’uomo, in noi stessi, depositate nella memoria collettiva.
VERA LÚCIA DE OLIVEIRA
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POESIE DI VERA LÚCIA DE OLIVEIRA
da Il denso delle cose
PROFANO LE COSE
profano le cose per amore (da Geografie d’ombra, 1989)
il mio dito víola cose l’anima violentata è una perforatrice il sole illumina la via in silenzio (da Pedaços / Pezzi, 1992)
da questo sguardo massiccio sguardo di grano maturo le parole tutte che dirò (da Tempo de doer / Tempo di soffrire, 1998)
salivo il pendio il denso (da Pássaros convulsos / Uccelli convulsi, 2001)
di casupole e un lento dolore (da Pássaros convulsos / Uccelli convulsi, 2001)
costruire una casa è come mettere ordine nel mondo (da No coração da boca / Nel cuore della parola, 2003)
ho la musica dentro lei mi abita (da No coração da boca / Nel cuore della parola, 2003)
l’orto era come l’utero della madre (da No coração da boca / Nel cuore della parola, 2003)
la pioggia batteva sulla finestra gelava (da No coração da boca / Nel cuore della parola, 2003)
pensava che le cose dentro i libri (da No coração da boca / Nel cuore della parola, 2003)
lavava il corpo di lui con l’anima in mano (da No coração da boca / Nel cuore della parola, 2003)
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Vera Lúcia de Oliveira, Il denso delle cose (antologia poetica - Besa editrice, Nardò-Lecce, 2008, pagg. 118, euro 12,00)
Vedi anche, sul n. 3 |