FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia
Numero 10
aprile/giugno 2008

Identità & Conflitto

ALLA LETTERA

di Annarita Verzola



Bastiano viveva in una piccola città ed era giudicato da tutti un po' strambo. Per essere precisi, i parenti lo consideravano un po' tonto, i conoscenti e gli amici quasi un extraterrestre. Tutto era cominciato nella sua infanzia.

Se il babbo diceva a Bastiano di non menare il can per l'aia, lui correva alla fermata del filobus, prendeva il 52 e andava in periferia alla cascina della nonna; lì provvedeva a incatenare il cane alla cuccia, dispiaciuto di non poterlo più portare in giro qua e là.

Quando il nonno, stanco dopo una giornata di lavoro in campagna, rincasava lamentandosi per la fatica e prometteva l'indomani di piantare capra e cavoli, Bastiano si alzava all'alba e si appostava nel campo, curioso di vedere come avrebbe fatto il nonno a piantare la capra Nenè nel terreno e soprattutto a farcela restare.

Se la nonna gli spiegava che per tener lucidi tutti quegli arnesi di rame in cucina ci voleva troppo olio di gomito, Bastiano si muniva di bottiglia e imbuto e andava in giro per il vicinato, ad accertarsi se qualcuno ne avesse in più da prestarle.

Una volta Bastiano era andato dall'ortolano per comprare un chilo di pomi d'Adamo; un'altra volta era corso a nascondere il lavoro di cucito della sorella, inorridito dopo averla sentita confidare a un'amica che quell'occupazione le faceva venire la barba.

E poi c'era stata quella volta in cui la mamma aveva detto che la signora Lucia parlava coi piedi e Bastiano aveva tenuto d'occhio la vicina per giorni e giorni, sperando di vedere un tale fenomeno.

Da tutto ciò non si fatica a comprendere come mai i parenti lo considerassero un po' tonto.

Dopo aver cominciato a frequentare la scuola, le cose non erano migliorate.

Le maestre avevano spiegato ai suoi genitori che non era proprio un'aquila e Bastiano supponeva che fossero impazzite; un ragazzino e un rapace non si somigliano per niente!

Quando alla scuola Media la professoressa di matematica lo aveva rimproverato di scaldare il banco, Bastiano si era offeso molto perché non si era mai sognato di accendere un fuoco in classe. Alle scuole superiori Bastiano aveva offerto generosamente tutti i muri di casa propria a Luigi, che non sapeva dove sbattere la testa con il latino; e dopo aver sentito dire di Tiziana che aveva troppi grilli per la testa, aveva deciso di evitare accuratamente la compagna perché quegli animaletti gli facevano senso.

Infine Bastiano aveva abbandonato la scuola il giorno in cui il professore di francese gli aveva urlato di prendere la porta e andarsene: lui, mogio mogio, l'aveva tolta dai cardini e se l'era portata via a spalla.

Così aveva cercato lavoro presso un gommista, dopo aver letto sul giornale sportivo che per la sua squadra del cuore la ruota della fortuna aveva ripreso a girare; quale posto migliore per procurarsene un'altra, caso mai si fosse bucata?

E ben presto aveva smesso di curare il giardino del generale Ferrari; questi un giorno gli aveva confidato di non digerire la famiglia della casa accanto e Bastiano considerò più prudente evitare quel cannibale.

Non è difficile comprendere da tutto ciò perché conoscenti e amici lo considerassero un extraterrestre.

Fu un brutto giorno per lui quello in cui il babbo lo rimproverò di avere la coscienza sotto la suola delle scarpe perché li faceva tribolare tutti con le sue stranezze. Bastiano si tolse delicatamente le scarpe, pieno di rimorsi, e andò a meditare nel parco.

Era talmente assorto che si scontrò con una ragazza e le fece cadere tutti i pacchetti che aveva in mano.

Belinda, così si chiamava la fanciulla, gli sorrise dolcemente e non si arrabbiò per nulla. Bastiano rimase colpito dal suo viso luminoso e senza trucco e lei gli spiegò che amava mostrarsi così, all'acqua e sapone. Bastiano le rivelò di apprezzare molto quella sua predilezione per la pulizia e passeggiarono per ore, chiacchierando piacevolmente. Quando Belinda gli confidò di aver rinunciato a fare l'attrice perché preferiva vivere nell'ombra, Bastiano badò bene a condurla solo nei viali più riparati dal sole. Trascorsero insieme un bel pomeriggio e quando si lasciarono gli disse che era proprio spiritoso e le sarebbe piaciuto rivederlo.Tornato a casa Bastiano si confidò con la sorella, la quale gli spiegò che sarebbe stato sicuro di amare una ragazza quando si fosse accorto di pendere dalle sue labbra. Bastiano si spaventò, Belinda aveva labbra così piccole e delicate!

Si incontrarono di nuovo il giorno del compleanno di Belinda, e Bastiano si presentò con un mazzo di fiori ed un ombrello, perché lei gli aveva detto per telefono che stava ricevendo una pioggia di auguri.

Belinda capì al volo la situazione e rassicurò Bastiano che la faccenda non era poi così grave, anzi, secondo lei, prendere tutto alla lettera era molto divertente. Bastiano si sentì tanto felice e decise che avrebbe fatto il postino; chiese a Belinda di sposarlo e andarono a vivere in una casetta nel cuore della città, come piaceva a lei, anche se lo aveva sfiorato il dubbio che la notte avrebbero dormito male, a causa del rumore dei battiti.


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