FILI D'AQUILONE rivista d'immagini, idee e Poesia |
Numero 7 luglio/settembre 2007 Altre terre |
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di Walter Salles
Il quinto lungometraggio del brasiliano Walter Salles (Rio de Janeiro, 1956), chi si è fatto conoscere con Central do Brasil (1998), si basa sui diari che Ernesto Guevara (nato a Rosario, in Argentina, nel 1928) scrisse durante un faticoso viaggio, durato sette mesi, lungo il Sudamerica. I diari della motocicletta (2004) è la storia del "Che" quando non era ancora il mitico comandante "Che", ovvero l'eroe sempiterno. Quando il giovane Guevara era soltanto uno studente di 23 anni, bello e scanzonato, che stava terminando gli studi medici. A dargli il volto in questo film è il bravo attore messicano Gael García Bernal.
Nel 1952, convinto dal suo amico biochimico Alberto Granado (all'epoca ventinovenne, attualmente vive a Cuba), Ernesto parte con Alberto per un viaggio con una moto sgangherata (una Norton, chiamata "la poderosa", che darà ai due amici non pochi problemi) che li porterà da Buenos Aires a Caracas. Un viaggio soprattutto in moto, ma anche a piedi, in autostop, o con mezzi di fortuna.
I paesaggi della Sudamerica, con la loro bellezza e povertà, sono le pietre miliari di questo film. I due protagonisti partono da una città, Buenos Aires, che in quel momento sta vivendo un periodo di ricchezza economica, e subito dopo iniziano a scoprire una realtà diversa: fatta di stenti, povertà, diffidenza, duro lavoro, malattia, fame.
Certo, non tutto fila liscio durante il viaggio. Per esempio una volta i due si vedono costretti a fuggire durante una festa popolare, mal capiti dagli abitanti del luogo. Si incontrano con una coppia alla ricerca d'un lavoro in mezzo al nulla, e il Che, commosso, gli regalerà tutti i soldi che ha in tasca e che aveva appena ricevuto della fidanzata (e che Alberto gli aveva chiesto insistentemente), indispensabili per proseguire nella loro impresa di conoscenza.
Staccarsi dalla normalità quotidiana, conoscere "altre terre", le necessità e le paure di altri uomini ci fa capire meglio anche noi stessi, espande la nostra mente, la nostra coscienza e infonde nuovi valori. Certo non sempre è così, o non per tutti, dipende dallo "spirito" del viaggio e dalla propria sensibilità. Ma così fu per il Che e per Alberto, due grandi personaggi che con questa avventura scoprirono una realtà sconvolgente e questo sconvolse le proprie scelte di vita: capirono le cose per cui, per loro, occorreva lottare. Non una lotta armata, ma qualcosa di più efficace e forte: la lotta di chi dimostra con i fatti, giorno dopo giorno e mettendo a repentaglio la propria vita aiutando chi ne ha bisogno con passione e senza interessi personali, che il mondo può cambiare davvero. E in meglio.
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