FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia
Numero 7
luglio/settembre 2007

Altre terre

CLAUDINE BERTRAND:
UN SENSO ALL'INSENSATEZZA

a cura di Viviane Ciampi



Esiste la poesia dell'erranza interiore e quella - materia ardente - atta a smuovere l'inerzia del mondo. Claudine Bertrand le fa convergere per andare incontro ad un senso nuovo: quello della bellezza. Perché, secondo Diderot, da lei citato in esergo in una sua opera: "La poesia vuole qualcosa di enorme, barbaro e selvaggio". E la quebecchese non rifiuta niente di ciò che offre la parola. È leonessa affabile, ma come tutte le leonesse ha imparato a graffiare e detesta le gabbie. Addenta le turbe dell'inferno che abitiamo, si chiede chi ci ruba gli anni e da che parte sta il baratro. Incontra figure di stregoni, nomadi in fuga (presenze maschili in via di deterioramento), che piantano "soucis" (parola dal significato ambivalente di "fiori" ma anche di "guai") sui prati del piacere.

Poesia sensuale e incantatoria, mistica a tratti, insieme grido e riconciliazione dall'infanzia (ma questa è un'altra lunga storia!). Bertrand sa che la sofferenza risiede "in chi non trova le parole per conficcarle nel dolore".

Tra diversi gradi d'osservazione, s'incontrano la perdita e i ritrovamenti, in tutte le accezioni dell'io, del tu, del voi. Si convoca il corpo in quanto "trasmettitore" per eccellenza della scrittura. Perciò il lettore non resta mai a riposo (e come potrebbe?), immerso in questa voce originalissima che - mirando all'infinito - accerchia sbavature di senso e sbracamento dei tempi.




Poesie di Claudine Bertrand


    *
On la voit longer les chuchotements de fin de journée. Une langue de pièges se resserre autour de l'amoureux. Elle porte en elle un visage qui dissimule mal ses visions. Quelques énigmes de bruine dans un grimoire de circonstance. Sous un monceau de pluie, un regard-caresse se dérobe à son sommeil léger.

    *
La si scorge lungo i mormorii di fine giornata. Una lingua di trappole s'avvinghia all'innamorato. Cela in se stessa un volto che occulta malamente le proprie visioni. Pochi arcani d'acquerugiola in un ermetismo di circostanza. Sotto un cumulo di pioggia, uno sguardo-carezza si sottrae al suo lieve dormire.


    *
Reprise de la scène primitive. Je rêve de décrocher une étoile en bordure de ses lèvres. Mon côté femme, je le camoufle à l'ombre des jeunes filles en pleurs et enregistre malgré moi, ces moments intimes dans l'éclat de mes yeux. Sous la chair, veillent des griffures, des écorchures.

    *
Rilancio della scena primitiva. Sogno di schiodare una stella dall'orlo delle sue labbra. Nascondo il mio lato femmina all'ombra delle ragazze in lacrime e registro mio malgrado, questi segreti momenti nel chiarore dei miei occhi. Sotto la carne, vegliano graffi, scorticature.


    *
Une image floue dans l'audace de la lumière. À travers le jeu des reflets, je vois son dos tatoué de secrets nocturnes. Son visage et ses yeux m'échappent. Tout se dérobe sous mes pieds comme l'univers. Je me réveille sous une arcade d'orangers, un soupir, une odeur, des effets de choc sur la mémoire. Il me manquait ce matin-là.

    *
Un'immagine sfocata nell'audacia della luce. Attraverso un gioco di riverberi, vedo la sua schiena tatuata di segreti notturni. Viso e occhi mi sfuggono. Tutto si fa inafferrabile da sotto i piedi come l'universo. Mi sveglio sotto un'arcata d'aranci, un sospiro, un odore, effetti di shock sulla memoria. Quel mattino mi mancava davvero.

Da L'amoureuse intérieure (Éditions du Noroît - Le dé bleu, Québec, 1997)


    *
À la lisière des failles
elle voyage parfois
se perd trouve repaire
blottie dans un lit

Le noir traversé par le feu
souffle vers l'aube
le noir n'est plus le noir


    *
Al confine delle fratture
talvolta viaggia
si perde trova riparo
rannicchiata in un letto

Il nero traversato dal fuoco
infuria verso l'alba
il nero non più nero


    *
Tête qui repose
au creux des mots brumeux
et roule sur une épaule

Silencieuse
elle tricote un désordre des plus intimes


    *
Testa che poggia
nell' incavo di parole cupe
e rotola su una spalla

Silenziosa
lei sferruzza il più intimo dei disordini


    *
Un mouvement d'incantation
frôle les montagnes
des arbres tendent leurs ramages au ciel
dos courbé elle y cache sa voix
mais pourquoi se terre-t-elle

Il est des voyages
dont on croit ne jamais revenir
et dont on ignore où ils ont commencé


    *
Un movimento incantatorio
sfiora le montagne
gli alberi allungano i loro arabescati fino al cielo
schiena curva lei vi ci nasconde la voce
ma perché si rintana

Vi sono viaggi
da cui si crede di mai poter tornare
e di cui s'ignora dove sono cominciati


    *
Frottées au mots aux ventres
au sexe en colimaçon
des encres noires et sanguines

Flambent de nouveau
aux chatoiements de la lumière


    *
Strofinate alle parole ai ventri
al sesso a chiocciola
di neri e sanguigni inchiostri

Avvampano di nuovo
nel riverbero della luce


    *
Derrière le rideau
leurs corps
avaient trop souvent
célébré la noce

Tempêtes de perles à tout vent


    *
Dietro la tenda
i loro corpi
avevano troppe volte
celebrato le nozze

Tempeste di perle per ogni vento


    *
Femme endeuillée
de peaux de louves
se recouvre
pleurant la fuite du nomade
coureur de bonne aventure


    *
Donna in lutto
di pelli di lupe
si ricopre
per piangere la fuga del nomade
in caccia di buona ventura

Da Tomber du jour (Éditions du Noroît, Québec, 1999)


    *
Pourquoi m'avez-vous appelée « Petite chère » ? Dans les entrailles d'une crevasse, j'ai entendu « chair » comme si vous me portiez, et rachetiez ma chute.

Vous, d'une main muette, vous reconstruisiez le jour, et moi, je suis pareille à la lune quand elle ramène le monde vers son berceau. Qu'est-ce qui fait, en moi, hésiter le présent? Qu'est-ce qui n'est ni pensée, ni poésie?

    *
Perché mi avete chiamato «Piccola cara»? Nelle viscere di un crepaccio, ho inteso «carne» come se voi mi sollevaste e riscattaste la mia caduta.

Voi, con mano muta, ricostruivate il giorno, ed io, sono uguale alla luna quando riporta il mondo verso la propria culla. Cos'è che fa, dentro di me, esitare il presente? Che cosa non è né pensiero, né poesia?


    *
Mon corps fuit à toutes jambes une chute d'eau sadique. La pierre bleue que tu m'as offerte s'est volatilisée.

Pourquoi tous ces livres qu'on n'ouvrira jamais. De la chambre au jardin, ils sont des balises (celles qui permettent de remonter vers l'origine de l'absence).

    *
Il mio corpo respinge a gambe levate una caduta d'acqua sadica. L'azzurra pietra che mi hai regalato si è volatilizzata.

Perché tutti questi libri che mai si apriranno. Dalla camera al giardino, sono boe segnaletiche (quelle che facilitano la salita fino all'origine dell'assenza).


    *
Mes désirs se prosternent devant l'hôtel des âmes. Dieu est là en train de jouir. Quand il caresse mon sexe, je retire mes armes de pudeur. Je n'ai plus peur du loup.

Je veux la mort de la bête. Je la prémédite et me voilà humaine. Trop humaine. Mon ivresse sera son cercueil.

    *
I miei desideri si prosternano davanti all'albergo delle anime. Dio è qui e sta godendo. Quando accarezza il mio sesso, ritiro le mie armi di pudore. Non ho più paura del lupo.

Voglio la morte della bestia. La sto premeditando ed eccomi umana. Troppo umana. La mia ebbrezza sarà la sua bara.

Da Le corps en tête (L'atelier des brisants, France, 2001)


    *
Un plein jour
de voyelles
gronde
dans l'arc du guerrier


Traverse l'infranchissable


    *
Un giorno intero
di vocali
tuona
nell'arco del guerriero

Attraversa l'invalicabile


    *
Devant la parole hésitante
certaines voyelles se dérobent
à leur propre réalité

À hauteur d'épaule
s'éveillent et surprennent
le bonheur qui pique du nez


    *
Davanti alla parola esitante
alcune vocali si sottraggono
alla propria realtà

Ad altezza di spalle
si svegliano e sorprendono
l'intorpidirsi della felicità


    *
Au bout du voyage
se déchirent à qui mieux mieux
dans de sordides venelles

Désunissant ce qui les avaient unis
se livrent de durs combats
sur la place publique
s'immolent


    *
Al termine del viaggio
fanno a gara nel dilaniarsi
in tetri vicoli

Dividendo ciò che li aveva uniti
si abbandonano a tremendi combattimenti
sulla pubblica piazza
si sacrificano


    *
Mine de rien
un son rugit
à fendre l'air

Terrasse les icônes

À genoux
la nuit entre dans l'océan
pour narguer les amarres


    *
Come se niente fosse
un suono ruggisce
fino a squarciare l'aria

Sbaraglia le icone

In ginocchio
la notte si addentra nell'oceano
per sfidare gli ormeggi


    *
Cet exalté a soûlé
de ses mots la mer

Ressac de méfiance
qui flotte

Dans le crépuscule
il a crevé l'œil de la voyelle
à la Buñuel


    *
Questo invasato ha stordito
il mare con le sue parole

risacca di diffidenza
che ondeggia

Nel crepuscolo
ha cavato l'occhio della vocale
alla Buñuel

Da Chute de voyelles (Trait d'Union - Autres temps, Québec, 2004)


    *
Le réel a trop de dessous
et pourtant rien à cacher

Cherche et ne trouve pas
il n'y a que du jour en train de s'évader

Chaque pierre est un os
de la vieille mer

Il faut en frotter sa peau
pour sentir le temps


    *
Il reale ha troppe sottane
eppure nulla da nascondere

Cerca e non trova
c'è soltanto del giorno in via di fuga

Ogni pietra è un osso
dell'antico mare

bisogna strofinarne la pelle
per fiutare il tempo


    *
Chacun de ses mots
peut offrir du jour
peut manger du ciel

Chacun de ses mots
peut me donner jambe et cuisse
monter en moi jusqu'en haut


    *
Ciascuna delle sue parole
può offrire giorno
può mangiare cielo

Ciascuna delle sue parole
può darmi gamba e coscia
salire in me fin lassù

Da Jardin des vertiges (L'Hexagone, Québec, 2002)


    *
J'écris du plus loin de la douleur. Du ventre qui vacille.
Il y a quelque chose que je ne comprends pas.
Se dérobe une part de réalité
Mes mots suivent le trajet des circuits nerveux
en de saintes ellipses

                  Si tout m'éloigne de vous, le pacte est rompu.
                         Votre langue fend les lignes, le saccage
                  brise le regard. La peur trouvée entre les draps.


    *
Scrivo da più lontano del dolore. Dal ventre che vacilla.
C'è qualcosa che non capisco.
Svicola una parte di realtà.
Le mie parole scortano il tragitto dei circuiti nervosi
in elissi di santità.


                  Se tutto m'allontana da voi, il patto è sciolto.
                         La vostra lingua taglia le righe, il saccheggio
                  spezza lo sguardo. La paura scoperta tra le lenzuola.


    *
Pour qui
veut connaître
la gueule du poème
pieds et torse nus
voix rauque
et sang chaud

Entre des vagues de mots
le musicien pinçait les cordes
avec fougue
et devant une foule
au souffle retenu
devenait instrument
et attente...


    *
Per chi
volesse conoscere
il muso della poesia
piedi e torso nudi
voce rauca
e sangue caldo

Tra onde di parole
il musicista pizzicava le corde
con foga
e davanti una folla
dal respiro trattenuto
diventava strumento
e attesa...


    *
Je n'ai plus ni prière
ni tourments

Je n'ai plus de pierre
ni de père
J'irai plus loin
que votre silence


    *
Non ho più né preghiera
né tormento

Non ho più pietra
né padre
andrò più lontano
del vostro silenzio


    *
Hier, il n'y avait rien
depuis je vois pousser un mot

Dans le roc un cœur bat
déchiffre les tensions
qui se répandent sous les pas

Un homme grimpé à un arbre
prêt à se jeter dans le vide
répète avec force :
« tu es le corps et le sang »
Je n'ose aimer le présent qui meurt à l'infini


    *
Ieri non c'era niente
da allora vedo spuntare una parola

Nella roccia batte un cuore
decodifica le tensioni
che si spandono sotto i passi

Un uomo arrampicato ad un albero
pronto a gettarsi nel vuoto
ripete con forza:
«sei il corpo e il sangue»
Non oso amare il presente che muore all'infinito


    *
Nos lèvres intarissables
nous rendent chaque fois
une poignée de lumière

Secousses dans la nuit
éclats de rire comme rythme sonore

Sous les étoiles dormantes
un chant peut-être
en atomes de joie


    *
Le nostre labbra che non tacciono
ci restituiscono ogni volta
una manciata di luce

Scosse nella notte
risate come ritmo sonoro

Sotto le stelle addormentate
forse un canto
in atomi di gioia


Da Ailleurs en soi (Domens, France, 2006)

Traduzione dal francese di Viviane Ciampi




Claudine Bertrand CLAUDINE BERTRAND

Vive a Montréal, dove è nata nel 1948.
Poetessa, saggista, organizzatrice di eventi nel Québec e in Europa, docente di letteratura a Montréal, è stata per venticinque anni direttrice della rivista "Arcade" da lei fondata nel 1981, di fatto, unica rivista letteraria in America del Nord a diffondere la letteratura al femminile. Attualmente dirige il sito web Mouvances, da lei fondato, per dare voce agli scrittori del mondo e far conoscere all'estero la poesia quebecchese.
Ha pubblicato una ventina di opere poetiche e libri in collaborazione con artisti nel Québec e all'estero, tra cui citeremo Une main contre le délire (Le Noroît/Erti 1995, Québec); l'Amoureuse intérieure (Le Noroît/Le Dé Bleu 1997, Québec - Prix de Poésie 1998 de la Société des écrivains canadiens); Tomber du jour (Le Noroît 1999, Québec); Le Corps en tête (L'Atelier des Brisants 2001, France - Prix International de Poésie Tristan Tzara, Paris; Prix Femme de Mérite,1997; Médaille d'Or du Rayonnement culturel).
Titoli recenti: Pierres sauvages (L'Harmattan 2005, France); Ailleurs en soi (Domens 2006, France). Claudine Bertrand è corrispondente del Premier Congrès Poètes du Monde. È stata inclusa nell'antologia Poesia e Natura (Le Lettere, Firenze 2007)

viviane_ciampi@fastwebnet.it