FILI D'AQUILONE rivista d'immagini, idee e Poesia |
Numero 5 gennaio/marzo 2007 Alterazioni climatiche |
ACQUA E TERRA di Alessio Brandolini |
José Emilio Pacheco è uno dei poeti imprescindibili - assieme a Suor Juana Inés de la Cruz, Ramón López Velarde, Xavier Villaurrutia, José Gorostiza, Octavio Paz e Jaime Sabines - della estesa e intensa tradizione letteraria messicana. Nato a Città del Messico il 20 giugno del 1939 (dove tutt'ora vive), studia nella locale Università Nazionale Autonoma, comincia a collaborare giovanissimo a riviste letterarie e nel 1958 pubblica il volume di racconti La sangre de Medusa. A vent'anni i suoi testi poetici sono già conosciuti e apprezzati in Messico, per poi essere inseriti nelle più importanti antologie di poesia ispanoamericana. È del 1963 la sua prima raccolta in versi, Los elementos de la noche (Gli elementi della notte), che raccoglie la sua opera poetica dal 1958 al 1962; nello stesso anno pubblica il secondo libro di racconti El viento distante y otros relatos. Andrà avanti così, alternando racconti e poesia fino al 1981, quando pubblica il romanzo Las batallas en el desierto (Le battaglie nel deserto) che ottiene un successo enorme e ora è considerato un classico della narrativa contemporanea messicana. Nel 1980 raduna le sei raccolte poetiche fin lì pubblicate nel volume Tarde o temprano (Prima o poi), apportando consistenti modifiche ai testi. Nel 2000 ripete l'operazione e unisce tutta la sua opera poetica (undici raccolte) in un unico ponderoso volume che avrà lo stesso titolo del precedente, Tarde o temprano (1958-2000), modificando anche questa volta, e in modo consistente, i testi. Ha poi pubblicato Siglo pasado (2000) e Gota de lluvia (2005) libro di poesia per bambini. Oltre ad aver pubblicato vari libri in prosa, in poesia e saggi letterari, José Emilo Pacheco ha svolto un'importante opera di traduttore dall'inglese (Wilde, Eliot, Beckett...), ideato e diretto collane di case editrici e prestigiosi inserti e supplementi culturali, scritto soggetti cinematografici (poi divenuti film), curato decine di pubblicazioni, insegnato letteratura in diverse università messicane e nordamericane.
I paesaggi di José Emilio Pacheco sono d'acqua e di terra e il tempo, spesso, li cancella, o li deforma: motivo centrale nella poesia del grande autore messicano, assieme a quello dell'anonimato, dell'autore che parla a nome di tutti:
appartiene ai versi, e non all'autore dei versi (in "Una difesa dell'anonimato") Altri temi ricorrenti sono quelli del fuoco, della morte e della solitudine:
per dirle tutto e fare i conti (in "In fin dei conti") Pacheco da sempre riflette in poesia sulla Terra maltrattata e indifesa, sul mare afflitto dai "grumi di petrolio" e sul progresso e la tecnologia invadente (v. "Disfatta di Bill Gates", qui tradotta) e al pessimismo di fondo mescola un fine umorismo di stampo anglosassone. La sua lingua è asciutta ed essenziale, spesso usa il parlato, la frase comune e tagliente, ma in una semplicità profonda e talvolta ambigua. L'ironia lucida e irriverente è una costante di questi versi (sottoposti a continue riscritture, levigati fino alla perfezione) e, allo stesso tempo, una specie di sostegno alla stessa poesia, che si interroga costantemente sulla sua funzione nell'era delle "tormenta elettrica" dove tutto corre veloce e l'un l'altro "ci facciamo più sconosciuti".
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DIECI POESIE DI JOSÉ EMILIO PACHECO
de Islas a la deriva (1973-1975)
da Isole alla deriva (1973-1975)
No amo mi patria.
de No me preguntes como pasa el tiempo (1964-1968)
Non amo la mia patria.
da Non chiedermi come passa il tempo (1964-1968)
La honda Tierra es Pisamos huesos, El polvo
de No me preguntes como pasa el tiempo (1964-1968)
La profonda Terra è Calpestiamo ossa, La polvere
da Non chiedermi come passa il tempo (1964-1968)
De la gran ciudad maya sobreviven En lo alto el cielo en que se ahogaron sus dioses. Las ruinas tienen De tanta vida que hubo aquí, de tanta
de Islas a la deriva (1973-1975)
Della grande città maya sopravvivono Sopra, il cielo in cui affogarono i suoi dei. Le rovine hanno Di tanta vita che qui ci fu, di tanta
da Isole alla deriva (1973-1975)
Me asomé a la ventana y, en lugar de jardín, hallé la noche La nieve hace tangible el silencio. La nieve no quiere decir nada:
de Islas a la deriva (1973-1975)
Mi affacciai alla finestra e, al posto del giardino, trovai la notte La neve rende tangibile il silenzio. La neve non vuole dire nulla:
da Isole alla deriva (1973-1975)
¿En dónde está lo que pasó A medida que avanza el tiempo De los amores no quedó Y los amigos siempre se van. Aunque uno existe para lo demás tan sólo cuenta con la soledad
de Desde entonces (1975-1978)
Dov'è finito ciò che accadde Via via che passa il tempo Degli amori non è rimasto E gli amici se ne vanno sempre. Anche se uno esiste per gli altri conta soltanto la solitudine
da Fin d'allora (1975-1978)
Con esta lluvia el mundo natural Escucha Unica eternidad que sobrevive, esta lluvia no miente.
de Desde entonces (1975-1978)
Con questa pioggia il mondo naturale Ascolta Unica eternità che sopravvive, questa pioggia non mente.
da Fin d'allora (1975-1978)
O somos los guijarros que expulsa el mar y caemos
de Desde entonces (1975-1978)
O siamo ciottoli espulsi dal mare e cadiamo
da Fin d'allora (1975-1978)
En la ignorancia a medias de un idioma, Pienso en dirt, por ejemplo: Suciedad de la tierra, tumba y matriz. Extraño llamar "Tierra" al planeta errante La tierra baldía, la tierra prometida,
de El silencio de la luna (1985-1996)
Sull'ignoranza a metà d'una lingua, Penso a dirt, per esempio: Sudiciume della terra, tomba e utero. Strano chiamare "Terra" il pianeta errante La terra desolata,1 la terra promessa
da Il silenzio della luna (1985-1996)
Después del gran calor y el brillo intolerable del sol,
de Siglo pasado (Desenlace) (1999-2000)
Dopo il gran caldo e la lucentezza insopportabile del sole,
da Secolo passato (Atto finale) (1999-2000)
1Riferimento a "La terra desolata" di Eliot (che Pacheco ha tradotto).
Si ringrazia Martha Canfield per i preziosi suggerimenti. Opere di José Emilio Pacheco
In Italia è stato pubblicato il saggio di Paola Ballardin José Emilio Pacheco: la poesia della speranza (Bulzoni, Roma 1995). Sul numero 203 della rivista "Poesia" (marzo 2006) l'intervento di Stefano Bernardinelli sulla poesia di Pacheco "Difesa dell'anonimato", con una silloge di testi da lui tradotti. Sul numero 33 della rivista "Nuovi Argomenti" (gennaio-marzo 2006) 5 poesie tratte da Tarde o temprano (Poemas 1958-2000) radunate sotto il titolo Un disegno di ottobre, traduzione e nota di Stefano Bernardinelli.
Sempre a cura di Stefano Bernardinelli è uscita nell'ottobre 2006 l'antologia poetica Gli occhi dei pesci (Poesie 1958-2000) per le Edizioni Medusa (Milano, pagg. 158, euro 16,00), che tra l'altro contiene il saggio di Mario Benedetti "La poesia aperta di José Emilio Pacheco" (1993).
alexbrando@libero.it Sulla letteratura messicana vedi anche, su questo numero:
Jorge Ibargüengoitia, Le morte La terra di Juan Rulfo in La pianura in fiamme
Traduzioni di Alessio Brandolini e Perla Elias Nemer
AGUA Y TIERRA: PAISAJES 1
Es la hora imperceptible en que se hace de noche.
Y nadie se pregunta cómo se hace la noche,
qué materia secreta va erigiendo a la noche.2
Mar, devuelve a la noche
la oscuridad que atraes a tu abismo.3
Llueve y el mundo se concentra en llover.
El agua se ensimisma.
La Tierra entera se está hundiendo en la lluvia.
ACQUA E TERRA: PAESAGGI1
È l'ora impercettibile che si fa notte.
E nessuno si chiede come si fa la notte,
che materia segreta va edificando la notte.2
Mare, restituisci alla notte
l'oscurità che attiri nel tuo abisso.3
Piove e il mondo si concentra nella pioggia.
L'acqua resta assorta.
La Terra intera sta affondando nella pioggia.***
ALTA TRAICIÓN
Sul fulgor abstracto
es inasible.
Pero (aunque suene mal)
daría la vida
por diez lugares suyos,
cierta gente,
puertos, bosques, desiertos, fortalezas,
una ciudad deshecha, gris, monstruosa,
varias figuras de su historia,
montañas
-y tres o cuatro ríos.
ALTO TRADIMENTO
Il suo fulgore astratto
è inafferrabile.
Ma (benché suoni male)
darei la vita
per dieci dei suoi luoghi,
certa gente,
porti, boschi, deserti, fortezze,
una città disfatta, grigia, mostruosa,
vari personaggi della sua storia
montagne
- e tre o quattro fiumi.***
TIERRA
la suma de los muertos.
Carne unánime
de las generaciones consumidas.
sangre seca, restos,
invisibles heridas.
que nos mancha la cara
es el vestigio
de un insaciable crimen.
TERRA
la somma dei morti.
Carne unanime
delle generazioni consumate.
avanzi e sangue secco,
invisibili ferite.
che ci macchia il viso
è la traccia
di un crimine insaziabile.***
CIUDAD MAYA COMIDA POR LA SELVA
arcos, desmanteladas construcciones, vencidas
por la ferocidad de la maleza.
el color de la tierra.
Parecen cuevas
ahondadas en montañas que ya no existen.
grandeza derrumbada, sólo perduran
la pasajeras flores que no cambian.
CITTÁ MAYA MANGIATA DALLA SELVA
archi, smantellate costruzioni, vinte
dalla ferocia della boscaglia.
il colore della terra.
Sembrano grotte
affossate in montagne che già non esistono.
demolita grandezza, restano soltanto
i fiori momentanei che non cambiano.***
NOCHE Y NIEVE
constelada de nieve.
Es el desplome de la luz y se apaga.
es sólo una pregunta que deja caer millones de signos de
interrogación sobre el mundo.
NOTTE E NEVE
costellata di neve.
È il crollo della luce e si spegne.
è solo una domanda che lascia cadere milioni di segni
interrogativi sopra il mondo.***
EN RESUMIDAS CUENTAS
y qué se hizo de tanta gente?
vamos haciendo más desconocidos.
ni una señal en la arboleda.
Son viajeros en los andenes.
(sin ellos es inexistente),
para contarle todo y sacar cuentas.
IN FIN DEI CONTI
e che fine ha fatto tanta gente?
ci facciamo più sconosciuti.
nemmeno un segno tra gli alberi.
Sono viaggiatori sui binari.
(senza di loro è inesistente),
per dirle tutto e fare i conti.***
HOMENAJE
penetra
en los desiertos de concreto.
su música veloz,
contrapunto de viento y agua.
OMAGGIO
penetra
nei deserti del concreto.
la sua musica veloce,
contrappunto di vento e acqua.***
JARDÍN DE NIÑOS, 20
(EPILOGO)
en la playa que no elegimos, entre sargazos
y entre grumos letales de petróleo. Aquí está
la sequía que nombran el desierto. Es preciso
atraversarlo de sol a sol. Llegaremos
al otro mar a que nos cubra la muerte. Entretanto
el camino es la meta y nadie avanza solo
y el agua se comparte o revientas. No hay
minuto que no transcurra. Adelante.
ASILO NIDO, 20
(EPILOGO)
sulla spiaggia che non scegliemmo, tra sargassi
e grumi letali di petrolio. Qui c'è
la siccità che chiamano il deserto. Occorre
attraversarlo dall'alba al tramonto. Arriveremo
all'altro mare per farci ricoprire dalla morte. Intanto
il cammino è la meta e nessuno avanza da solo
e l'acqua si condivide o crepi. Non c'è
minuto che non scorra. Avanti.***
TIERRA DE NADIE
ya que el dominio es imposible,
las palabras demuestran estar hechas
de la esencia del mundo y la poesía.
"barro, lodo, tierra,
polvo, suelo, mugre,
suciedad, obscenidad,
bajeza, vileza."
Basura sagrada
que amasaron plantas y huesos.
Putrefacción en que nos da la vida la muerte.
en donde navegamos siempre en tinieblas
y a la materia de la que sale todo
y a la que todo regresa.
la tierra de nadie.
TERRA DI NESSUNO
visto che il dominio è impossibile,
le parole dimostrano d'essere fatte
dell'essenza del mondo e della poesia.
"melma, fango, terra,
polvere, suolo, sporcizia,
sudiciume, oscenità,
bassezza, infamia."
Sacra immondizia
che impastarono piante e ossa.
Putrefazione che ci dà la vita dalla morte.
dove navighiamo sempre nelle tenebre
e alla materia dalla quale tutto viene
e alla quale tutto ritorna.
la terra di nessuno.***
DERROTA DE BILL GATES
la tormenta eléctrica,
la lluvia que no anunció su llegada.
Y el trueno inmenso, emperador de los aires,
hace que el mundo estalle en los conductores eléctricos,
y nos vuelve por un instante
sombras de un mundo antiguo sin electrónica,
aprendices de espectro, aire en el aire.
DISFATTA DI BILL GATES
la tormenta elettrica,
la pioggia che non preannunciò il suo arrivo.
E il tuono immenso, imperatore dell'aria,
fa che il mondo esploda nei conduttori elettrici,
e per un istante ci trasformi
in ombre d'un mondo antico senza elettronica,
spettri apprendisti, aria nell'aria.
POESIA
TRA I LIBRI IN PROSA
perlaeliasnemer@libero.it
di Alessio Brandolini
di Antonella Piperno