FILI D'AQUILONE rivista d'immagini, idee e Poesia |
Numero 4 ottobre/dicembre 2006 Sacro e profano |
AGHION OROS, FIACCOLA DELLA FEDE di Armando Santarelli |
Esiste un luogo, nell'Oriente cristiano, dove nessun laico ha mai abitato. Consacrato da sempre a Dio, da millenni vi dimorano solo monaci ed eremiti. Unica repubblica monastica al mondo, baluardo del Cristianesimo orientale, oggi più che mai il Monte Athos, l'Aghion Oros dell'ortodossia, si pone come un'assoluta provocazione per l'uomo occidentale. Ero solo un adolescente quando lessi per la prima volta un articolo riguardante il Monte Athos. Per molti anni, il mistero di questo luogo unico al mondo ha continuato ad agitare la mia mente: perché si sceglie di entrare in una dimensione di vita quasi medioevale? A che pro trascorrere tante ore nella preghiera e nella liturgia? Come mai il pellegrino occidentale è così affascinato dall'Aghion Oros? Ma l'Aghion Oros è un agente metafisico forte e intransigente; proprio quando cominci ad amarlo ti rende cosciente che non sarà mai tuo, che appartiene solo a chi ha deciso di sposarne per sempre il severo clima spirituale. L'Athos è luogo di refrigerio privilegiato per chi ha veramente sete di Dio. "L'intero Oros", ha scritto il teologo Basilio, già igumeno dei monasteri di Stavronikita e di Iviron, "con la sua sostanza fisica e spirituale ti plasma, ti porta nel suo seno, per una nuova vita".
"In Occidente", afferma ancora Basilio, "comanda l'azione, ci chiedono come possiamo rimanere per così tante ore in chiesa senza far nulla. Rispondo: cosa fa l'embrione nel grembo materno? Niente, ma poiché è nel seno di sua madre si sviluppa e cresce. Così il monaco. Anche noi viviamo dentro l'utero della nostra madre. E ci rendiamo conto che le relazioni che ci legano alla chiesa sono relazioni organiche. Custodiamo lo spazio santo e siamo custoditi, plasmati da questo stesso spazio". Non c'è monaco del Sacro Monte che non si riconosca nelle parole del folle in Cristo Massimo: "Gli uomini credono che occorra prima amare gli uomini e poi amare Dio. Anch'io ho fatto così, ma mi sono accorto che non serviva a nulla! Quando invece ho cominciato ad amare Dio prima di tutto, in questo amore di Dio ho ritrovato il mio prossimo, e nello stesso amore di Dio i miei nemici sono diventati i miei amici, anzi, creature divine...".
Nel luogo che rappresenta più di ogni altro il presente, il passato e il futuro dell'Ortodossia, il monaco athonita, come ci ricorda l'Archimandrita Sofronio, continua il cammino incessante verso il Signore "fuggendo ciò che è contro natura, salvando ciò che è secondo natura, innalzandosi a ciò che è sopra la natura".
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