FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia
Numero 3
luglio/settembre 2006

Signore Bestie

IL PUGNO DI IVAN

di Ivano Malcotti


Aspettando la "Nuova avanguardia"

Il poeta Ferlinghetti ha sempre sostenuto che "l'arte è forza dell'idea, religione dell'anima e l'artista è il suo banditore, con dovere supremo di divulgarla, sensibilizzare, educare ad essa". Confortati da questa affermazione possiamo aggiungere che la poesia è piccolo momento eterno sospeso e ossigenato dal sangue delle parole. Compito primario di quest'arte nobile consiste nel riconoscersi dentro il nucleo della sopravvivenza umana proprio perché la parola - quando ha dignità di parola - diventa strumento efficace di analisi della realtà. La ragione stessa della poesia, del resto, sta nella sua responsabilità. Ben conoscevano questo senso della responsabilità certi poeti, come Aragon, René Char che mischiavano parola e azione riaccendendo la speranza, facendo risplendere negli uomini il desiderio di libertà. Il poeta, infatti, non si abbandona nel mezzo del cammino e neppure abbandona i suoi simili in tempi così aspri e duri; e la poesia deve nascere per "scuotere le viscere", se è onesta, se davvero sboccia dall'aderenza tra linguaggio e vissuto: il poeta si deve sporcare le mani!

In una società malata terminale, la poesia è ridicola (o peggio ancora inutile) quando abbraccia un fiore, un gabbiano, una farfalla ma dimentica l'orrore del sangue, la vergogna della povertà, il delirio della prepotenza, la barbarie del cannone o lo stupro da parte di un militare riempito di anfetamine. Da lei ci aspettiamo - dobbiamo esigere - la forza dell'invettiva, la pietrata contro la vetrina dell'ipocrisia , il "non venire a compromessi". È questa la nuova stagione poetica che dobbiamo chiedere, è questa la nuova-avanguardia di cui parlo e che da troppo tempo aspettiamo. Forse i poeti laureati, che tanto amano i premi e le coccole dei critici, si sentiranno offesi da queste parole. Non è un problema: s'affosseranno ancora di più nei loro bei salotti a mettere in mostra vanità e mucchi di belle parole "desuete", nella loro corte di professorini, accademici distratti e giovani poeti in carriera e forse ci sarà un po' di spazio per la poesia che nasce dalla vita, e a stretto contatto con la vita rimane.

ivanomalcotti@virgilio.it