FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia
Numero 3
luglio/settembre 2006

Signore Bestie

ASCOLTARE
una rubrica per le orecchie

di Federico Platania


La favola dello squalo che non era uno squalo e del
suo incredibile viaggio dall'America all'Europa


Le cose sono andate più o meno così...

Los Angeles, natale del 1988. Alla sede centrale della Intercontinental Absurdities, quartier generale di Frank Zappa, arriva un pacchetto anonimo. Il musicista lo scarta. Dentro c'è un manufatto in legno, di colore giallo. Un pesce. Le fauci della bestia sono colorate con schizzi di rosso, come se l'animale avesse appena divorato una preda. C'è anche un biglietto che dice: "completate quest'opera d'arte inserendo qualcosa di vostro gradimento nella bocca del pesce". Zappa butta via il biglietto, poi guarda meglio l'animale di legno. Capisce che è stato scolpito in una tavola da surf. Lo porta a casa e lo appende sopra il caminetto della sua sala d'ascolto.

Estate 1991. Il Frankfurt Festival ha commissionato a Frank Zappa una serie di concerti di musica contemporanea. L'Ensemble Modern eseguirà le partiture zappiane. A casa di Zappa sono appena arrivati il direttore d'orchestra Peter Rundel e Andreas Mölich-Zebauser, manager dell'Ensemble Modern. Insieme discutono su come organizzare l'evento. Ad un certo punto Mölich-Zebauser esclama: "Cos'è quello squalo?!". Frank Zappa si volta e guarda insieme agli altri la scultura di legno sul suo caminetto. "Non è uno squalo. È un pesce", dice. Si fanno tutti più vicini. "Effettivamente sembra uno squalo", interviene Rundel. "È un semplice pesce", insiste Zappa. "Ma no, guarda: la pinna dorsale, le fauci insanguinate...", prosegue il direttore d'orchestra. "Ma certo è uno squalo, uno squalo giallo e sarà il simbolo del nostro tour!", proclama trionfante Mölich-Zebauser.

"Via, Frank, ti rappresenta degnamente! Lo squalo è letale e affascinante. E anche tu sei così. Alcuni considerano le tue composizioni incredibilmente affascinanti, altri le trovano letali...", conclude il manager.
Zappa stacca la scultura dal muro e la regala a Mölich-Zebauser. Scrive anche un "lasciapassare" per accompagnare l'oggetto: "Dichiaro - ammesso che interessi a qualcuno - che questo squalo giallo è proprietà personale di Andreas Mölich-Zebauser e che egli può farne ciò che vuole. FZ".
È fatta. Lo squalo giallo diventa ufficialmente il logo del progetto: The yellow shark. In tedesco: Der Gelbe Hai.

Dal 17 al 28 settembre 1992, l'Ensemble Modern e Frank Zappa, sotto l'egida dello squalo giallo, toccano l'Alte Oper di Francoforte, la Philarmonie di Berlino, la Konzerthaus di Vienna, registrando il tutto esaurito. Una cosa piuttosto insolita per la musica colta contemporanea. Una selezione delle registrazioni confluirà in un disco intitolato, ovviamente, The Yellow Shark, che uscirà nel novembre del 1993. Un mese dopo un altro squalo, quello del cancro, completerà la sua opera letale nel corpo di Zappa.

La scaletta del tour è un'infilata di perle. I diciotto superbi strumentisti rendono giustizia alle partiture del compositore. Dalle Dog Breath Variations già comparse su uno dei primi capolavori (Uncle Meat, 1969), a The Girl In The Magnesium Dress che Zappa aveva scritto, insieme ad altri brani di musica da camera, per un altro progetto "classico": The Perfect Stranger (1984) suonato dall'Ensemble Intercontemporain e diretto da Pierre Boulez.

Ma uno dei momenti più interessanti è costituito da un pezzo che Zappa compose appositamente per il tour dello squalo: Welcome To The United States, una messa in musica del delirante visto di ingresso che devono compilare tutti coloro che entrano negli Stati Uniti. Una voce legge le domande ("Fai uso di sostanze stupefacenti?", "Sei mai stato coinvolto in azioni di spionaggio?", "Hai mai appoggiato genocidi?", etc.) mentre il resto dell'Ensemble risponde a parole o suonando gli strumenti. Quando la voce chiede "Hai mai partecipato ad azioni terroristiche?" tutta l'orchestra esplode suonando alcune battute di Louie Louie, una delle canzonette rock'n'roll più famose di tutti i tempi intorno alla quale sono sorte le leggende più disparate, vera e propria canzone-feticcio per Frank Zappa che l'ha infilata in quasi tutte le sue composizioni. Dall'avanguardia colta al rock'n'roll più spudorato. Ascoltare questo passaggio, per chi - come il sottoscritto - è un bulimico di musica di qualunque tipo, è come vedere un cerchio perfetto che si chiude.

Alla fine del tour, lo Squalo Giallo di legno trova la sua residenza definitiva in Germania, nello studio di Andreas Mölich-Zebauser.

Los Angeles, natale 1992. Lo scultore Mark Beam sta sfogliando una rivista musicale. Ad un certo punto salta sulla sedia. "Hey! Ma questo l'ho fatto io" esclama osservando il logo del tour europeo di Zappa e dell'Ensemble Modern. È proprio Beam infatti che, quel natale di quattro anni prima, ha realizzato e spedito anonimamente a Frank Zappa la gialla scultura in legno. È felicissimo di vedere che il suo regalo ha trovato l'approvazione del suo idolo che lo ha addirittura usato per battezzare un suo progetto musicale. Se non fosse che... "Perché hanno scritto Shark?", si chiede Beam, "Non è mica uno squalo. È un pesce mutante. Pensavo fosse chiaro!".

 

federico.platania@virgilio.it