FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia
Numero 3
luglio/settembre 2006

Signore Bestie

L'ANGOLO DI ED

a cura di Giuseppe Ierolli


Altre nazioni

The most important population
Unnoticed dwell.
They have a heaven each instant
Not any hell.

Their names, unless you know them,
'Twere useless tell.
Of bumble bees and other nations
The grass is full.

*****

A fuzzy fellow, without feet -
Yet doth exceeding run!
Of velvet, is his Countenance -
And his Complexion, dun!

Sometime, he dwelleth in the grass!
Sometime, upon a bough,
From which he doth descend in plush
Upon the Passer-by!

All this in summer -
But when winds alarm the Forest Folk,
He taketh Damask Residence -
And struts in sewing silk!

Then, finer than a Lady,
Emerges in the spring!
A Feather on each shoulder!
You'd scarce recognize him!

By men, yclept Caterpillar!
By me! But who am I,
To tell the pretty secret
Of the Butterfly!

*****

A Bird came down the Walk -
He did not know I saw -
He bit an Angleworm in halves
And ate the fellow, raw,

And then he drank a Dew
From a convenient Grass -
And then hopped sidewise to the Wall
To let a Beetle pass -

He glanced with rapid eyes
That hurried all around -
They looked like frightened Beads, I thought -
He stirred his Velvet Head

Like one in danger, Cautious,
I offered him a Crumb
And he unrolled his feathers
And rowed him softer home -

Than Oars divide the Ocean,
Too silver for a seam -
Or Butterflies, off Banks of Noon
Leap, plashless as they swim.

*****

The Spider holds a Silver Ball
In unperceived Hands -
And dancing softly as He knits
His Coil of Pearl - unwinds -

He plies from Nought to Nought -
In unsubstantial Trade -
Supplants our Tapestries with His -
In half the period -

An Hour to rear supreme
His Theories of Light -
Then dangle from the Housewife's Broom -
His Sophistries - forgot -

*****

Least Bee that brew -
A Honey's Weight
The Summer multiply -
Content Her smallest fraction help
The Amber Quantity -

*****

His Bill is clasped - his Eye forsook -
His Feathers wilted low -
The Claws that clung, like lifeless Gloves
Indifferent hanging now -
The Joy that in his happy Throat
Was waiting to be poured
Gored through and through with Death, to be
Assassin of a Bird
Resembles to my outraged mind
The firing in Heaven,
On Angels - squandering for you
Their Miracles of Tune -

*****

Those Cattle smaller than a Bee
That herd upon the Eye -
Whose tillage is the passing Crumb -
Those Cattle are the Fly -
Of Barns for Winter - blameless -
Extemporaneous stalls
They found to our objection -
On Eligible Walls -
Reserving the presumption
To suddenly descend
And gallop on the Furniture -
Or odiouser offend -
Of their peculiar calling
Unqualified to judge
To Nature we remand them
To justify or scourge -

*****

High from the earth I heard a bird;
He trod upon the trees
As he esteemed them trifles,
And then he spied a breeze,
And situated softly
Upon a pile of wind
Which in a perturbation
Nature had left behind.
A joyous going fellow
I gathered from his talk
Which both of benediction
And badinage partook
Without apparent burden.
I subsequently learned
He was the faithful father
Of a dependent brood.
And this untoward transport
His remedy for care, -
A contrast to our respites.
How different we are!

La popolazione più importante
Inosservata risiede.
Hanno un paradiso in ogni istante
Mai l'inferno.

I loro nomi, a meno che non li si conosca,
Sarebbe inutile dirli.
Di bombi e altre nazioni
È piena l'erba.

*****

Un tipo peloso, senza piedi -
Che pure eccelle nella corsa!
Di velluto, la Fisionomia -
E la Carnagione, grigiastra!

Qualche volta, dimora nell'erba!
Qualche volta, su un ramo,
Da cui si cala felpato
Sul Primo che passa!

Tutto questo in estate -
Ma quando i venti svegliano la Foresta,
Sceglie una Residenza di Damasco -
E si pavoneggia in fili di seta!

Poi, più fine di una Lady,
Emerge in primavera!
Una Piuma su ogni spalla!
Sarebbe arduo riconoscerlo!

Dagli uomini, detto Bruco!
Da me! Ma chi sono io,
Per svelare il grazioso segreto
Della Farfalla!

*****

Un Uccello discese il Sentiero -
Non capì che l'avevo visto -
Beccò un Lombrico nel mezzo
E mangiò il suo pari, crudo,

E poi bevve la Rugiada
Da Erba a portata di mano -
E poi saltellò di lato verso il Muro
Per far passare uno Scarafaggio -

Si guardò intorno con occhi veloci
Che si affrettavano tutt'intorno -
Sembravano Perline spaventate, pensai -
Agitò la Testa Vellutata

Come uno in pericolo, Cauto,
Gli offrii una Briciola
E lui srotolò le penne
E remigò verso casa più soffice -

Di Remi che dividono l'Oceano,
Troppo argenteo per una cicatrice -
O di Farfalle, che dai Bordi del Mezzodì
Balzano, senza suono nel loro librarsi.

*****

Il Ragno tiene un Gomitolo d'Argento
In Mani impercettibili -
E danzando delicatamente mentre tesse
Il suo Rotolo di Perla - dispiega -

Si affretta da Nulla a Nulla -
In incorporeo Traffico -
Soppiantando i nostri Arazzi con i Suoi -
In metà tempo -

Un'Ora per innalzare supreme
Le Sue Teorie di Luce -
Per poi penzolare dalla Scopa della Massaia -
Le Sue Sofisticherie - dimenticate -

*****

La più piccola Ape che distilla -
Un Carico di Miele
Moltiplica l'Estate -
Contenta che il Suo più esiguo frammento accresca
La Quantità d'Ambra -

*****

Il Becco è serrato - l'Occhio spento -
Le Piume avvizzite -
Gli Artigli che stringevano, come Guanti senza vita
Indifferenti pendono ora -
La Felicità che nella Gola gioiosa
Aspettava di essere versata
Infilzata da parte a parte dalla Morte, essere
Assassino di un Uccello
Somiglia per la mia mente oltraggiata
A sparare in Cielo
Su Angeli - che spargono per te
I loro Miracoli di Melodia -

*****

Quegli Animali più piccoli di un'Ape
Che si riuniscono sull'Occhio -
Il cui pascolo è la Briciola che passa -
Quegli Animali sono le Mosche -
Di Stalle per l'Inverno - ignare -
Greppie estemporanee
Trovano nonostante la nostra avversione -
Su Pareti Adatte -
Riservandosi il diritto
Di scendere all'improvviso
E galoppare sui Mobili -
O più odiosamente offendere -
Del loro compito peculiare
Incompetenti a giudicare
Alla Natura le rimettiamo
Per giustificare o castigare -

*****

Alto sopra la terra udii un uccello;
Procedeva al di sopra degli alberi
Come se li reputasse inezie,
E poi avvistò una brezza,
E si sistemo mollemente
Su un cumulo di vento
Che in una perturbazione
La natura aveva lasciato indietro.
Un gioioso giramondo
Lo intuii dalle sue chiacchiere
Che sia a benedizione
Che a burla partecipava
Senza apparenti oneri.
Successivamente appresi
Che era il padre fedele
D'una nidiata a suo carico.
E quell'indisciplinato vagare
Il suo rimedio per gli affanni, -
Il contrario delle nostre pause.
Come siamo diversi!

Emily Dickinson, poesie n. 1746, 173, 328, 605, 676, 1102, 1388 e 1723 dell'edizione Johnson

ierolli@hotmail.com
www.emilydickinson.it