FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia
Numero 1
gennaio/marzo 2006

Il filo spinato della memoria

RAVENSBRÜCK

testo e foto di Ambra Laurenzi



Nota storica

"Nel tardo autunno 1938, 500 prigionieri del campo di concentramento di Sachsenhausen furono trasportati verso il Mecklemburgo per iniziare là, sulle rive del lago Schwed, 80 Km a nord di Berlino, la costruzione del più grande campo femminile in Europa." (da: Maria Arata Massariello, Il Ponte dei Corvi. Diario di una deportata a Ravensbrück, 2005, Mursia).
Furono costruite inizialmente 32 baracche, numerosi uffici per amministrazione, e villini per le SS. Il campo venne nel tempo costantemente ingrandito con nuovi block ed anche con insediamenti industriali, nel 1942 la ditta Siemens Werke di Berlino fece costruire un vero e proprio campo con 20 capannoni per la produzione di materiale bellico di alta precisione e le baracche per le deportate sottoposte al lavoro coatto nella fabbrica.
Negli anni 1939-1945 furono internati circa 130.000 donne e bambini di 40 nazioni, 20.000 uomini in un campo limitrofo e 1.200 ragazze nel campo di Uckermark ai margini del lager principale di Ravensbrück. L'ampliamento del fronte di guerra impose al governo tedesco l'incremento della mano d'opera per l'industria degli armamenti e Ravensbrück, come gli altri campi, divenne progressivamente, da luogo di rieducazione e di punizione per donne tedesche (oppositrici politiche, detenute comuni, disabili, ebree, testimoni di Geova), a campo di lavoro e di sterminio per mezzo del lavoro, delle camere a gas e a causa degli stenti.
I trasporti in arrivo, nel corso dei mesi, divennero sempre più numerosi per incrementare la richiesta di mano d'opera da parte dell'industria bellica: l'aspettativa di vita nel lager a causa della fame, del freddo, delle punizioni e a causa del lavoro forzato, era infatti di circa tre mesi creando quindi la necessità di nuova forza lavoro.
Da gennaio 1944 a giugno 1944 il numero delle deportate si raddoppiò pur restando inalterati tutti gli impianti e tutti i servizi, e la situazione nel campo divenne insostenibile.
Nel 1942 iniziarono anche a Ravensbrück i primi esperimenti su cavie umane. Sterilizzazioni, aborti, infezioni provocate, operazioni chirurgiche, tutte pratiche di cui esistono, oltre alle testimonianze, anche prove inoppugnabili.
Nell'inverno del 1941-1942 venne effettuato il primo trasporto nero, 1600 donne anziane, malate o invalide furono inviate a Bernburg per essere gassate. I trasporti neri continuarono fino ad Aprile '44 quando le SS organizzarono, nel campo, un proprio impianto di gassazione nel quale 6.000 donne e bambini persero la vita.
Il 30 Giugno 1944 arrivò a Ravensbrück il primo trasporto di donne italiane.
Verso la fine di aprile 1945, con l'avanzare delle truppe sovietiche, le SS evacuarono tutte le deportate sopravissute fino a quel momento ed in grado ancora di camminare, in quella che fu definita la marcia della morte, ma furono raggiunti dai russi che impedirono questo ulteriore massacro.
Le truppe sovietiche il 30 Aprile 1945 liberarono il campo, dove erano stati lasciati 3000 donne ammalate, alcuni uomini anch'essi ammalati e pochi bambini.
A Ravensbrück sono morte 92.000 donne.

Sito di approfondimento:
www.deportati.it

Il progetto sul campo di Ravensbrück, si propone di sensibilizzare la conoscenza di un campo di sterminio femminile di cui raramente sono state riferite notizie.
Il tentativo di riportare ad oggi il problema della deportazione non intende essere semplicemente una commemorazione, peraltro doverosa, ma proporre anche alcuni elementi di riflessione per una storia che non si può declinare solo al passato remoto ma al presente, perché le donne sopravissute sono qui a rammentarcelo.

 

ambralaurenzi@yahoo.com