FILI D'AQUILONE rivista d'immagini, idee e Poesia |
Numero 1 gennaio/marzo 2006 Il filo spinato della memoria |
LA POESIA DI GIOVANNA ZOBOLI di Alessio Brandolini |
L'esordio poetico di Giovanna Zoboli (Milano, 1962) è avvenuto con la raccolta La solitudine dell'ospite (Manni, 2002), anche se alcuni singoli testi erano già usciti nei preziosi libriccini della casa editrice Pulcinoelefante. Sono cinque sezioni molto diverse l'una dall'altra, scritte tra il 1998 e il 2000. Raccolta eterogenea, quindi, eppure nel suo insieme compatta e convincente: per il fitto intreccio di linee, di percorsi e di voci. Colpiscono, per compattezza e trasparenza del dettato poetico, la prima parte del libro (Appia antica) e, soprattutto, l'ultima sezione (La casa degli uccelli). Versi che per l'aura di classicità notturna e decadente mi hanno fatto venire in mente le raffinate e suadenti poesie, sempre dedicate a Roma, di Giorgio Vigolo (1894-1983): un poeta dimenticato troppo in fretta, grande traduttore di Hölderlin, da riscoprire e da rivalutare. La successiva raccolta di Giovanna Zoboli, o silloge visto che si compone di soli venti testi, è stata pubblicata nel 2004, dall'editore LietoColle e s'intitola A Milano nessuno è milanese (con due immagini di Gabriele Meschi). Sono testi (a volte molto brevi) che nel loro intrecciarsi tessono una complessità racchiusa in un unico corpo poetico. Il poemetto ha un ritmo veloce eppure calmo, un pensiero lirico coerente che ripropone alcuni temi già presenti nella precedente raccolta, e li approfondisce. Per esempio il senso della solitudine, dello straniamento improvviso, il ricordo che fluttua, l'indifferenza e la vanità che caratterizzano i tempi moderni, il vuoto e la sottile violenza che si possono avvertire camminando per Milano. Però nella nuova raccolta dei sensi a predominare è lo sguardo (i diversi tipi di luce, le strade, i giardini pubblici, le tangenziali, i vagabondi, la stazione centrale, il duomo...) e tutto appare più mosso: in viaggio, appunto, in movimento come se si ruotasse intorno alle cose per scoprirle meglio, o per vederle da angolazioni diverse. L'ironia della Zoboli spesso qui prende toni duri e aspri, quasi da protesta civile (e filosofica), oppure suggestivi e surreali: nel centro della strada il tempo zampillava / come una vena d'acqua. |
DIECI POESIE
da La solitudine dell'ospite *****
La casa degli uccelli è fatta d'aria *****
Quando passa l'uragano, volano case
da A Milano nessuno è milanese
a milano sospeso sulla vergine
che pena che dev'essere ogni giorno
mi dicono che qui c'è stato un crimine la città - si sa - che gran caos
qui se piove non saltano fuori
in questa strada così avara e sempre uguale dalla raccolta inedita I bambini *****
questo bambino forse invidia ai pesci |
GIOVANNA ZOBOLI
È nata nel 1962 a Milano, dove vive e lavora. Quando non va in bici si occupa di letteratura per ragazzi, come autore, editor, curatore, pubblicando diversi titoli in Italia e all'estero, anche con lo pseudonimo di Giulia Goy. Nel 1998, insieme a Paolo Canton e Guido Scarabottolo, ha creato "I Libri a naso", marchio editoriale non commerciale. Nel 2004, con Paolo Canton ha fondato i "Topipittori", casa editrice di libri illustrati per ragazzi. Sue poesie sono apparse su varie riviste e antologie, ed hanno ottenuto riconoscimenti a molti premi (Montano, Leri Pea, Montale, ecc.). Del 2002 sono le poesie La solitudine dell'ospite, (Manni) e Operex, (Abitare Segesta), sei racconti su sei illustratori. Del 2004 è la raccolta A Milano nessuno è milanese (LietoColle). Nel 2005, insieme a Guido Scarabottolo, ha pubblicato la graphic novel Una vita. Romanzo metafisico (Guanda). Collabora al mensile per ragazzi "Baribal", come sceneggiatrice di fumetti disegnati da Francesca Bazzurro. Attualmente, tiene un corso sulla relazione fra parola e immagine nel libro illustrato, presso l'Accademia Drosselmeier di Bologna.
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