Lassù qualcuno ci chiama
È tardi e fuori il buio è quasi assoluto. Ziggy ascolta distrattamente la radio. La giornata è stata come sempre faticosa e un po’ di musica in sottofondo è un rimedio per i suoi neuroni.
Quando il dj manda un rock’ n‘roll lui ne rimane incantato: – la melodia era niente di speciale – mi racconterà in seguito – ma quel ritmo aveva un’anima e mi rapì.
La musica sfuma per lasciare il posto a una voce che non emette parole di senso compiuto, piuttosto è la cadenza a sequestrarlo, volteggi e accenti con cui comunica uno strano messaggio:
“Qualcuno tra le stelle attende di incontrarci ma è combattuto per paura di sconvolgere le nostre vite anche se sa che è un’occasione che non dobbiamo perdere”.
Ziggy rimane sbigottito, pensa che domani sarà il caso di non andare al lavoro: la mente troppo stanca fa brutti scherzi. Spegne la radio e si versa un dito di gin.
Ora quella voce indefinita è amplificata nella sua testa e riprende il suo strano messaggio:
“Non sprechiamo questa occasione, ne va del futuro delle nuove generazioni”.
Accende la tv e cerca inutilmente qualche notizia nell’etere poi va alla finestra e riesce a scorgere tra gli astri una fonte luminosa molto vicina. Ora capisce che è davvero lui il prescelto e dovrà aiutare l’uomo delle stelle a raggiungerci, magari indicandogli la strada con segnali lucenti. Intanto nella sua mente il messaggio si ripete:
“Qualcuno tra le stelle attende di incontrarci ma è combattuto: ha paura di sconvolgere le nostre vite anche se sa che è l’ultima occasione. Non sprechiamo il nostro tempo, ne va del futuro dei nostri figli”.
Nel 1972 David Bowie pubblica The Rise And The Fall Of Ziggy Stardust And The Spiders From Mars. Si tratta della sua quinta raccolta di canzoni, è un concept e nasce dall’idea iniziale di creare un musical.
Ziggy, per la stessa ammissione di Bowie, è il terrestre prescelto che comunica con forze aliene e grazie ai loro messaggi diventa una rockstar. È il suo alter ego e lo incarnerà sul palco fino alla pubblicazione di Aladdin Sane – l’album successivo – anche se non riuscirà mai a liberarsi di una creazione con una personalità tanto travolgente. Ci proverà nel luglio del ’73 decretandone la morte durante un concerto a Londra e annunciandone la definitiva caduta, ma da quella che è la “fine umana” nascerà inevitabilmente l’immortalità artistica del personaggio come solo alcuni eroi della letteratura hanno guadagnato.
Ziggy, non solo sarà per sempre associato all’idea di trasformismo che contraddistinguerà Bowie durante tutta la sua carriera artistica, ma alcuni brani del disco entreranno nella storia della musica e fungeranno da seme per autori emergenti tanto che qualcuno li accosterà ad alcune produzioni dei Beatles.
L’album si compone di 11 brani: rock ‘n’ roll come It Ain’t Easy (cover di una canzone di Ron Davies), Star, Hang Onto Yourself, Suffragette City e ballate romantiche come Soul Love, Starman, Lady Stardust e la meravigliosa Rock ‘n’ Roll Suicide che chiude la storia con il suo crescendo poderoso.
Il disco venderà quasi otto milioni di copie in tutto il mondo e segnerà per Bowie il definitivo successo.
Gli Spiders From Mars del titolo altri non sono che i musicisti che parteciparono alla registrazione dell’album e al seguente tour: Trevor Bolder al basso, Mike Garson alle tastiere, Mick Ronson alla chitarra e Mick Woodmansey alla batteria. I quattro artisti, prima di entrare nella storia con quel curioso nome, avevano affiancato Bowie anche nella registrazione di Hunky Dory, quarto album dell’artista inglese. Nel 1976, con alcuni cambi nella formazione originaria, la band pubblicò un disco senza successo che portò al definitivo scioglimento del gruppo.
Finalmente Ziggy è una vera rockstar: sa cantare e suona la chitarra da mancino come Paul e Jimi, come un dio. Noi possiamo solo accompagnarlo e rimanere fedeli al suo fianco, noi siamo I Ragni Di Marte, orgogliosi di essere la sua band.
Ziggy sale sul palco truccato come una geisha, con gli occhi impiastricciati, i capelli di un nero profondo e l’incarnato bianco neve. Forse è pure strafatto. Io conosco la sua insicurezza nascosta dietro al trucco pesante e alla coca e mi chiedo come sia possibile che non si accorga che il pubblico cade comunque ai suoi piedi. Che è in grado di conquistare tutti con un sorriso. E noi, i suoi fedelissimi Ragni, dovremmo intervenire? Lui è diventato l’uomo speciale e noi siamo solo la sua band, ci fa muovere al ritmo della sua chitarra come in un ritmo voodoo e sul palco si sente il Salvatore facendo proseliti e agitando il suo culo divino.
Ora esagera davvero e il suo ego sembra quasi violentarlo, lo sta portando troppo lontano e la ragione è prigioniera della sua stessa adulazione.
Alcuni ragazzi salgono sul palco e sembrano voler partecipare alla cerimonia pseudoreligiosa mentre noi continuiamo a suonare. Ziggy, per un istante, interrompe il suo rito ma non riesce a riprenderlo: i ragazzi lo uccidono.
Era questo che cercavi Ziggy?
Comunque io ho sciolto la band.
Spero di essere perdonato per le molte licenze che mi sono preso nel raccontare i testi di Starman e Ziggy Stardust. Inventare storie ispirate al testo di un brano musicale è ciò che amo fare.
cardstefano@libero.it
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