FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 61
luglio 2022

Partenze

 

IL VIAGGIO È COME IL SOGNO

di Armando Romero



PROEMIO PARA CONSTRUIR EL VIAJE

¿De qué huimos cuando han tocado la campana para que el día termine? Si el viaje fuera uno y otro paso, qué no decir de todos yendo. Pero el viaje es como el sueño, todo se va, y va poblando de unos hilos ligeros que caen del cielo y levantan humo de la yerba verde. El viaje tiene que decir de minerales y noches como ésta. O aquélla, la que endurecida y pintada como un huevo me dijo de la fugacidad del amor en un cerro de Valparaíso.

Uno tiene siempre dos sueños al alcance de la mano: en uno vamos en pos de algo, en otro somos perseguidos. El sueño es movimiento que interroga el espacio, hostigándolo para ser otro. Y ese espacio de cambio constante acoge el rutinar sin sentido de nuestros pies. Así el viaje dice que todo lugar es el lugar, que dondequiera que estemos no estamos. El viaje nos lleva a nacer en otra frontera, y en otra.

Yo caminé a desgarrones este ir y venir de las palabras que es el camino, le di duro a la sandalia o a los viejos zapatos por el polvo, en esos pueblos, en esas ciudades, en aquellas montañas, al lado y adentro de ese mar, este río, y entre ellas levanté una sola palabra como quien se levanta temprano y busca la botella de vino, el cigarrillo, un pedazo de pan.

Hace muchos años, sentado al pie del carbonero que florecía al frente de mi casa, vi pasar un hombre arrastrando su huida como una carga de trastos viejos. Adónde o de dónde eran las preguntas sin respuesta, y allí estaba él, huyendo para siempre. Mas no era yo quien se quedaba.

Son ahora, en el camino, estos destellos de palabras que juega al dado de las combinaciones la memoria, fragmentos de un palpitar por los relámpagos, los que vienen a ella entrelazados para construir el viaje, no hacerlo de nuevo sino de primera vez, como la huida detrás de la almohada o el aguijonazo de un tiempo que en el ver nos despierta.


PROEMIO PER COSTRUIRE IL VIAGGIO

Da cosa fuggiamo quando rintocca la campana affinché il giorno abbia fine? Se il viaggio fosse un passo dietro l’altro, cosa non dire di ognuno avanzando? Ma il viaggio è come il sogno, tutto se ne va, e si riempie di fili leggeri che cadono dal cielo e sollevano fumo dall’erba verde. Il viaggio ha a che fare con minerali e notti come questa. O con l’altra, indurita e dipinta come un uovo che mi disse della fugacità dell’amore su una collina di Valparaíso.

Ci sono sempre due sogni a portata di mano: in uno andiamo alla ricerca di qualcosa, nell’altro siamo perseguitati. Il sogno è movimento che interroga lo spazio, assediandolo per farlo diventare un altro. E quello spazio di cambiamento costante accoglie la routine senza senso dei nostri passi. Così il viaggio dice che ogni luogo è il luogo, che dovunque siamo non stiamo. Il viaggio ci porta a nascere in un’altra frontiera, e in un’altra ancora.

Ho percorso a strappi in questo andare e venire delle parole che è la strada, ho colpito duro il sandalo o le vecchie scarpe nella polvere, in quei villaggi, nelle città, in quelle montagne, accanto e dentro quel mare, questo fiume, e tra di loro ho alzato una sola parola come chi si alza presto e cerca la bottiglia di vino, la sigaretta, un pezzo di pane.

Molti anni fa, seduto ai piedi dell’albero che fioriva davanti alla mia casa, vidi passare un uomo che trascinava la sua fuga come un carico di vecchie cianfrusaglie. Dove o da dove venivano le domande senza risposta, e lui stava lì, in fuga per sempre. Ma non ero io a restare.

Ora sono sulla strada, questi lampi di parole con cui la memoria gioca ai dati delle combinazioni, frammenti di un palpitare per i fulmini, quelli che vengono a lei intrecciati per costruire il viaggio, non farlo di nuovo ma come fosse la prima volta, come la fuga dietro il cuscino o il pungiglione di un tempo che nel vedere ci risveglia.

Traduzione dallo spagnolo di Alessio Brandolini e Martha L. Canfield


Il testo fa parte dell’antologia Poeta di fiume che uscirà in Italia a settembre 2022 con Edizioni Fili d’Aquilone (a cura di Alessio Brandolini e Martha L. Canfield).


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