FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 61
luglio 2022

Partenze

 

L'ANGOLO DI ED

a cura di Giuseppe Ierolli



Schiere che non partono mai


J39-F50

It did not surprise me -
So I said - or thought -
She will stir her pinions
And the nest forgot,

Traverse broader forests -
Build in gayer boughs,
Breathe in Ear more modern
God's old fashioned vows -

This was but a Birdling -
What and if it be
One within my bosom
Had departed me?

This was but a story -
What and if indeed
There were just such coffin
In the heart - instead?

    Non mi sorprese -
Così dissi - o pensai -
Agiterà le ali
E il nido dimenticherà,

Attraverserà più ampie foreste -
Costruirà fra più gioiosi rami,
Sussurrerà a Orecchie più moderne
Le antiquate promesse di Dio -

Era solo un Uccellino -
E se fosse
Qualcuno nel mio seno
Allontanatosi da me?

Era solo una fola -
E se in realtà
Ci fosse solo una bara
Nel cuore - invece?

La partenza di un uccello non stupisce, è nell'ordine naturale delle cose che se ne vada verso lidi più accoglienti. Chissà se anche là il suo canto suonerà a orecchie diverse come un messaggero di gioiose promesse divine, sempre uguali e ormai per noi difficili da credere. Ma forse intendevo qualcosa di diverso, in realtà quell'uccellino era qualcuno che dimorava nel mio cuore e che ora mi ha abbandonata. Ma anche questo probabilmente è un parto della mia fantasia, perché è vano tentare di seguire qualcuno che parte, l'abbandono lascia nel cuore soltanto la morte.
Nelle prime due strofe aleggia la speranza: finché è la natura a compiere il suo ciclo riusciamo a immaginare un eterno ritorno, ma nelle due strofe finali, dove la partenza, l'abbandono, ci toccano nei nostri affetti più cari, allora non riusciamo più a vedere un futuro e dentro di noi sentiamo soltanto il gelo della morte.

 

J54-F36

If I should die -
And you should live -
And time sh'd gurgle on -
And morn sh'd beam -
And noon should burn -
As it has usual done -
If Birds should build as early
And Bees as bustling go -
One might depart at option
From enterprise below!
Tis sweet to know that stocks will stand
When we with Daisies lie -
That Commerce will continue -
And Trades as briskly fly -
It makes the parting tranquil
And keeps the soul serene -
That gentlemen so sprightly
Conduct the pleasing scene!
    Se io dovessi morire -
E tu dovessi vivere -
E il tempo gorgogliasse -
E il mattino brillasse -
E il mezzodì ardesse -
Com'è sempre accaduto -
Se gli Uccelli costruissero di buonora
E le Api si dessero altrettanto da fare -
Ci si potrebbe accomiatare a discrezione
Dalle imprese di quaggiù!
È dolce sapere che i titoli terranno
Quando noi con le Margherite giaceremo -
Che il Commercio continuerà -
E gli Affari voleranno vivaci -
Rende la partenza tranquilla
E mantiene l'anima serena -
Che gentiluomini così brillanti
Dirigano la piacevole scena!

I versi si reggono su una paradossale ironia, sul rovesciamento della cosa che più ci colpisce, o meglio ci indispettisce, quando pensiamo alla nostra morte, ovvero la consapevolezza che la nostra sparizione dal mondo non avrà nessuna conseguenza, tutto continuerà tranquillamente come prima: dalla natura ai commerci umani, nulla sarà toccato da quell'evento enorme, spaventoso, definitivo, ma soltanto per chi ne è oggetto. Per il resto del mondo, a parte forse qualche persona cara, sarà come se fosse impercettibilmente sparito un granello di sabbia.

 

J298-F303

Alone, I cannot be -
The Hosts - do visit me -
Recordless Company -
Who baffle Key -

They have no Robes, nor Names -
No Almanacs - nor Climes -
But general Homes
Like Gnomes -

Their Coming, may be known
By Couriers within -
Their going - is not -
For they're never gone -

    Sola, non posso essere -
Schiere - mi fanno visita -
Inafferrabile Compagnia -
Che si beffa della Chiave -

Non hanno Vesti, né Nomi -
Niente Calendari - né Luoghi -
Ma Dimore diffuse
Come gli Gnomi -

Il loro Arrivo, può essere annunciato
Da intimi Messaggeri -
La loro partenza - no -
Perché non partono mai -

Può essere considerata, come altre, una poesia-indovinello. Johnson afferma che i versi "descrivono esattamente in che modo si sviluppa l'impulso creativo" (Emily Dickinson. An Interpretative Biography, Atheneum, New York, 1972, pag. 74 [prima ediz.: The Belknap Press of Harvard University Press, Cambridge, 1955]). In effetti, i versi suggeriscono l'arrivo di "schiere" incorporee che nutrono la fantasia del poeta. Anche qui, come per la poesia precedente, l'ultima strofa mi sembra la più rivelatrice: quello che Johnson chiama "impulso creativo" è annunciato da messaggeri interiori (la mente del poeta) e, una volta arrivato, non parte mai più, perché fissato e concretizzato nei versi.

 

J674-F592

The Soul that hath a Guest,
Doth seldom go abroad -
Diviner Crowd - at Home -
Obliterate the need -

And Courtesy forbids
The Host's departure - when
Upon Himself - be visiting
The Mightiest - of Men -

    L'Anima che ha un Ospite,
Raramente va oltre i suoi confini -
Una Folla più divina - ha in Casa -
Che ne annulla il bisogno -

E Cortesia vieta
La partenza del Padrone di Casa - quando
Proprio per Lui - sia in visita
Il più Potente - degli Uomini -

Un'anima che non è arida, che ha in sé un'ospite (la poesia ma anche la fede o la presenza di Dio), non ha bisogno di cercare altrove qualcosa, ha già tutto in casa, dentro di sé. Così, può anche scegliere la solitudine (qui può esserci un chiaro riferimento all'autoreclusione scelta da ED), sapendo che sarà una solitudine riempita da una folla molto più vasta e "divina" di quella che potrebbe trovare al di là dei suoi confini. Tipico di ED l'accenno alla buona educazione del padrone di casa, una delle consuete virate verso il quotidiano in poesie che volano alto.
L'ospite dell'anima, come ho detto sopra, potrebbe essere la poesia, ma anche la fede o la presenza di Dio. Nei fascicoli manoscritti ci sono due varianti che giustificano ulteriormente questa possibile doppia interpretazione: al verso 3 "within" ("dentro") al posto di "at Home" e l'ultimo verso sostituito da "The Emperor of Men" ("L'Imperatore degli Uomini"); l'accentuazione "interiore" di "within" e l'uso dell'espressione "l'imperatore degli uomini" al posto di "il più potente degli uomini" danno una connotazione meno umana e più divina a questo misterioso "ospite".

 

J783-F504

The Birds begun at Four o'clock -
Their period for Dawn -
A Music numerous as space -
But neighboring as Noon -

I could not count their Force -
Their Voices did expend
As Brook by Brook bestows itself
To multiply the Pond.

Their Witnesses were not -
Except Occasional Man -
In homely industry arrayed -
To overtake the Morn -

Nor was it for applause -
That I could ascertain -
But independent Extasy
Of Deity, and Men -

By Six, the Flood had done -
No tumult there had been
Of Dressing, or Departure -
And yet the Band - was gone -

The Sun engrossed the East -
The Day controlled the World -
The Miracle that introduced
Forgotten, as fulfilled.

    Gli Uccelli cominciarono alle Quattro -
Il loro orario per l'Alba -
Una Musica variata come lo spazio -
Ma vicina come il Mezzogiorno -

Non riuscivo a contare le loro Forze -
Le Voci si distribuivano
Come un Ruscello dopo l'altro si offre
Per moltiplicare lo Stagno.

Per loro non c'erano Testimoni -
Salvo Talvolta un Uomo -
Che si preparava al lavoro consueto -
Per anticipare il Mattino -

Né era per gli applausi -
Di ciò ne ero certa -
Ma Estasi indipendente
Dalla Divinità, e dagli Uomini -

Intorno alle Sei, la Piena era finita -
Nessun tumulto c'era stato
Di Preparativi, o Partenze -
Eppure la Banda - se n'era andata -

Il Sole s'impossessò dell'Oriente -
Il Giorno controllava il Mondo -
Il Miracolo che l'aveva introdotto
Dimenticato, non appena compiuto.

Un altro dei mirabili quadri naturali a cui ci ha abituato ED. Stavolta la scena inizia prima dell'alba, o meglio all'ora che è l'alba per gli uccelli. La loro musica si spande dappertutto, tante sono le variazioni delle loro melodie quanto è grande lo spazio che li circonda. Eppure la loro musica, in quel buio che non ci permette di contarli, colpisce il nostro orecchio così come i nostri occhi sono colpiti dalla luce del mezzogiorno. Le loro voci si rincorrono una dopo l'altra, offrendosi alla natura come i ruscelli si offrono per nutrire uno stagno. A quell'ora non ci sono testimoni, al più qualcuno che si è alzato prima dell'alba e si sta preparando in anticipo, per essere pronto al lavoro allo spuntare del giorno. Perciò non c'è nessun dubbio: quel canto non è fatto per ottenere applausi, è un'estatica melodia che non ha nessuno scopo concreto, un puro piacere indipendente da Dio e dagli Uomini. Ed ecco che subito dopo l'alba quella piena che aveva inondato la natura finisce improvvisamente. La conclusione non è annunciata dai soliti rumori che precedono la partenza, eppure il silenzio ci dice che tutta la banda, tutti i suonatori di quelle molteplici melodie se ne sono andati. E quando la luce del sole s'impadronisce dell'oriente, quando il giorno riprende il controllo del mondo, ci rendiamo conto che quel miracolo sonoro che ne era stato una degna ouverture è ormai dimenticato, svanito nel momento in cui si è concluso.
Molti i termini che hanno diversi significati. Al verso 3 "numerous" che significa "numerosi, molteplici" ma anche, riferito alla poesia e alla musica, "melodioso, che alterna piacevolmente versi e suoni brevi e lunghi"; per mantenere il più possibile questo duplice senso di "numerosi" e "piacevolmente melodici" ho tradotto con "variati", una parola che può contenere entrambi i significati.
Al verso 6 "expend" che significa "spendere" in senso proprio, ma anche "consegnare, distribuire sia in pagamento che in donazioni". Qui ho scelto "distribuire".
Al verso 11 "arrayed", che significa "disporsi in ordine per prepararsi a fare qualcosa" ma anche "vestirsi, abbigliarsi". Visto che ED ha inserito la variante "attired", che ha invece il significato univoco di "vestirsi, adornarsi", mi è sembrato evidente che ED volesse dire "salvo talvolta un uomo che si vestiva prima dell'alba per essere pronto alle sue consuete attività allo spuntare del giorno". Per mantenere comunque i due significati ho tradotto con "prepararsi" che, riferito al mattino, ha anche, come in inglese, il significato di "vestirsi".
Al verso 19 "dressing" che ha significati simili ad "arrayed": sia "prepararsi" che "vestirsi". Ho perciò tradotto in modo simile con "preparativi".
Al verso 21 "engrossed" significa "ingrossare" "e "prendersi tutto, impossessarsi". Nell'originale convivono i due significati, infatti il sole all'alba fa diventare più grande l'oriente, rendendolo via via più visibile e, nello stesso tempo, se ne impadronisce, occupandolo completamente. Non ho trovato un termine italiano che mi permettesse questo duplice significato, e così ho scelto "s'impossessò".

 

J1083-F1045

We learn in the Retreating
How vast an one
Was recently among us -
A Perished Sun

Endear in the departure
How doubly more
Than all the Golden presence
It was - before -

    Impariamo nella Scomparsa
La grandezza di qualcuno
Che era di recente fra noi -
Un Sole Estinto

Ci è caro nella partenza
Due volte di più
Di tutta la Dorata presenza
Che c'era - prima -

Una riflessione su quanto spesso la grandezza di qualcuno ci appaia chiara ed evidente soltanto quando lo perdiamo, così come apprezziamo di più il sole, o la bella stagione, quando sono ormai passati e ne aspettiamo con ansia il ritorno.

 

 


Le poesie di Emily Dickinson non hanno un titolo, a parte rarissime eccezioni. I numeri che le precedono si riferiscono alla numerazione attribuita nelle due edizioni critiche, curate rispettivamente da Thomas H. Johnson nel 1955 ("J") e da R. W. Franklin nel 1998 ("F").

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