FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 61
luglio 2022

Partenze

 

IN MEMORIA DI ALFREDO FRESSIA

di Marco Benacci



Da pochi mesi se n’è andato il grande poeta uruguaiano Alfredo Fressia.
Forse sono l’ultima persona in diritto di scriverne un ricordo, il nostro non era un rapporto storico o intenso, ma dal momento in cui ho saputo della sua scomparsa ho sentito il bisogno di dedicargli qualche semplice parola.

Alfredo ha lasciato qualcosa di speciale a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di incontrarlo, un verso poetico indelebile di universale potenza. I tantissimi omaggi che hanno invaso i social dopo il triste annuncio, sebbene diversi nella forma, concordano nella sostanza. Un esempio è l’articolo uscito nel precedente numero di questa Rivista scritto da Carmelo Spadola, curatore dell’antologia poetica del maestro Radici del Paradiso, pubblicato dalle Edizioni Fili d’Aquilone nel 2018: mi ha veramente commosso vedere come la scomparsa di Fressia avesse suscitato in Carmelo non solo le medesime emozioni che stavo provando io, ma che le avesse espresse praticamente con le stesse identiche parole che avevo appena finito di scrivere in questo pezzo; i due articoli potevano avere così tanti punti di contatto solo perché partivano da uno stesso identico punto: la generosità, la bellezza e soprattutto la trasparenza di Alfredo e la sua poesia.

Avevo avuto il primo contatto con Fressia in occasione proprio dell’uscita di una mia recensione del suddetto libro e proprio come adesso, avevo sentito la necessità di scrivere qualcosa, di fermare tutte quelle emozioni e sensazioni che avevano accompagnato la lettura.
La recensione era piaciuta molto ad Alfredo, tanto che si era messo in contatto con me per ringraziarmi della «finissima lettura»; in particolare era rimasto colpito dal fatto che avevo sottolineato che la sua poesia trasmetteva serenità, definendola «una grande verità che nessuno aveva mai segnalato». Per uno come me ricevere un’email così gentile era non solo una grande soddisfazione professionale, quanto un vero e proprio insegnamento di umanità.

Da lì ci siamo scambiati alcune email, il cui filo comune era la stima reciproca e la sua grande generosità d’animo. Anche in questo momento riesco a sentire quell’abbraccio che riusciva a trasmettere in ogni sua parola, fosse anche un semplice saluto, un augurio di buon anno o una sua foto. Quella serenità poetica che avevo sentito nel libro era in realtà una serenità dell’essere, trasportata in maniera unica in versi. Una serenità che mancherà a moltissime persone, che poche ore dopo la notizia della sua scomparsa, hanno scritto parole commuoventi per omaggiarlo. Non solo un grandissimo poeta, era soprattutto un uomo buono e gentile che è riuscito a trasmettere tanta meraviglia.

Concludevo così quella recensione:

Quello che comunque rimane, al di là delle strategie poetiche e delle tematiche, è che in Radici del Paradiso si parla essenzialmente di vita in maniera inedita, della vita del poeta, che grazie alla serenità dei componimenti ci appare “vita di tutti i giorni”, anche se spesso non lo è (esilio, amori, perdite, vittorie). E questo rende la lettura un vero piacere, anche nel caso in cui la vita di Fressia non avesse niente in comune con quella del lettore. Almeno per il momento.
Quel momento poi è giunto, e adesso so che il bisogno di questa dedica non nasce dal desiderio di salutarlo, ma al contrario dalla necessità di intrecciare ancora di più le nostre vite con un grazie ricolmo di serenità.




Alfredo Fressia (1958)
poeta, traduttore e critico letterario, nasce a Montevideo nel 1948. Figlio di un italiano e di una spagnola emigrati in Uruguay. Insegna lingua e letteratura francese fino al 1976 quando viene destituito dalla dittatura militare. Costretto all’esilio, si trasferisce in Brasile dove lavora come docente e critico letterario e qui muore nel febbraio 2022.
Ha pubblicato: Un esqueleto azul y otra agonia (1973), Clave final (1982), Noticias extranjeras (1984), Destino: Rua Aurora (1986), Frontera móvil (1997), El futuro/O futuro (1998), Veloz eternidad (1999), Senryu o EI árbol de las silabas (2008), Ciudad de papel. Crónicas en movimiento (2009), Poeta en el Eden (2012), La mar en medio (2017). Tra le antologie si segnalano: Eclipse. Cierta poesia 1973-2003 (2003) e Susurro Sur (2016).
Nel 2018 è stata pubblicata in Italia l’antologia Radici del paradiso (Poesie 1998 – 2012), Roma, Edizioni Fili d’Aquilone, a cura di Carmelo Andrea Spadola.

marco.benacci@live.com