FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 56
settembre-dicembre 2020

Caos

 

CAOS NEL PAESE DEL CEDRO
Beirut, martedì 4 agosto 2020

versi di Viviane Ciampi, foto di Lino Cannizzaro



E il mio cuore è un libro fatto a pezzi
Ashraf Fayad



Disperse, ora le parole.



Un soffio le porta

lontano dalle labbra

spostandosi nell'aria

come

tanti strumenti scordati.






La terra dei cedri

esplode

in

un

attimo.

Disperse ora le certezze.

Brahim, camicia bianca insanguinata.

Sangue non suo, del figlio

che porta in braccio

dove la morte si aggiusta le piume come i fenicotteri

prima del volo serale.



Chi ci aiuterà

piange ora

Akram

l'uomo di fronte al porto

dove il fumo

è un fungo che

cammina

cammina

cammina e


non si scioglie. L'avvenire avvampa, fornace del mondo indomabile



Un cane nero e ossuto segue il fungo, lo segue con gli occhi.
Beirut è Guernica senza cornice.





Disperso, ora il fumo.

Restano la povertà dell'intelligenza mutilata,
le idee accorciate

confusione

corruzione



negligenza

odio e

follia.


Disperse ora le grida.

Resta una corda d'acciaio tirata fra

calma
e caos.


Qualche domanda gettata in aria. Ai quattro venti.

Madre rispondi, perché non rispondi?
Allora? Tu? Come...

Anche gli altri dormono qui attorno. Molti con gli occhi aperti ma dormono.

TUTTO è NUDO

nessuno sa niente.

Non vi sarà un luogo per amare, non vi sarà un luogo per la gioia, non vi sarà un luogo per nascondere il dolore. Ci saranno offerte stanze invernali.




Dispersi i luoghi per le cose d'ogni giorno,

restano i nomi ricamati dal tempo.


Nomi senza testa né gambe ossa e pelle e ombra declinata.



Tenere pugni e occhi chiusi potrebbe diventare un gioco.

Non ricordare

non ricordare

non ricordare


che ore sono?

Per favore che ore sono?

Non ricordare

non ricordare

non ricordare


equivale a morire due volte.

Le nuvole non sono nuvole ma popcorn d'indifferenza gonfiati dalla macchina del tempo.

Le nuvole non sono nuvole ma il viaggio di ciascuno terminato nell'immondizia.

Non guardare le nuvole.

Non guardare le nuvole, guarda la vita, ascolta crescere le sue temerarie radici

che sono molto più

in alto

dell'immondizia.



Per sempre ci accompagna lo squarcio,

affinamento delle sonorità.

Sotto la lente d'ingrandimento,

la

lingua

moribonda

delle

strade.

Le strade portano tutte al mattatoio, chiunque ha in testa la mappa. Qualcuno lo mette in dubbio?

Oh, uscire dalle mappe, chi conosce la formula?

Tanto ormai abbiamo perso i poteri, calpestiamo la storia. Ci ritiriamo nelle quinte.
Non sappiamo cos'è la paura, la morte è arrivata così in fretta, fiore ruvido di marmo o acciaio, non ha un inizio e neppure una fine, fa parte dell'arredamento.


Il poco che sappiamo c'inganna.

Il poco che.

Il...








E arriva.

E arriva.

E arriva un tempo di

nuda verità.




Annusare il sangue



attraverso




un sole malato

visto tra fronde elettriche

tra foglie metalliche


simile all'uovo scaduto

che s'infrange sulla ferita.




ONDA

D'URTO

tuorlo e albume

– le lacrime di Beirut –

e allora di tutto ciò

che cosa rimane

dite voi se coraggio avete...


Una poesia?



vivianeciampi.poetry@gmail.com