E il mio cuore è un libro fatto a pezzi Ashraf Fayad
Disperse, ora le parole.
Un soffio le porta
lontano dalle labbra
spostandosi nell'aria
come
tanti strumenti scordati.
La terra dei cedri
esplode
in
un
attimo.
Disperse ora le certezze.
Brahim, camicia bianca insanguinata.
Sangue non suo, del figlio
che porta in braccio
dove la morte si aggiusta le piume come i fenicotteri
prima del volo serale.
Chi ci aiuterà
piange ora
Akram
l'uomo di fronte al porto
dove il fumo
è un fungo che
cammina
cammina
cammina e
non si scioglie. L'avvenire avvampa, fornace del mondo indomabile
Un cane nero e ossuto segue il fungo, lo segue con gli occhi.
Beirut è Guernica senza cornice.
Disperso, ora il fumo.
Restano la povertà dell'intelligenza mutilata,
le idee accorciate
confusione
corruzione
negligenza
odio e
follia.
Disperse ora le grida.
Resta una corda d'acciaio tirata fra
calma
e caos.
Qualche domanda gettata in aria. Ai quattro venti.
Madre rispondi, perché non rispondi?
Allora? Tu? Come...
Anche gli altri dormono qui attorno. Molti con gli occhi aperti ma dormono.
TUTTO è NUDO
nessuno sa niente.
Non vi sarà un luogo per amare, non vi sarà un luogo per la gioia, non vi sarà un luogo per nascondere il dolore. Ci saranno offerte stanze invernali.
Dispersi i luoghi per le cose d'ogni giorno,
restano i nomi ricamati dal tempo.
Nomi senza testa né gambe ossa e pelle e ombra declinata.
Tenere pugni e occhi chiusi potrebbe diventare un gioco.
Non ricordare
non ricordare
non ricordare
che ore sono?
Per favore che ore sono?
Non ricordare
non ricordare
non ricordare
equivale a morire due volte.
Le nuvole non sono nuvole ma popcorn d'indifferenza gonfiati dalla macchina del tempo.
Le nuvole non sono nuvole ma il viaggio di ciascuno terminato nell'immondizia.
Non guardare le nuvole.
Non guardare le nuvole, guarda la vita, ascolta crescere le sue temerarie radici
che sono molto più
in alto
dell'immondizia.
Per sempre ci accompagna lo squarcio,
affinamento delle sonorità.
Sotto la lente d'ingrandimento,
la
lingua
moribonda
delle
strade.
Le strade portano tutte al mattatoio, chiunque ha in testa la mappa. Qualcuno lo mette in dubbio?
Oh, uscire dalle mappe, chi conosce la formula?
Tanto ormai abbiamo perso i poteri, calpestiamo la storia. Ci ritiriamo nelle quinte.
Non sappiamo cos'è la paura, la morte è arrivata così in fretta, fiore ruvido di marmo o acciaio, non ha un inizio e neppure una fine, fa parte dell'arredamento.
Il poco che sappiamo c'inganna.
Il poco che.
Il...
E arriva.
E arriva.
E arriva un tempo di
nuda verità.
Annusare il sangue
attraverso
un sole malato
visto tra fronde elettriche
tra foglie metalliche
simile all'uovo scaduto
che s'infrange sulla ferita.
ONDA
D'URTO
tuorlo e albume
– le lacrime di Beirut –
e allora di tutto ciò
che cosa rimane
dite voi se coraggio avete...
Una poesia?
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