FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 43
luglio/settembre 2016

Fughe

 

IL CINEMA A PAROLE

di Verónica Becerril



FUGA DA ALCATRAZ
di Don Siegel


Alcatraz. Cosa c’è dopo questa parola? Fuga.
Ecco, questo è il tema centrale di questo numero di Fili d’Aquiloni ed è lo stesso del film che abbiamo scelto: Fuga da Alcatraz, la storia reale dell’evasione più famosa da un carcere di massima sicurezza. Don Siegel ha diretto questo lungometraggio nel 1979, ispirato dalla storia della fuga di Alcatraz avvenuta l’11 giugno del 1962 e resa nota dall’omonimo libro di Campbell Bruce dove si racconta di come Frank Lee Morris, John e Clarence Anglin siano riusciti a scappare da un carcere considerato da tutti il più sicuro al mondo. Un paio di anni dopo quella fuga dalla famosa prigione, che costava alle casse americane svariati miliardi di dollari, venne chiusa in modo definitivo.

Fuga da Alcatraz è ambientato negli anni 60 a San Francisco, e fu girato nel vero penitenziario, rimesso a nuovo per l’occasione. Cosa curiosa di questo film: nessuno degli attori ebbe una controfigura, ognuno di loro si trovò a girare la scena del salto del muro per poi finire in acqua, senza controfigure. Così fece Clint Eastwood, il protagonista nel personaggio di Frank Lee Morris. Eastwood, con quello sguardo che solo lui sa lanciare alla cinepresa, è un pericoloso delinquente, esperto in fughe che viene trasferito nel carcere di maggior sicurezza dell’epoca: Alcatraz. Nella sua cella Lee Morris scopre che una sbarra non è fissata nel modo giusto, e con questa immagine in mente inizia a sviluppare lentamente un perfetto piano di fuga che poi condivide con i suoi amici, i fratelli Anglin e Butts. Insieme, con dei cucchiai che fungono da piccole pale-picconi, i quattro iniziano a scavare il tunnel della loro libertà. Ma dopo il tunnel c’è il mare aperto, e Lee Morris allora confeziona con degli impermeabili una rudimentale zattera per allontanarsi il più possibile dall’isola. Per non dare troppo nell’occhio e ingannare le guardie confezionano, con della carta colorata, dei pupazzi per simulare la loro presenza nella cella e così, con questo ultimo dettaglio, il piano per andarsene da Alcatraz è pronto.



Il giorno della fuga Butts si tira indietro, pero Lee Morris e i fratelli Anglin decidono di andare comunque avanti. Solo il mattino successivo la loro fuga verrà scoperta ma ormai è troppo tardi per raggiungerli: dei tre fuggitivi non c’è traccia, né sull’isola né nell’oceano che la circonda. Il direttore della prigione prova a chiudere la vicenda affermando che sicuramente i tre sono affogati, però i loro corpi no si trovano né verranno mai trovati.

Tutto questo viene raccontato con grande maestria da Siegel che non ama le finizioni e dà importanza al realismo, ai piccoli particolari e stiamo parlando di un film della fine degli anni 70. Per quelli che non hanno visto questo classico del cinema è ora di vederlo e, per quelli che già lo conoscono, magari è il caso di rispolverare questa pellicola per apprezzare il cinema di una epoca nella quale ci si concentrata più sul racconto, sulle immagini che sugli artifici, gli effetti speciali.
Comunque, questo film ad alta tensione non ha chiarito la fine di Lee Morris e dei fratelli Anglin: i tre evasi che fine hanno fatto? Dopo Fuga da Alcatraz sull’argomento sono stati girati altri film ed è reperibile anche un documentario, ma sulla loro sorte non c’è nulla di sicuro. Tutto è racchiuso in un forse... To be continued.


Fuga da Alcatraz (Escape from Alcatraz), di Don Siegel
Con: Clint Eastwood, Patrick McGoohan, Robert Blossom, Fred Ward, Paul Benjamin
Lingua originale: Inglese
Colonna sonora: Jerry Fielding
Produzione: Usa, 1979


becerril.veronica@gmail.com