FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 39
luglio/settembre 2015

Svaghi & Feste

 

LA FESTA DELL’IRRAZIONALE
La poesia di Michail Kvadratov

di Linda Torresin



Per molti poeti moderni la poesia non rappresenta più (o soltanto) una descrizione mimetica della realtà, quanto una sua trasformazione artistica. Questo è il caso del poeta russo Michail Kvadratov (1962). I versi di Kvadratov sembrano infatti vivere di vita propria; il suo mondo non è quello logico e razionale della letteratura classica, ma quello trasfigurato dall’alogicità e dall’intuizione simboliste, nonché dalla sensibilità per l’assurdo e il paradosso corroborata nelle sperimentazioni postmoderniste.
Di fronte al lettore, quindi, si spalanca un universo parallelo, diviso tra speranze e disillusioni, ricordi di gioventù e fantasie mature. Secondo Kvadratov, «la vita è un sogno allegro» (Žizn’ - vesëlaja igra), una festa dell’irrazionale in cui la gioia si alterna al dolore, l’esistenza alla non-esistenza, la sofferenza alla pace, l’età adulta alla spensieratezza infantile («si stava allegri sorellina mia sonja / allegri quando eravamo piccoli»; bylo veselo sestrica sonečka / veselo kogda my byli deti).

Da poeta-matematico qual è, Kvadratov cerca di vincere il caos della contemporaneità attraverso una vera e propria “matematica della lingua”: ricreando originalmente il linguaggio poetico, l’autore gioca con suoni e parole, reinventa sensi e valenze per mezzo dell’ironia e della parodia. Alla fine, la poesia trionfa sul male e sulla morte. Sì, perché «la vita ritornerà venerdì mattina / cane bagnato sotto le coperte» (žizn’ vernëtsja obratno v pjatnicu utrom / mokroj sobakoj pod odejalo).




QUATTRO POESIE DI MICHAIL KVADRATOV


ВЕНЕЦИЯ

Жизнь - веселая игра.
На Венецианском фронте -
Pronto, pronto - вы умрете,
Вы умрете до утра.

Но безумный сваебой,
Словно позапрошлым летом,
Черным шелковым манжетом
Заполощет над собой -

Подбирается гроза,
Куполам и минаретам
Тем же неслучайным цветом
Пририсованы глаза -

Льется мертвая вода.
Вы плывете, вы идете,
Вы проснетесь в самолете -
Мы играем в города.


VENEZIA

La vita è un sogno allegro.
Sul fronte veneziano -
pronto, pronto - voi morirete,
voi morirete prima del mattino.

Ma il folle palafittiere,
come due estati fa,
col polsino nero di seta
farà i gargarismi -

s’avvicina la tempesta,
alle cupole e ai minareti
d’uno stesso colore non casuale
son dipinti gli occhi -

scorre l’acqua morta.
Voi nuotate, voi camminate,
voi vi svegliate in aereo -
noi giochiamo a giochi di parole.

Dal ciclo Sumerki (Crepuscolo, 2006)


*

было весело сестрица сонечка
весело когда мы были дети
алистера кроули покойничка
рисовали мелом на паркете

щекотали крылышками толстого
заставляли шевелить щеками
а теперь все скушное взрослое
толстые сами


*

si stava allegri sorellina mia sonja
allegri quando eravamo piccoli
aleister crowley defunto
disegnavamo col gesso sul parquet

solleticavamo quel grassone con le ali
lo costringevamo a muovere le guance
ma ora è tutto noioso adulto
noi stessi siamo grassi

Dal ciclo Persefona (Persefone, 2007)


*

Чего еще возьмешь со смерти -
Она четвертый вечер вертит
Разорванным календарем;
Поет: когда мы все умрем;
Сует билеты и пин-коды -
Давно пора, но пешеход
Тайком рисует переходы
И не умрет.


*

Cos’altro prenderai dalla morte -
sono quattro sere che lei gira
il calendario strappato;
canta: quando noi tutti moriremo;
ci rifila biglietti e codici pin -
da tempo è ora, ma il pedone
di nascosto disegna passaggi
e lui non morirà.

Dal ciclo Mefodij (Metodio, 2005)


*

в среду вечером скажут - сдуру можешь поверить
этой ночью опять умирать - заплакать
и вот из тебя убегают разные птицы и рыбы и звери
в перелески садки перекрестки слякоть
слезы глотают - черный йогурт четверг - liebe mutter
думать думать одно - холодно - как всего было мало

жизнь вернется обратно в пятницу утром
мокрой собакой под одеяло


*

mercoledì sera diranno - stupidamente puoi crederci
questa notte di nuovo morire - scoppiare a piangere
ed ecco da te fuggono uccelli e pesci e animali selvatici
nei boschi cedui vivai crocicchi fanghiglia
ingoiano le lacrime - giovedì yogurt nero - liebe mutter
pensare pensare a una cosa sola - freddo - com’è stato poco il tutto

la vita ritornerà venerdì mattina
cane bagnato sotto le coperte

Dal ciclo Mefodij (Metodio, 2005)


Traduzione dal russo di Linda Torresin

La traduzione delle poesie è stata effettuata sulla base delle seguenti edizioni online:
www.netslova.ru/kvadratov/persefona.html
www.netslova.ru/kvadratov/sumerki.html#1
www.netslova.ru/kvadratov/stihi.html




Michail Evgen’evič Kvadratov
è nato il 4 marzo 1962 a Sarapul, città russa della Repubblica di Udmurtia bagnata dal fiume Kama, a est di Mosca. Dopo aver terminato l’Istituto fisico-ingenieristico di Mosca, ha conseguito un dottorato di ricerca in Scienze fisico-matematiche.
È autore delle raccolte poetiche Delirij (Delirio, 2004), Zemlepol’zovanie (La proprietà della terra, 2006) e Carstvuj detka ne serčaj (Sii superiore, bambina, non prendertela, 2011).
Nel 2013 è uscito il suo primo romanzo, Gnom’ja jama (La buca degli gnomi). Sue opere sono state pubblicate dalle riviste “Znamja” (“Bandiera”), “Volga” e “Novyj bereg” (“Riva nuova”). Vive a Mosca.


linda.torresin@gmail.com