FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 34
aprile/giugno 2014

Lavoro

 

LO SCARABOCCHIO

di Stefano Cardinali



- Guardate che mira! Non ne sbaglio uno!

Il coglione fa scoppiare tutti i palloncini del bersaglio con la sua raffica ad aria compressa vantandosi davanti alle tre amiche.

In un lunapark semibuio la musica della giostra che gira vuota rende ancor più squallida la scena.

- Avrei dovuto mettere a frutto la mia mira e fare il serial killer! Altro che modificare e pulire i carburatori ai motorini! Lo sapete che i serial killer guadagnano un sacco di soldi?

Il serial killer? Quello scemo confonde l’artista creativo con l’assassino prezzolato! È come paragonare un imbianchino a Caravaggio perché come lui usa il pennello! Sento la rabbia montarmi dentro mentre il ragazzo continua la sua performance.

- Certo, non è mica un lavoro facile. Però una volta che ti sei fatto conoscere ti vengono a cercare per offrirti gli incarichi!

Ma con quale televisione è cresciuto l’imbecille? Perché di libri ne ha di certo sfogliati pochi. Neanche venti edizioni del Grande Fratello ti riducono così!

Per fortuna il caricatore finisce e il cretino si sente soddisfatto. Gli metto l’orsacchiotto di peluche in una busta e saluto con un sorriso. Poi dico a mio marito che mi allontano per un caffè e seguo a distanza il gruppo di ragazzi. Li sento vociare e ridere alle battute del “cecchino”. Passano quasi venti minuti prima che si presenti l’occasione giusta. Il ragazzo si dirige verso i bagni pubblici e io mi preparo ad agire. Sono emozionata e anche un po’ nervosa. Per la prima volta mi esprimerò in un’opera estemporanea senza aver pianificato nulla. Non potrò neanche comporre la messinscena che tanto piace ai media. Chissà se riconosceranno il mio stile?

Le ventisette stilettate all’addome risultarono identiche a quelle degli altri delitti ma per la prima volta la vittima aveva meno di trent’anni e l’omicidio era stato commesso in un bagno pubblico. Tutto ciò, in un primo momento, fece pensare a un emulatore. Per fortuna potei lasciare sulla lingua del ragazzo alcune fibre della mia sciarpa e dopo i primi esami i RIS confermarono il mio modus operandi. E tanto mi bastò.

Strana la vita, pensai, per difendere la mia arte avevo dovuto disegnare uno scarabocchio!


cardstefano@libero.it