La grande Wislawa Szymborska sosteneva che quello del poeta è il lavoro meno “fotogenico” del mondo: «Una persona seduta al tavolino o sdraiata sul divano fissa con lo sguardo immobile la parete o il soffitto, di tanto in tanto scrive sette versi, dopo un quarto d’ora ne cancella uno, e passa un’altra ora in cui non accade nulla… Quale spettatore riuscirebbe a reggere un simile spettacolo?».
Ad alcuni potrà sembrare strano usare il termine “lavoro” quando si parla di artisti. Di sicuro, i tempi morti e la noia esistono anche per le rockstar. Una volta chiesero a Charlie Watts cosa si provasse ad essere da decenni il batterista di un gruppo leggendario come i Rolling Stones. Lui rispose che, di fatto, il tempo passato a suonare la batteria era stato pochissimo. «La maggior parte della mia vita – disse – è trascorsa aspettando i momenti in cui avrei finalmente preso le bacchette tra le mani».
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