FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 30
aprile/giugno 2013

Germogli

 

GERMOGLI LETTERARI
Gli "Juvenilia" di Jane Austen

di Giuseppe Ierolli



Nell'anno in cui ricorre il bicentenario di Orgoglio e pregiudizio (pubblicato il 28 gennaio 1813), Jane Austen è più che mai presente nella cultura letteraria, ed è ormai da lungo tempo considerata una pietra miliare nella storia del romanzo. Qui però non si parlerà del suo romanzo più famoso, né degli altri cinque cosiddetti "romanzi canonici", ma di tre volumi manoscritti, rilegati artigianalmente dalla stessa autrice, conservati nella British Library di Londra e nella Bodleian Library di Oxford. Si tratta di quelli che sono attualmente conosciuti come "Juvenilia", una serie di brani di varia natura le cui date di composizione vanno all'incirca dal 1787 al 1793, ovvero dai dodici ai diciotto anni di Jane Austen (1775-1817), che furono pubblicati per la prima volta nel 1922 (vol II), 1933 (vol. I) e 1951 (vol. III).

Sono brani molto diversi l'uno dall'altro, a partire dalla lunghezza: si va dalla mezza pagina scarsa di Un frammento - scritto per inculcare l'esercizio della Virtù, alle oltre quaranta di Catharine, ovvero la pergola. Anche i generi sono molto diversi: frammenti di racconti, romanzi brevi, romanzi epistolari, saggi storici, pezzi teatrali, versi. Ciò che li accomuna è la vivace fantasia di una ragazzina che si diverte a giocare con le proprie letture, con un'ironia e un gusto per la parodia che si svilupperanno poi nei sei romanzi della maturità. Qui queste qualità sono allo stato puro, la piccola Jane non si preoccupa troppo dell'ortografia e della sintassi, sembra quasi correre sulle pagine come una bambina, e poi un'adolescente, che si diverta a smontare e rimontare a proprio piacimento gli svaghi che la appassionavano tanto: la lettura dei romanzi e la messa in scena in famiglia di lavori teatrali adattati alle capacità di figli e parenti degli Austen.

Leggere queste opere giovanili è un po' come colmare i vuoti nella biografia di JA di quel periodo. Anche se non ci danno informazioni dirette su che cosa facesse, su quali persone frequentasse, sulla sua vita concreta, sono utilissime per qualcosa che è forse più importante nella biografia di una scrittrice: ci permettono di capire indirettamente quali emozioni suscitavano quelle letture, quali giudizi dava la precoce lettrice su personaggi, intrighi, vicende più o meno avventurose e plausibili che trovava nei volumi della ricca biblioteca paterna. I brani degli "Juvenilia" sono infatti strettamente legati a quelle letture, in particolare ai "romanzi sentimentali" molto in voga all'epoca, pieni di eroine languide e più o meno virtuose che svengono a ogni pie' sospinto, di personaggi maschili che impersonano il "principe azzurro" o il "cattivo", di vicende ingarbugliate riguardanti scambi nella culla, parentele ritrovate, famiglie rovinate da biechi individui senza cuore ecc., narrazioni che poi, nel corso del tempo, si sono trasformate in quelli che ora chiamiamo "generi" letterari, più o meno durevoli: il romanzo gotico, storico, d'avventura; il feuilleton ottocentesco; il romanzo rosa odierno e così via.

Ma l'interesse che rivestono questi primi tentativi letterari di Jane Austen è legato soprattutto a una particolarità: la nostra scrittrice in erba, contrariamente a quanto avviene di solito, non aveva nessuna intenzione di emulare gli autori di quei romanzi, voleva solo trarne spunto per metterne in luce i lati comici, ridicoli, esagerati; e lo fece con l'occhio acuto e penetrante della satira e della parodia, che estremizza una situazione rivelandone i lati ridicoli. Basta leggere qualche brano a caso per capire lo spirito di questi scritti:

Erano straordinariamente belli e talmente somiglianti, che nessuno riusciva a riconoscerli separatamente. Anzi, persino i loro amici più intimi non avevano altro per distinguerli, se non la forma del viso, il colore degli Occhi, la lunghezza del Naso, e la diversità della carnagione. (Frederick ed Elfrida, 1787)

era un Giovanotto molto ricco e manteneva un gran numero di Carrozze delle quali non ne ricordo nemmeno la metà. Riesco solo a rammentare che aveva una Carrozza, un Cocchio, un Calesse, un Landò, un Landoncino, un Faeton, un Calessino, un Barroccio, un Carretto, un Carrozzino, un Calesse a due cavalli e una specie di carriola. (Le memorie di Mr. Clifford, 1788)

Era troppo commovente per i sentimenti miei e di Sophia - Svenimmo a Turno sul Sofà. (Amore e amicizia, 1790)

I Raggi che dardeggiavano dai suoi Occhi erano come quelli di quel glorioso Astro, sebbene infinitamente superiori. Erano così forti che nessuno osava avventurarsi entro mezzo miglio da loro; aveva quindi a disposizione la maggior parte della Stanza, la cui dimensione non ammontava a più di 3 quarti di miglio in lunghezza e uno e mezzo in larghezza. (Jack e Alice, 1790)

Ho assassinato mio padre a un'età molto precoce, in seguito ho assassinato mia Madre, e ora mi accingo ad assassinare mia Sorella. Ho cambiato religione così tante volte che al momento non ho idea se ne sia rimasta qualcuna. Ho testimoniato il falso in tutti i pubblici processi degli ultimi dodici Anni; e ho falsificato il mio stesso Testamento. In breve non esiste praticamente crimine che io non abbia commesso. (Lettera di una Signorina, i cui sentimenti troppo Violenti per la sua capacità di Giudizio l'hanno condotta a commettere Errori che il suo Cuore ha disapprovato, 1793)

E non sono solo i romanzi sentimentali a soccombere di fronte al suo occhio critico: anche gli eruditi libri di storia non sfuggono al suo gusto per la parodia. Nella Storia d'Inghilterra (1791) si può leggere (le immagini dei re sono della sorella di Jane Austen, Cassandra):

Si deve supporre che Enrico fosse Sposato, visto che sicuramente ebbe quattro figli, ma non è in mio potere informare il Lettore su chi fosse sua Moglie. Comunque sia, non visse per sempre, e una volta ammalatosi, il Principe di Galles suo figlio arrivò e gli portò via la corona; in seguito a ciò, il Re fece un lungo discorso, per il quale devo rimandare il Lettore alle Opere di Shakespeare ("Enrico IV")

Non posso dire molto riguardo al Buonsenso di questo Monarca - Né lo farei se potessi, perché era un Lancaster. Immagino sappiate tutto circa le Guerre tra lui e il Duca di York che era dalla parte della ragione; se non lo sapete, avreste fatto meglio a leggere qualche altro trattato di Storia, poiché non mi dilungherò molto su queste cose, che intendo usare solo per sfogare il mio Astio contro, e mostrare il mio Odio per tutti coloro le cui fazioni o idee non si adattino alle mie, e non per fornire informazioni. ("Enrico VI")

Sarebbe un affronto per i miei Lettori se non li ritenessi perfettamente a conoscenza dei particolari del regno di questo Re quanto lo sono io. Sarà perciò risparmiata a loro la fatica di rileggere ciò che hanno già letto, e a me il disturbo di scrivere ciò che non rammento con precisione, attraverso un sommario abbozzo dei principali Eventi che hanno contraddistinto il suo regno. [...] nulla può dirsi in sua discolpa, se non che l'abolizione degli Edifici Religiosi e il loro abbandono al rovinoso saccheggio del tempo è stato qualcosa di infinitamente utile al paesaggio Inglese nel suo complesso, il che è stato probabilmente il motivo principale per cui lo fece, altrimenti perché un Uomo che non aveva Religione si sarebbe preso la briga di abolirne una che da Secoli era radicata nel Regno? ("Enrico VIII")

Ma l'occhio acuto di Jane non si ferma solo ai contenuti; anche nelle dediche che precedono praticamente tutti i brani dà sfogo al gusto per l'esagerazione parodica:

Madam

Siete una Fenice. Il vostro gusto è raffinato, i Sentimenti nobili, e le vostre Virtù innumerevoli. La vostra Persona è deliziosa, la Figura, elegante, e il Portamento, maestoso. Le vostre Maniere sono distinte, la Conversazione razionale e l'aspetto unico. Se dunque il Racconto che segue vi offrirà un istante di divertimento, sarà gratificato ogni desiderio della

vostra devotissima         
e umilissima Serva         

L'Autrice.

(La bella Cassandra, dedicato alla sorella Cassandra)

o si diverte a giocare con le parole, usando solo quelle che iniziano con la lettera "C" in questa dedica alla cugina Jane Cooper:



Cugina

Consapevole del Conturbante Carattere che in ogni Contrada, e in ogni Casa della Cristianità vi è Concordemente Concesso, è con Cautela e Cura che Consegno alla vostra Caritatevole Critica questa Colta Collezione di Curiose Chiose, che sono state Coscienziosamente Cernite, Collazionate, e Classificate dalla vostra Comica Cugina

L'Autrice.

(Raccolta di lettere)

Ma gli "Juvenilia" sono anche un lettura interessante, oltre che divertente, perché è come se ci portassero nei corridoi sotterranei di quella miniera da dove l'autrice ha estratto il materiale grezzo poi trasformato nelle gemme dei suoi romanzi; un po' come se avesse messo da parte temi e personaggi, per poi riprenderli e trasformarli in quelli delle sue opere mature. Gli esempi sarebbero molti, ma basta citarne un paio, tratti entrambi da Le tre sorelle (1791).
Le parole con cui Mary, la maggiore e la destinataria di un'offerta di matrimonio, descrive il corteggiatore a un'amica non lasciano spazio a equivoci sui suoi sentimenti:

È un Uomo decisamente anziano, di circa trentadue anni, molto brutto talmente brutto che non riesco a sopportarne la vista. È estremamente sgradevole e lo odio più di qualsiasi altro al mondo. Ha un considerevole patrimonio e mi lascerebbe una bella Eredità; però gode anche di ottima salute.

e quell'uomo di trentadue anni considerato "decisamente anziano" non può non far venire in mente la descrizione che Marianne fa del colonnello Brandon nel cap. 8 di Ragione e sentimento:

Mamma, non mi stai prendendo sul serio. So benissimo che il colonnello Brandon non è così vecchio da rendere i suoi amici timorosi di perderlo per cause naturali. È possibile che viva ancora per vent'anni. Ma a trentacinque non si ha più nulla a che fare col matrimonio.

Quando poi il corteggiatore ha l'impressione di non essere gradito a Mary, sembra disposto a scambiarla tranquillamente con una delle due sorelle:

Vi prego Madam di non limitare Miss Stanhope obbligandola a essere gentile. Se decide di non accettare la mia mano, posso offrirla altrove, poiché non sono in nessun modo spinto da preferenze particolari per voi rispetto alle vostre Sorelle per me è lo Stesso sposarne una delle tre.

una reazione molto simile a quella di Mr. Collins nel cap. 15 di Orgoglio e pregiudizio, subito dopo esser stato informato che la primogenita, Jane, sarebbe stata presto impegnata con un altro:

Mr. Collins doveva solo scambiare Jane con Elizabeth, e fu presto fatto... fatto mentre Mrs. Bennet stava attizzando il fuoco. Elizabeth, che veniva subito dopo Jane per nascita e bellezza, le subentrò senza scosse.
Voglio concludere questo breve excursus nelle opere giovanili di Jane Austen citando un brano che non è attribuibile a lei con certezza. Si tratta di una lettera, firmata "Sophia Sentiment", inviata alla rivista "The Loiterer" (Il perdigiorno), curata da due dei fratelli di Jane, James e Henry, e pubblicata nel numero di marzo del 1789. Alcuni biografi la attribuiscono a lei, altri sono più propensi a credere che sia opera di uno dei due fratelli, ma anche in questo caso sarebbe un documento interessante, visto che si tratterebbe di una testimonianza del clima letterario che si respirava nella famiglia Austen:

Vi scrivo per informarvi che siete davvero fuori dalle mie grazie, e che, se non correggerete il vostro modo di fare, rinuncerò presto alla vostra conoscenza. Dovete sapere, Signore, che io sono una grande lettrice, e senza menzionare le diverse centinaia di volumi di Romanzi e di Commedie, ho, nelle ultime due estati, letteralmente saccheggiato tutti gli spassosi articoli delle più celebrate riviste periodiche, dal Tatler e lo Spectator al Microcosm e a Olla Podrida. Infatti io amo i periodici al di sopra di qualsiasi cosa, in particolare quelli nei quali ci si imbatte in un gran numero di narrazioni, e dove gli articoli non sono troppo lunghi. [...] non che alcuni articoli non siano ben scritti, ma il fatto è che gli argomenti sono scelti talmente male, che non riuscirebbero a interessare nessuno. - Basti pensare che, in otto numeri, non c'è stata nemmeno una storia romantica su amore e onore, e via discorrendo. - Nemmeno un Racconto Orientale pieno di Pascià ed Eremiti, Piramidi e Moschee - no, mai nemmeno un'allegoria o un sogno hanno fatto la loro apparizione nel Loiterer. [...] Quanto al vostro ultimo numero, a dire il vero, la storia era abbastanza buona, ma non c'erano scene d'amore, e nemmeno una donna, almeno una giovane; e mi chiedo come avete potuto rendervi colpevoli di una tale omissione, specialmente perché avrebbe potuto essere facilmente evitata. Invece di ritirarsi nello Yorkshire, lui avrebbe potuto fuggire in Francia, e lì, lo sapete, potevate farlo innamorare di una Paysanne francese, che poi si sarebbe rivelata una persona di nobili natali. Oppure potevate fargli appiccare il fuoco a un convento, e portar via una suora, che poi l'avrebbe convertito, o qualcosa del genere, giusto per creare un po' di movimento, e rendere la storia più interessante. [...] fateci leggere qualche bella storia toccante, relativa alle disgrazie di due amanti, che muoiono all'improvviso, proprio mentre stanno andando in chiesa. Fate che l'amante sia ucciso in duello, o scompaia in mare, oppure si spari, come volete; e quanto alla sua amante, naturalmente diventerà pazza; o se volete, potete uccidere la signora, e far diventare matto l'amante; ricordate solo, qualsiasi cosa facciate, che l'eroe e l'eroina devono possedere un bel po' di sentimento, e avere nomi graziosi. Se siete disposto ad accettare questi miei ordini, potete aspettarvi di leggermi nuovamente, e forse potrei persino concedervi un piccolo aiuto: - ma, in caso contrario - possa il vostro lavoro essere condannato a diventare incarto da pasticceria, e voi continuare a restare sempre scapolo, e a essere tormentato da una sorella zitella che vi fa da governante.

La vostra, secondo come vi comporterete,

SOPHIA SENTIMENT.

 


L'articolo è basato in gran parte sulla sezione dedicata agli "Juvenilia" nel mio Jane Austen si racconta, Utelibri, 2013, pagg. 11-16.
Tutti e tre i volumi degli "Juvenilia" sono consultabili nel sito "jausten.it", in traduzione italiana con testo a fronte.
I manoscritti, con trascrizione diplomatica, sono visibili nel sito Jane Austen Fiction Manuscripts.


ierolli@hotmail.com