FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 25
gennaio/marzo 2012

Grumi & Nodi

 

MARIANO PEYROU, TEMPERATURA VOCE

di Alessio Brandolini



Temperatura voce (Temperatura voz), è l’ultima raccolta poetica di Mariano Peyrou, uscita in Spagna nel 2010 e annunciata in Fili d’aquilone nell’intervista pubblicata nel numero 17 (gennaio/marzo 2010) in cui l’autore argentino – che da anni vive a Madrid – afferma che gli ci sono voluti dieci anni per scriverlo, per metterlo a punto.
I temi fondanti del nuovo libro sono gli stessi dei precedenti lavori: la precarietà dell’identità, la verità percepita come miraggio, l’indagine linguistica, i ricordi (“le parole che straripano dalla memoria”), il desiderio di permanere nell’immagine che di sé faticosamente si realizza, la paura e il mistero dell’oscurità, l’incomprensione del mondo e lo sforzo (il desiderio) di trovare “piacere” in questo disagio/difficoltà a comprendere i dati mutevoli del reale, compresi quelli dello stesso poeta.

La raccolta si compone di tre parti: la prima con lo stesso titolo, di dodici testi; seguita da “Non ho”, sezione centrale di tredici componimenti; e, infine, “Emergenza”. In tutto 37 pezzi senza titolo in cui l’autore modula la “temperatura” e il tono della “voce”. In confronto ai due precedenti lavori La sal (2005, pubblicato anche in Italia nel 2010) e Estudio del visible (2007), Temperatura voz è più musicale e allo stesso tempo più contundente e astratto, a tratti oscuro, con l’uso di parole arcaiche, desuete o utilizzate in modo anomalo, come fossero neologismi, i versi troncati, lasciati aperti, sospesi e che sembrano riallacciarsi al testo successivo creando così un flusso di coscienza instabile ma vibrante.
L’autore è anche musicista e questo lo si percepisce nella costruzione metrica, nei vuoti e nelle pause. Lo sguardo è mobile e acuminato (“L’occhio taglia ogni dissuasione”), l’io resta nascosto, impersonale, scisso in più parti dialoganti o in contrasto. L’indecifrabile entra nella visione complessiva della scrittura poetica di Peyrou, si ripercuote all’interno del verso che “parla” con il suo specifico significato linguistico e, insieme, coi suoni (anche stridenti) dovuti all’accostamento inatteso di parole e immagini, alle tensioni interne, al fraseggio metrico ellittico e veloce, ma attento a ogni singolo dettaglio.


Mariano Peyrou, Temperatura voz, Pre-Textos, Spagna, 2010, pagg. 52, euro 8,00)


La scelta qui proposta è la prima parte di Temperatura voce, la sezione omonima di dodici poesie che dà il titolo all’intera raccolta.




POESIE DI MARIANO PEYROU
da Temperatura voce



I

surco en el camino de
ya dentro hacia cualquier oscuro
la palabra desbordada por la memoria
la noche para quien no tiene menos

dilo ya o mejor
mineral sin verbos al alcance
barro piel en potencia pero
puro presente

forcejeo cada
desvío en el camino del surco hacia el verbo
arrisco que refulge y que se apaga
anudando todos estos años

guijarros bajo la linterna
cálida tuya nunca más


I

solco nel tragitto di
già dentro verso qualsiasi buio
la parola straripata dalla memoria
la notte per chi non ha di meno

dillo già o meglio
minerale senza verbi alla portata
fango pelle in potenza ma
puro presente

contorsione ogni
deviazione nel tragitto del solco verso il verbo
increspamento che rifulge e si spegne
annodando tutti questi anni

ciottoli sotto la torcia
calda tua mai più


II

bajo la arena insecta hay un calambre
un picor un gemir intermitente
diálogo del aliento y la resina
y la tela mojada

ahora verde opaco como otra semana
sin salir a la nieve
mano cuarteada siete
dedos escarbando las fisuras sensibles

una araña en la pared
un vaso en la mano
sangre por el suelo

lame a la salud del silogismo
la arena la morada inicial
suelo patria de nosotros


II

sotto la sabbia insettata c’è un crampo
un prurito un gemere intermittente
dialogo dell’alito e la resina
e la stoffa bagnata

ora verde opaco come un’altra settimana
senza uscire alla neve
mano macellata sette
dita frugando le fessure sensibili

un ragno nella parete
un bicchiere in mano
sangue sul pavimento

lecca la salute del sillogismo
la sabbia la dimora iniziale
suolo patria di noi


III

navegación
por las arterias del vino emotivo
sin trayecto pero siempre
retorno

sin médula palabras en
otoño
viento cuota de murria de todo itinerario

relámpago
revelando tal presencia pieria
en las tinieblas ásperas del
capricho

qué escalas constituyen ese
viaje
qué dictados sin voz


III

navigazione
per le arterie del vino emotivo
senza tragitto ma sempre
ritorno

senza midollo parole in
autunno
vento aliquota di mestizia di ogni itinerario

lampo
rivelando una certa presenza pieria
nelle tenebre ruvide del
capriccio

che scale costituiscono quel
viaggio
che dettati senza voce


IV

on/off es la consigna
el pulso el marco el
secreto la posibilidad del
ritmo el cauce de lo estático
la antítesis del movimiento la
síntesis        pero
en qué proporción

frío/calor y los matices
que también son el viaje
lo inscrito sobre el lienzo
lo ya dicho el pleno baile
tesis saltando los obstáculos
dialécticos hasta la oscuridad
aparente


IV

on/off è la consegna
il polso la cornice il
segreto la possibilità del
ritmo l’alveo dell’immobile
l’antitesi del movimento la
sintesi         ma
in che proporzione

freddo/caldo e le sfumature
che sono anche il viaggio
ciò che è scritto sulla tela
il già detto il pieno ballo
tesi saltando gli ostacoli
dialettici fino all’oscurità
apparente


V

fin del catálogo despierto
austero ni sol ni luna
seca la sangre nubes
caravana adentro

el ojo corta toda disuasión

y comienzo y ahora sin medida
un centímetro más al optimismo
un rojo más al margen de la sombra
un destello más breve que la sangre

pero un grado arriba o abajo

y otra vez turbio el cielo de los huesos
la callada falacia de lo extinto
de lo esencial esquivo clausurando
algo que no ha sido un espejismo


V

fine del catalogo sveglio
austero né sole né luna
secca il sangue nuvole
carovana dentro

l’occhio taglia ogni dissuasione

ed inizio ed ora senza misura
un centimetro in più all’ottimismo
un rosso in più al margine dell’ombra
uno scintillio più breve del sangue

ma un grado sopra o sotto

e un’altra volta torbido il cielo delle ossa
il silenzioso imbroglio dell’estinto
dell’essenziale schivo chiudendo
qualcosa che non è stato un miraggio


VI

la pequeña realidad en el momento fisura
no más calor que una bombilla de cien vatios
hoy apenas más luz

el fogonazo inmenso y nunca más
todas sus horas concentradas tiempo cero
el insecto al fin dentro de la bombilla
deseando salir

escasa verdad lenta
pulso constante al arrepentimiento
la máxima confianza en el latido
tajo en las venas el flujo indiferente

veloz inmensa claridad
ahí angosta la palabra habitable
tajo en las cuerdas vocales el flujo detenido


VI

la piccola realtà nell’attimo fessura
non più caldo d’una lampadina di cento watt
oggi appena più luce

la vampata immensa e mai più
tutte le sue ore concentrate tempo zero
l’insetto infine dentro la lampadina
che desidera uscire

scarsa verità lenta
polso costante al pentimento
la massima fiducia al battito
taglio nelle vene il flusso indifferente

veloce immensa chiarezza
lì stretta la parola abitabile
taglio nelle corde vocali il flusso bloccato


VII

su suavidad solar
de crustáceo en la roca

su olor a sangre
empuje al límite secreto
su niebla su temblor

sus catacumbas lúbricas
umbral del tacto

su acceso al flujo de lo inmóvil
presencia independiente del fenómeno

palabras sus alas
desplazamiento consecuencia su rumor
días sus minutos

la voz su verdad de espejismo
diciendo amor heno que arde


VII

la sua soavità solare
da crostaceo nella roccia

il suo odore di sangue
spinga al limite segreto
la sua nebbia il suo tremore

le sue catacombe oscene
soglia del tatto

il suo accesso al flusso dell’immobile
presenza indipendente del fenomeno

parole le loro ali
spostamento conseguenza il suo rumore
giorni i suoi minuti

la voce la sua verità di miraggio
dicendo amore fieno che arde


VIII

gelatina receptiva generosa
ruedan juntos las pirañas y los pájaros
misterio que entra con el latido
de la sangre en los labios y no
sale pero sale con esta miseria
de una única boca y qué más

resbaladizo lo duro blando
derramado en el otra vez cauce
hacia la prometida gloria centígrada
la candencia centrífuga
abriendo a voz los tubos del mercurio

voz su sí no
diverso como la unidad del dos
inaugural y seca y siempre antes


VIII

gelatina ricettiva generosa
ruotano insieme i piraña e gli uccelli
mistero che entra con il battito
del sangue nelle labbra e non
esce ma esce con questa miseria
da un’unica bocca e che più

scivoloso il duro morbido
versato nell’altra volta alveo
verso la promessa gloria centigrada
l’arroventamento centrifugo
aprendo a voce i tubi del mercurio

voce il suo sì no
diverso come l’unità del due
inaugurale e secca e sempre prima


IX

temperatura roja
canción que se despliega hacia el deseo
leve salmo corpóreo
primera dimensión de la plegaria
variaciones fascinantes de lo tibio
del tacto cultual
sol de estas frutas

temperatura ajena
hay agua suficiente y sed de sobra
vapor en la cisterna
primera dimensión del yo

temperatura vaina
miseria de la mano ante lo todo
comparando la escarcha con


IX

temperatura rossa
canzone che si dispiega verso il desiderio
lieve salmo corporeo
prima dimensione della supplica
variazioni affascinanti del tiepido
del tatto cultuale
sole di questa frutta

temperatura altrui
c’è acqua sufficiente e sete in eccesso
vapore nella cisterna
prima dimensione dell’io

temperatura guaina
miseria della mano dinanzi al tutto
paragonando la brina con


X

la vértebra y la piedra
los hemisferios en contacto

cuánto dura el eco del calor
la abstinencia del nombre
la memoria de la flecha o del aire

cuánto un peldaño toda la subida
un copo cuánto la pelea entera
casi cuánto la suerte de lo húmedo
y cuánto mar algunos áridos

inmersión
en las frecuentes caricias de los ápices
sus prometidas sumas cumplimientos
el ojo mínimo segregando anhelo
lítico lo demás


X

la vertebra e la pietra
gli emisferi in contatto

quanto dura l’eco del caldo
l’astinenza del nome
la memoria della freccia o dell’aria

quanto un gradino tutta la salita
un fiocco quanto la lite intera
quasi quanto la fortuna dell’umido
e quanto mare alcuni aridi

immersione
nelle frequenti carezze degli apici
le sue promesse somme compimenti
l’occhio minimo segregando anelito
litico il resto


XI

boca surco de la memoria
quietud habilidad de los escombros

uno a uno
toda la emergencia improbable
temple témpera pero sólo
hasta ahí

puntual el contacto murmúreo
la escucha experiencia antitérmica

una vía de entrada
demasiada quietud para el dolor

aunque lo múltiple sus trampas las pupilas

una la elección una
la voz lamiendo la temperatura sorda

a plena clínica


XI

bocca solco della memoria
quiete abilità dei rottami

uno ad uno
tutta l’emergenza improbabile
temperi témpera ma solo
fino a lì

puntuale il contatto bisbiglioso
l’ascolto esperienza antitermica

una via di entrata
troppa quiete per il dolore

benché il multiplo le sue trappole le pupille

una la scelta una
la voce leccando la temperatura sorda

a piena clinica


XII

vaivén mediante más ahora que nunca
más curva que giro

secretos de la superficie
pliegues por venir el vértigo
de lo horizontal

ácimo y atractriz

la lima ante su última acrobacia
contra la red

qué invernaderos ideales
el ojo su trabajo descriptible
qué proyecto labial

nada o lo que podría ser
cuenco abajo respiración avizor
inaugurando la zona subjuntiva


XII

viavai mediante più ora che mai
più curva che giro

segreti della superficie
pieghe in arrivo la vertigine
dell’orizzontale

azzimo e attraente

la lima davanti alla sua ultima acrobazia
contro la rete

che serre ideali
l’occhio il suo lavoro descrivibile
che progetto labiale

niente o ciò che potrebbe essere
cavità sotto respirazione guardinga
inaugurando la zona congiuntiva


Traduzione dallo spagnolo di Alessio Brandolini




Mariano Peyrou
nasce a Buenos Aires nel 1971, ma con la sua famiglia si trasferisce a Madrid nel 1976, dopo il colpo di stato militare, e qui tutt’ora vive. È sassofonista e si è laureato in Antropologia sociale.
Ha pubblicato le raccolte poetiche: La voluntad de equilibrio (2000), A veces transparente ( 2004), La sal (2005), Estudio de lo visible (2007) e Temperatura voz (2010). In Argentina sono state pubblicate due antologie della sua opera: De las cosas que caen (2004) e La unidad del dos (2004). Un’antologia bilingue dei suoi testi è uscita in Portogallo: O discurso opcional obrigatório (2009).
Il sale (La sal) è stato pubblicato in Italia nel 2010 dall’editore Raffaelli, traduzione di Alessio Brandolini.

(foto di David García)


alexbrando@libero.it