Ammetto che a volte il tema-guida del numero mi mette in crisi. Stavolta, per esempio: nodi e grumi. Come si fa a scrivere una “rubrica per le orecchie” partendo dai nodi e dai grumi? Nella mia mente passano immagini di corde di contrabbasso annodate, grappoli grumosi di note sul pentagramma. È inutile, stavolta non posso farcela.
Sto quasi per abbandonare l’impresa e decidere di cavarmela parlando completamente di altro (cosa che, del resto, nei numeri passati ho fatto spesso…) quando ecco che la panacea dell’ignoranza contemporanea, cioè Wikipedia, mi viene in soccorso.
Scopro così che i nodi hanno molto a che fare con il suono, se per nodo intendiamo quella parte di una superficie di legno che non vibra, che resta cioè immobile quando viene sollecitata. È una cosa che sanno molto bene i liutai e tutti quelli che costruiscono, suonano e studiano gli strumenti della famiglia degli archi. Conoscere a fondo le caratteristiche del legno con cui è costruita la cassa armonica è fondamentale per stabilire il suono dello strumento.
A studiare a fondo i nodi delle superfici vibranti fu un fisico tedesco del Settecento, Ernst Chladni, che all’epoca godeva di poca fama presso i suoi colleghi scienziati. Chladni aveva infatti pubblicato un libello dal titolo wertmulleriano (Sull'origine del ferro di Pallas e di altri similari e su alcuni fenomeni naturali associati) nel quale sosteneva che alcuni minerali presenti sulla Terra fossero in realtà di origine cosmica. La comunità scientifica dell’epoca liquidò la teoria come un vaneggiamento infondato. Oggi, invece, Chladni è considerato uno dei pionieri dello studio delle meteoriti.
Ma fu soprattutto sulla ricerca sulle vibrazioni che si concentrò il suo lavoro scientifico. Spargendo un sottile strato di sabbia su una lastra di legno o di metallo e poi sottoponendo la lastra a vibrazione Chladni notò che i granelli di sabbia si disponevano secondo figure precise e si raccoglievano nei punti in cui la vibrazione della lastra era minima o nulla. Questi punti sono chiamati convenzionalmente nodi.
Ancora oggi le cosiddette Linee di Chladni vengono utilizzate in acustica per costruire gli strumenti musicali.
Insomma, signori, ecco dimostrato che anche in una “rubrica per le orecchie” ha senso parlare di nodi.
E i grumi? vi chiederete voi.
Beh, adesso non approfittatevi di me.
federico.platania@samuelbeckett.it
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