FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia
Numero 8
ottobre/dicembre 2007

Tracce d'Europa

L'EUROPA E ALTIERO SPINELLI

di Emiliano Sbaraglia



Altiero Spinelli (1907-1986) ha consegnato ai posteri una chiara visione del futuro, e un'idea dell'Europa e dei vari passaggi da compiere per la sua formazione nel corso del tempo, per la quale ha combattuto tutta la vita.
Avvicinatosi alla politica sin da piccolo, seguendo l'impegno del padre socialista, appena diciassettenne (1924) Spinelli aderisce alla sezione giovanile del Partito Comunista, partecipando alla lotta clandestina. Tra i primi ad accorgersi delle sue qualità, Antonio Gramsci ne parla da subito come di un giovane "serio, maturo e prudentissimo".

Il primo arresto arriva a vent'anni, nel 1927, a Milano, condannato dal Tribunale Speciale a sedici anni e otto mesi di reclusione, di cui ne sconterà dieci, più della metà dei quali a Civitavecchia, dove entra in contatto con personaggi di spicco dell'antifascismo, da Umberto Terracini a Leo Valiani. Scarcerato nel 1937, viene arbitrariamente mandato al confino sull'isola di Ventotene per altri sei anni.

Nel corso della prigionia, Spinelli si dedica alla scrittura e allo studio, anche di scienze umanistiche e naturali, oltre che all'apprendimento di lingue straniere, alla storia e alla filosofia, disciplina alla quale si dedica in particolare confrontandosi con le opere di Kant e Hegel, maturando così un certo distacco dalle tesi del Partito Comunista: un atteggiamento, questo che gli costerà, sempre nel 1937, l'espulsione dal partito, motivato dalle critiche da lui sostenute nei confronti di Stalin. Ma il suo campo di ricerca lo porta a misurarsi anche con le teorie di alcuni pensatori inglesi del XVIII e XIX secolo di impostazione federalista, conosciuti e commentati soprattutto grazie alle affinità e lo scambio di letture intercorse con Ernesto Rossi, anch'egli al confino, e Luigi Einaudi.

E insieme proprio a Ernesto Rossi, Eugenio Colorni e Ursula Hirschmann, con cui si unirà in matrimonio, nel 1941 redigerà il MANIFESTO PER UN'EUROPA LIBERA E UNITA, meglio conosciuto come "Manifesto di Ventotene", il documento che porrà le basi del Movimento Federalista Europeo, e dal quale prende spunto quella "Carta" firmata a Roma nel 1957, primo documento ufficiale orientato verso la composizione di un'Europa Unita.
Nello scritto viene infatti sottolineato come i principi che nacquero dalla Società delle Nazioni in seguito alla prima guerra mondiale, fossero nel tempo andati perduti, lasciando il campo a un nazionalismo di carattere imperialista, sostenuto dalle grandi potenze continentali, portatrici di nuove fedi "materialistiche", a danno della supremazia e del valore di uno spirito critico e scientifico, che aveva caratterizzato i precedenti riferimenti a un comune sentire europeo.

Per contrastare tali tendenze, l'idea proposta nel documento è quella di costituire una forza sovranazionale europea, attraverso la quale ridistribuire competenze e ricchezze tra i popoli, dando vita a un governo determinato da elezioni a suffragio universale.
L'ordinamento di questa istituzione avrebbe dovuto basarsi su una nuova strategia politica ed economica, finalizzata a non ripetere gli errori insiti nelle strategie del capitalismo dilagante e, di contro, ben presenti anche nel comunismo imperante. In alternativa, la proposta è quella di creare le condizioni per realizzare un ordinamento democratico continentale, ottenuto anche grazie all'autodeterminazione dei popoli.

Con la caduta di Mussolini, nell'agosto del 1943, Altiero Spinelli viene liberato. Parte per Milano, dove a fine agosto fonda il Movimento Federalista Europeo, di cui sarà segretario sino al 1962 anche se, nel 1946, assieme a Ernesto Rossi lo abbandonerà, per rientrarvi e nuovamente abbandonarlo più volte nel corso della vita, a causa della poliedrica attività politica da lui sempre perseguita, spesso operante in vari e articolati fronti.
Ad esempio nel 1957 è a Torino, e il discorso che pronuncia al Congresso del popolo europeo contiene il nocciolo del suo pensiero: secondo Spinelli, gli stati europei devono rinunciare a parte della loro sovranità, e il popolo europeo deve partecipare alla definizione di una costituzione che inquadri le forme e le responsabilità di una nuova forma di governo sovranazionale.
In Italia, Spinelli partecipa attivamente alla vita politica, divenendo consigliere del leader socialista Pietro Nenni, mentre sulla scena continentale è membro della Commissione della Comunità europea dal 1970 al 1976, istituzione per la quale si occupa di politica industriale e ricerca. È inoltre deputato del Parlamento europeo dal 1976 sino alla sua morte, avvenuta a Roma il 23 maggio 1986.

Uomo di grande statura morale e grande politico, Altiero Spinelli è stato recentemente ricordato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha appena pubblicato per l'editore "Il Mulino" un piccolo volume dal titolo Altiero Spinelli e l'Europa, nel quale vengono raccolti gli interventi e gli scritti da lui dedicati alla figura di Spinelli, che il Capo dello Stato conobbe nel 1976.
In occasione di un incontro intorno al tema su "La Comunità e la sicurezza: il momento della scelta per l'Europa", organizzato dal Comitato d'Azione "Altiero Spinelli" al Palais d'Egmont di Bruxelles il 12 e 13 novembre del 1987), l'intervento di Giorgio Napolitano ("La sicurezza, dopo l'89: scegliere l'Europa") inizia così:

Le idee e le battaglie di Altiero Spinelli per l'Unione europea appaiono oggi più che mai attuali, in rapporto al maturare di situazioni e di problemi tali da richiedere un rinnovato impegno per il superamento degli ostacoli finora frappostisi a un più conseguente processo di integrazione politica. All'interno della Comunità si sta procedendo sulla via dell'unificazione del mercato in vista della scadenza non lontana del 1992, e risulta già chiaro che si vogliono evitare gravi tensioni economiche e sociali, occorre guidare politicamente quell'operazione attraverso interventi appropriati e verso precisi obiettivi di sviluppo equilibrato. Ciò richiede il rafforzamento e la riforma delle istituzioni e delle politiche comunitarie. Ma il rilancio della battaglia per l'Unione europea è richiesto anche da quel che sta accadendo all'estero della Comunità, cioè dall'aprirsi di una situazione ricca di nuove sfide e opportunità per il futuro delle relazioni internazionali. L'Europa può e deve in questa fase assumere un ruolo effettivo di soggetto autonomo della politica internazionale.

Oggi, a oltre vent'anni dalla morte di Spinelli e dalle parole qui riportate del presidente Giorgio Napolitano, viene spontaneo chiedersi a che punto sia la notte.
Passi in avanti sono stati indubbiamente fatti, dall'unificazione monetaria all'abbattimento delle frontiere nazionali per i 27 paesi che attualmente aderiscono all'Unione; ma ci sono ancora tante tappe da affrontare per realizzare quegli Stati Uniti d'Europa cui già Spinelli aspirava. E le tappe ancora da affrontare si dimostrano in alcuni casi impervie, se non addirittura impossibili da scalare: per citare soltanto due esempi, basti pensare all'equivoco atteggiamento tenuto in questi anni da una potenza come la Gran Bretagna, di certo la nazione più importante per completare un adeguato processo di unificazione, o alle varie incertezze legate all'ingresso della Turchia nel progetto in corso, questione tutt'altro che semplice da risolvere.
In più, a questo vanno aggiunti i recenti referendum, entrambi di esito negativo, registrati in Francia e Olanda rispetto alla ratificazione della Costituzione europea, seppure forse legati più a contingenze di carattere nazionale che a una reale ostilità da parte dei cittadini dei due paesi all'idea di un'Europa unita.

Per superare queste e altre difficoltà, si deve continuare ad alimentare la crescente convinzione di centinaia di milioni di cittadini europei, di vedere finalmente realizzata la composizione di una nuova entità mondiale, in senso geografico, politico ed economico, chiamata Stati Uniti d'Europa, che possa concretamente creare un modello alternativo di società, mettendo ai primi posti della propria agenda tematiche non più rinviabili per la loro drammatica urgenza, come la questione ambientale e i diritti umanitari.
La strada indicata e percorsa da personalità quali quella di Altiero Spinelli, deve ora raggiungere il suo ambito e prezioso traguardo.

 

emilianosba@tiscali.it




LE TAPPE STORICHE DELL'UNIONE EUROPEA

1951 Nascita della Comunità europea del carbone e dell'acciaio (CECA) con sei paesi fondatori (ITALIA, BELGIO, LUSSEMBURGO, PAESEI PASSI, GERMANIA e FRANCIA).
1957 ll trattato di Roma istituisce il MERCATO COMUNE EUROPEO.
1973 La Comunità passa a nove Stati membri (DANIMARCA, IRLANDA e REGNO UNITO) ed elabora politiche comuni.
1979 Prima elezione diretta del PARLAMENTO EUROPEO.
1981 Primo allargamento mediterraneo (GRECIA).
1986 Aderiscono SPAGNA e PORTOGALLO.
1993 Completamento del mercato unico.
1993 Con il trattato di Maastricht nasce l'UNIONE EUROPEA.
1995 L'Unione europea passa a 15 Stati membri (con AUSTRIA, FINLANDIA E SVEZIA).
2002 Introduzione dell'EURO.
2004 Altri dieci paesi aderiscono all'Unione (Europa a 25: con CIPRO, ESTONIA, LETTONIA, LITUANIA, MALTA, POLONIA, REPUBBLICA CECA, UNGHERIA, SLOVACCHIA e SLOVENIA).
2007 Aderiscono BULGARIA e ROMANIA: è l'attuale Unione Europea a 27.

 

Futuri allargamenti:
Turchia, Croazia, Ex Repubblica slava di Macedonia (la futura Unione Europea a 30).

 

Potenziali candidati:
Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Serbia.