FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia
Numero 7
luglio/settembre 2007

Altre terre

JORGE DE SENA: UN AUTORE SCOMODO

a cura di Mariangela Semprevivo



Jorge de Sena è nato a Lisbona nel 1919 ed è morto a Santa Barbara, negli USA, nel 1978. Nella sua città natale frequentò gli ambienti letterari dell'epoca, tramite Adolfo Casais Monteiro entrò in contatto con la rivista "Presença" e, successivamente, legò il proprio nome a "Cadernos de Poesia" su cui pubblicò alcuni sonetti entrando anche a far parte della direzione.
La sua prima raccolta poetica, Perseguição, pubblicata nel 1942, passò in sordina e questo fu solo l'inizio dell'ostracismo attuato a lungo nei confronti della sua opera.
Si laureò in ingegneria, ma esercitò la professione per breve tempo, poiché a causa della sua dura opposizione al regime di Salazar fu costretto a un lungo esilio. Nel 1959 fu coinvolto in un fallito colpo di stato contro la dittatura e, pur di non accettare alcun compromesso con il regime, de Sena lasciò per sempre il Portogallo trasferendosi volontariamente in Brasile.
Questo radicale cambiamento gli permise di dedicarsi a ciò che di più amava: la letteratura, la poesia. Difatti, gli anni vissuti in Brasile furono i più creativi da questo punto di vista, ma anche qui il capovolgimento della situazione politica in questo paese (con il golpe militare del 1964) lo costrinsero di nuovo alla fuga: nel 1965 si trasferì con tutta la famiglia negli Stati Uniti. Qui, insegnò prima nell'Università del Wisconsin e dal 1970 fu docente nel Dipartimento di Spagnolo e Portoghese a Santa Barbara, in California.

Jorge de Sena fu influenzato da varie correnti letterarie, tuttavia riuscì a rendere la sua poesia allo stesso tempo classica e rivoluzionaria cercando di superare le tendenze dell'epoca. Intellettuale scomodo e polemico, ma sempre etico e sincero, che attraverso la poesia ha cercato di restituire dignità all'uomo, conformemente alla missione che il poeta ha stabilito per sé. I suoi versi esprimono l'ansia, la passione e il coraggio di scoprire e capire fino in fondo gli uomini, di comprendere il mondo, malgrado l'intima consapevolezza che ciò non sarà possibile.
Questo scrittore vede nella poesia un'arma per non farsi schiacciare dai subdoli meccanismi che lo circondano, un modo per testimoniare e incidere sulla realtà. La sua produzione è un invito ad "aprire gli occhi" rivolto ai propri connazionali, i quali vivevano in un Paese represso dalla dittatura ma che non reagivano in alcun modo di fronte alla meschinità che li circondava. Per lo scrittore questa inerzia era sinonimo di connivenza con il sistema, altrimenti, era inspiegabile come una dittatura potesse durare quasi 50 anni.

De Sena, in maniera provocatoria ma altrettanto dolorosa, non fa altro che mettere a nudo i tabù e le limitazioni culturali della società portoghese di allora, denunciandone le ingiustizie e utilizzando spesso un linguaggio duro, purtroppo, creando tra sé e il proprio Paese una spaccatura che durerà sino alla sua morte.
La sua critica, però, non è rivolta esclusivamente al popolo portoghese ma è indirizzata al mondo tutto, che ormai si avvia verso il disfacimento. Con i suoi versi densi e impetuosi, a volte difficili, questo poeta cerca di parlare alle coscienze degli uomini, auspicando un mondo più giusto e libero dalle atrocità.
De Sena si impegnò molto nella divulgazione di autori e correnti letterarie straniere attraverso studi, conferenze e traduzioni.

La sua opera letteraria è vastissima, comprende più di venti raccolte poetiche, due testi per il teatro, più di trenta racconti, una novella e un romanzo, circa una quarantina di volumi dedicati alla saggistica, alla critica, alla storia, al teatro, alle arti plastiche, al cinema e alla teoria letteraria e culturale, senza dimenticare l'importanza dei suoi studi sulla vita e opere di Camões e Pessoa.
Nel 1977, per l'alto valore della sua produzione poetica, ricevette il Premio Internazionale Etna - Taormina.




Breve antologia poetica di Jorge de Sena


GAIOLA DE VIDRO

Como paredes através das quais
o mundo vemos pelo ser dos outros,
quem vamos conhecendo nos rodeia,
multiplicando as faces da gaiola
de que se tece em volta a nossa vida.

No espaço dentro mas que não depende
do número de faces ou distância entre elas
nós somos quem nós somos: só distintos
de cada um dos outros, para quem
apenas somos uma face em muitas,
pelo que em nós se torna, além do espaço
uma visão de espelhos transparentes.

Mas o que nos distingue não existe.


GABBIA DI VETRO

Come pareti attraverso le quali
il mondo vediamo con l'essere degli altri,
chi conosciamo ci circonda,
moltiplicando le facce della gabbia
che si tesse intorno alla nostra vita.

Nello spazio dentro ma che non dipende
dal numero di facce o distanza tra esse
noi siamo chi siamo: distinti soltanto
di ognuno degli altri, per chi
siamo appena una faccia tra tante,
per ciò in noi diventa, oltre lo spazio
una visione di specchi trasparenti.

Ma ciò che ci distingue non esiste.


ADVERTÊNCIA

Ah meu Deus! Se toda esta tristeza,
se toda esta consciência amarga do desprezo alheio,
se toda esta raiva contra mim,
se toda a melancolia que essa raiva me deixa,
                         são unicamente para que saia um poema...

Podes ter a certezza que o esmago.


AVVERTENZA

Ah mio Dio! Se tutta questa tristezza,
se tutta questa amara coscienza dell'altrui disprezzo,
se tutta questa rabbia contro me,
se tutta la malinconia che questa rabbia mi lascia,
                         sono unicamente perché sorga una poesia...

Puoi star certo che la schiaccerò.


OS PARAÍSOS ARTIFICIAIS

Na minha terra, não há terra, há ruas;
mesmo as colinas são de prédios altos
com renda muito mais alta.

Na minha terra, não há árvores nem flores.
As flores, tão escassas, dos jardins mudam ao mês,
e a Câmara tem máquinas especialíssimas para desenraizar as árvores.

O cântico das aves - não há cânticos,
mas só canários de 3º andar e papagaios de 5º.
E a música do vento é frio nos pardieiros.

Na minha terra, porém, não há pardieiros,
que são todos na Pérsia ou na China,
ou em países inefáveis.

A minha terra não é inefável.
A vida na minha terra é que é inefável.
Inefável é o que não pode ser dito.


I PARADISI ARTIFICIALI

Nella mia terra, non c'è terra, ci sono strade;
anche le colline sono di edifici alti
con pigione molto più alta.

Nella mia terra, non ci sono alberi né fiori.
I fiori, così scarsi, dei giardini cambiano ogni mese,
e il Comune ha macchine specialissime per sradicare gli alberi.

Il cantico degli uccelli - non ci sono cantici,
ma solo canarini di 3° piano e pappagalli di 5°.
E la musica del vento è freddo nelle catapecchie.

Nella mia terra, però, non ci sono stamberghe,
che si trovano tutti in Persia o in Cina,
o in paesi ineffabili.

La mia terra non è ineffabile.
È la vita nella mia terra ad essere ineffabile.
Ineffabile è ciò che non può esser detto.


ANOS SEM FIM, À LUZ DO MAR ACESO

Anos sem fim, à luz do mar aceso,

te vi nudez quase total, tão grácil

figura juvenil, ambígua e fácil,

e ao longe às vezes totalmente nua

em só relance de malícia crua.

Tudo isso me atraía e me afastava,

embora a vista retornando escrava,

a teus lugares me tivesse preso.

E quase sempre então tua figura,

sentada estátua, ou falsa sesta impura,

lá era, ao sol, o tempo congelado.

Hoje, subitamente, tu não viste

ninguém senão o meu olhar quebrado,

e com lenta inocência te despiste.

Mas quantas rugas no sorriso ansiado!


ANNI SENZA FINE, ALLA LUCE DEL MARE IMPETUOSO

Anni senza fine, alla luce del mare impetuoso,

ti vidi nudità quasi totale, così gracile

figura giovanile, ambigua e facile,

e da lontano a volte totalmente nuda

in una sola occhiata di malizia cruda.

Tutto questo mi attraeva e mi allontanava,

sebbene la vista rendendo schiava,

ai tuoi luoghi mi avesse imprigionato.

E quasi sempre allora tua figura,

seduta statua, o falsa siesta impura,

era là, al sole, il tempo congelato.

Oggi, improvvisamente, tu non vedesti

niente se non il mio sguardo spezzato,

e con lenta innocenza ti spogliasti.

Ma quante rughe nel sorriso ambito!


CONHEÇO O SAL DA TUA PELE SECA

Conheço o sal da tua pele seca
depois que o estio se volveu inverno
da carne repousando em suor nocturno.

Conheço o sal do leite que bebemos
quando das bocas se estreitavam lábios
e o coração no sexo palpitava.

Conheço o sal dos teus cabelos negros
ou louros ou cinzentos que se enrolam
neste dormir de brilhos azulados.

Conheço o sal que resta em minha mãos
como nas praias o perfume fica
quando a maré desceu e se retrai.

Conheço o sal da tua boca, o sal
da tua língua, o sal de teus mamilos,
e o da cintura se encurvando de ancas.

A todo o sal conheço que é só teu,
ou é de mim em ti, ou é de ti em mim,
um cristalino pó de amantes enlaçados.


CONOSCO IL SALE DELLA TUA PELLE SECCA

Conosco il sale della tua pelle secca
dopo che l'estate divenne inverno
della carne che riposa nel sudore notturno.

Conosco il sale del latte che bevemmo
quando dalle bocche si stringevano labbra
e il cuore nel sesso palpitava.

Conosco il sale dei tuoi capelli neri
o biondi o grigi che si attorcigliano
in questo dormire di bagliori bluastri.

Conosco il sale che resta sulle mie mani
come sulle spiagge rimane il profumo
quando la marea cala e si ritira.

Conosco il sale della tua bocca, il sale
della tua lingua, il sale dei tuoi capezzoli,
e quello della vita nell'incurvarsi con le anche.

Tutto il sale che conosco è solo tuo,
o è mio in te, o è tuo in me,
una cristallina polvere di amanti intrecciati.


NÃO MAIS !

Não mais! Não mais! Que eu esqueça que te tive,
e tu me esqueças debruçado em ti!
Que tudo seja como outrora eu vi:
uma figura ao longe recortada,

e fina e esbelta, ou suave e alongada,
não tão distante que me não entendas,
nem tão perto de mim que tu me vendas,
no mesmo corpo belo, o que não vive

nesse teu rosto ou sob a tua pele:
uma malícia esplêndida, capaz
de se entregar violenta quando a impele,

sem mais que orgulho, a força juvenil.
Assim será que, em mim, teu corpo jaz.
E sem nos lábios o sorriso vil.

Mas como há-de teu corpo em mim ter paz?


BASTA!

Basta! Basta! Che io dimentichi di averti avuta,
e tu mi dimentichi chino su di te!
Che tutto sia come lo vidi un tempo:
una figura frastagliata in lontananza,

e fine e snella, o leggera e allungata,
non così distante da non capirmi,
né così vicina a me che tu mi venda,
nello stesso corpo bello, ciò che non vive

in questo tuo viso o sotto la tua pelle:
una malizia splendida, capace
di consegnarsi violenta quando la istiga,

senza altro che orgoglio, la forza giovanile.
Così sarà che, in me, il tuo corpo giace.
E privo sulle labbra del sorriso vile.

Ma come può il tuo corpo in me avere pace?


DENÚNCIA

Sonharei, no teu seio calmo,
O sonho invisível do cego de nascença.

Dormirei, no teu cerrar de pálpebras,
Como um peixe desliza entre os ramos de árvore
Reflectidos na água.

Dormirei, nas tuas mãos pousadas no meu corpo,
O desejo de te acariciar sem perigo
- não vá tirar-te escamas, borboleta presa.

Dormirei, no teu sexo, a solidão do meu
Ao existir para que eu pense em ti.

Dormirei, na tua vida, a teimosia humana
De um sentido universal para as coisas connosco.

E se, depois, meu amor, formos estéreis,
Se a demora do tempo tiver tido um gesto abandonado,
E a morte, à nossa volta, um moleiro sem trigo,
O mundo que vier inveja-nos
E o nosso espírito há-de perdoar-nos.


DENUNCIA

Sognerò, sul tuo seno calmo,
Il sogno invisibile del cieco dalla nascita.

Dormirò, sulle tue palpebre chiuse,
Come un pesce guizza tra i rami d'albero
Riflessi nell'acqua.

Dormirò, sulle tue mani posate sul mio corpo,
Il desiderio di accarezzarti senza pericolo
- non ti toglie le squame, farfalla imprigionata.

Dormirò, sul tuo sesso, la solitudine del mio
Che esiste affinché io pensi a te.

Dormirò, sulla tua vita, la caparbietà umana
Di un senso universale delle cose con noi.

E se, dopo, amore mio, saremo sterili,
Se l'indugio del tempo avrà avuto un gesto abbandonato,
E la morte, intorno a noi, un mugnaio senza grano,
Il mondo che verrà ci invidierà
E il nostro spirito dovrà perdonarci.


SEM DATA

Esta voz com que gritei às vezes
não me consola de só ter gritado às vezes.

Está dentro de mim como um remorso, ouço-a
chiar sempre que lembro a paz de segurança estulta
sob mais uma pedra tumular sem data verdaderia.

Quando acabava uma soma de silêncios,
gritava o resultado, não gritava um grito.

Esta voz, enquanto um ar de torre à beira-mar
circula entre folhas paradas,
conduz a agonia física de recordar a ingenuidade.

Apetece-me explicar, agora, as asas dos anjos.


SENZA DATA

Questa voce con cui gridai a volte
non mi consola d'aver gridato solo a volte.

Sta dentro di me come un rimorso, la sento
stridere ogni volta che ricordo la pace di stolta sicurezza
sotto più d'una pietra tumulare senza una vera data.

Quando terminavo una somma di silenzi,
gridavo il risultato, non gridavo un grido.

Questa voce, mentre un'aria di torre in riva al mare
circola tra le foglie immobili,
porta l'agonia fisica di ricordare l'ingenuità.

Desidero spiegare, adesso, le ali degli angeli.


A PORTUGAL

Esta é a ditosa pátria minha amada. Não.
Nem é ditosa, porque o não merece.
Nem minha amada, porque é só madrasta.
Nem pátria minha, porque eu não mereço
a pouca sorte de nascido nela.

Nada me prende ou liga a uma baixeza tanta
quanto esse arroto de passadas glórias.
Amigos meus mais caros tenho nela,
saudosamente nela, mas amigos são
por serem meus amigos, e mais nada.

Torpe dejecto de romano império;
babugem de invasões; salsugem porca
de esgoto atlântico; irrisória face
de lama, de cobiça, e de vileza,
de mesquinhez, de fatua ignorância;
terra de escravos, cu pró ar ouvindo
ranger no nevoeiro a nau do Encoberto;
terra de funcionários e de prostitutas,
devotos todos do milagre, castos
nas horas vagas de doença oculta;
terra de heróis a peso de ouro e sangue,
e santos com balcão de secos e molhados
no fundo da virtude; terra triste
á luz do sol calada, arrebicada, pulha,
cheia de afáveis para os estrangeiros
que deixam moedas e transportam pulgas,
oh pulgas lusitanas, pela Europa;
terra de monumentos em que o povo
assina a merda o seu anonimato;
terra-museu em que se vive ainda,
com porcos pela rua, em casas celtiberas;
terra de poetas tão sentimentais
que o cheiro de um sovaco os põe em transe;
terra de pedras esburgadas, secas
com esses sentimentos de oito séculos
de roubos e patrões, barões ou condes;
ó terra de ninguém, ninguém, ninguém:
eu te pertenço. És cabra, és badalhoca,
és mais que cachorra pelo cio,
és peste e fome e guerra e dor de coração.
Eu te pertenço mas seres minha, não.


AL PORTOGALLO

Questa è la fortunata mia patria amata. No.
Né fortunata, perchè non lo merita.
Né mia amata, perchè è solo matrigna.
Né mia patria, perché io non merito
la poca fortuna d'esservi nato.

Nulla mi lega o unisce ad una tanta bassezza
quanto questo rutto di glorie passate.
Ho là amici miei molto cari,
nostalgicamente là, ma sono amici
perché mi sono amici, e nient'altro.

Turpe escremento di romano impero;
bava di invasioni; salsedine sporca
di scolo atlantico; ridicola faccia
di melma, e di viltà,
di meschinità, di fatua ignoranza;
terra di schiavi, sedere in aria a sentir
stridere nella nebbia la nave dell'Occulto;
terra di funzionari e di prostitute,
tutti devoti del miracolo, casti
nelle ore libere di malattia occulta;
terra di eroi a peso d'oro e sangue,
e santi con spaccio di mercanzie varie
nel profondo della virtù; terra triste
alla luce del sole calata, imbellettata, vile,
piena di cortesie per gli stranieri
che lasciano monete e trasportano pulci,
oh pulci lusitane, per l'Europa;
terra di monumenti in cui il popolo
firma con la merda il suo anonimato;
terra-museo in cui si vive ancora,
con maiali per le strade, in case celtiche;
terra di poeti così sentimentali
che l'odore di un'ascella li manda in trance;
terra di pietre levigate, secche
come questi sentimenti di otto secoli
di furti e padroni, baroni e conti;
o terra di nessuno, nessuno, nessuno:
io ti appartengo. Sei prostituta, depravata,
sei più che una cagna in calore,
sei peste e fame e guerra e dolore del cuore.
Io ti appartengo ma esser mia, no.



Testi tratti da:

Conheço o Sal ... e Outros Poemas, edição literária, Lisboa, Moraes Editores, 1974.

Eros de Passagem - Poesia Erótica Contemporânea - Selecção e Prefácio de Eugénio de Andrade, Campo das Letras, Porto, 1997.

Poesia I, Moraes Editores, 2ª edição, 1997.

Poesia III, Edições 70, Lisboa, 1989.

Traduzione dal portoghese di Mariangela Semprevivo

m.semprevivo@libero.it