FILI D'AQUILONE rivista d'immagini, idee e Poesia |
Numero 3 luglio/settembre 2006 Signore Bestie |
GLI ANIMALI NELLA POESIA DI HUMBERTO AK'ABAL di Emanuela Jossa |
Nel Popol Vuh, antico testo maya che racchiude la cosmogonia, i miti e la storia del popolo k'iché, si racconta che gli dei creano gli animali perché non regni più il silenzio sulla terra, e perché siano rivolte loro preghiere di ringraziamento. Quando si rendono conto che gli animali emettono suoni ma sono incapaci di pregare, di adorarli, gli dei li puniscono duramente, condannandoli ad essere alimento per quegli esseri, gli uomini, che finalmente saranno capaci di venerare i loro creatori. Ciò che differenzia gli animali dagli uomini di mais sembra dunque essere la capacità di esprimersi attraverso la parola, che qui rappresenta l'idea della coscienza, della razionalità e, non ultima, della religiosità. Questi episodi non solo riscattano gli animali dalla presunta inferiorità cui sembravano essere stati condannati durante la genesi, ma stabiliscono un rapporto d'interdipendenza tra mondo naturale e divino, da un lato, e tra mondo naturale e umano dall'altro. L'incapacità di pregare attribuita agli animali può essere allora letta in modo inverso, e cioè come incapacità degli imperfetti dei del Popol Vuh di ascoltare un linguaggio che non sia necessariamente quello delle parole. Nella visione maya, il linguaggio (e poi la poesia) è solo una delle forme possibili del dialogo tra tutte le parti del cosmo. Questa idea è presente nella grammatica stessa della lingua k'iché, la lingua del Popol Vuh ma anche una delle venti lingue parlate dalle popolazioni maya che attualmente vivono tra il Guatemala e il sud del Messico. Ed è la lingua del poeta maya k'iché Humberto Ak'Abal. Scrivere in quiché significa innanzitutto condividere e comunicare una visione del mondo costruita con quel linguaggio: se la natura si esprime attraverso i suoni, questi sono accolti nei versi sotto forma di onomatopee, che vengono a significare rivendicazione di identità e affermazione della possibilità di comunicare profondamente l'essere della natura.
Nella visione poetica di Humberto Ak'abal, e della cultura maya, tutte le creature sono animate dalla necessità di esprimersi, di essere comprese e consolate in una vita che è parte di un processo continuo di trasformazione che manifesta la sua armonia ma che include anche la morte. La reciprocità si mostra proprio in questo forte sentimento di condivisione tanto dell'allegria quanto del dolore. Il turbamento suscitato dalla morte è espresso con una forte carica di emotività manifestata dagli animali, dagli oggetti di uso quotidiano, dalle montagne. Molte poesie sono infatti costruite intorno a sentimenti di smarrimento, paura, dolore, tristezza, (Lamento, Cuando el tecolote canta) ma queste emozioni appaiono condivise da tutti gli elementi dalla natura, e proprio questa profonda e immediata condivisione permette di superare quelle emozioni, di ritrovare la bellezza e sentire dentro di sé la poesia del mondo. Gli animali in k'iché non sono designati dalla parola, ma sono cantati con il suono che è il loro nome: tu'kur, il gufo, xi'r, il grillo, sotz, il pipistrello... Il poeta riproduce gli accordi della natura (Canto de pájaros, Xi'r -x'ir, lol - lol) o crea paesaggi suggestivi che riflettono poeticamente il principio di reciprocità, ma non come idea precostituita, bensì come esito di un'esperienza vissuta profondamente a contatto con la natura. Dalla intensa contemplazione della natura si passa al sentimento della natura, trasmesso attraverso la poesia che, con un uso sapiente della parola e del suono, ristabilisce la contemplazione restituendola poeticamente al lettore. Reciprocità e dinamismo sono dunque alla base dei continui processi di trasformazione degli esseri che formano la natura. E proprio da questa intimità profonda nasce il NAWAL, spirito protettore e compagno dei maya. Quasi sempre si tratta di un animale che nasce con il bambino e conduce con lui una vita parallela; e viceversa, ogni animale ha un essere umano che gli corrisponde e che quindi soffre e gioisce con lui. Attraverso il nawal la relazione con la natura diventa ancora più concreta e tangibile: se la natura, nella sua interezza, per i maya è il tutto e quindi l'identità, l'essere, gli animali sono i compagni e quindi la vita, l'esistere.
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BREVE ANTOLOGIA POETICA DI HUMBERTO AK'ABAL
ROBO
Nos han robado De lo que no han podio Ni podrán. (da Tejedor de palabras)
Alla lejos La tarde se desmorona; Su hembra ha muerto. (da Tejedor de palabras)
La luna era una casa grande Cuando mi papá me regañaba, (da Tejedor de palabras)
El fuego Y el leño (da Tejedor de palabras)
Acarrean mazorcas Las taltuzas (da Retoño salvaje)
Nacio antes que el pueblo, Cada vez que canta Los chuchos aullan, Cuando él muere (da Tejedor de palabras)
Los cenzontles se prenden (da Kamoyoyik)
El colibri y la rama (da Desnuda como la primera vez)
Se siembran las gallinas, Los animales, También echan raices. (da Con los ojos después del mar)
Xi'r, xi'r, xi'r, xi'r... Xi'r, xi'r, xi'r, xi'r... Lol, lol, lol, lol... Lol, lol, lol, lol... (da Kamoyoyik)
En aquel entonces Los grillos (da Kamoyoyik)
Los coyotes conocen Si en un dia soleado Al rato llueve. (da Con los ojos después del mar)
Ni la luna A veces el ladrido (da Kamoyoyik)
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FURTO
Ci hanno rubato Ciò di cui non hanno potuto Non ci riusciranno mai.
Laggiù Si sgretola la sera; La sua femmina è morta.
La luna era una grande casa Quando mio padre mi rimproverava,
Il fuoco E il legno
Trasportano pannocchie le talpe
Nacque prima del villaggio, Ogni volta che canta I cani ululano, Quando muore
I cenzontles si attaccano
Il colibrì e il ramo
Si seminano le galline. Anche gli animali, mettono radici.
Xi'r, xi'r, xi'r, xi'r... Xi'r, xi'r, xi'r, xi'r... Lol, lol, lol, lol... Lol, lol, lol, lol...
Tempo fa I grilli
I coyote conoscono Se in un giorno di sole dopo poco piove.
Neanche la luna A volte il latrato (da Kamoyoyik)
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TESTI INEDITI
¿Y EL RÍO?
El río se fue El río huyó Cómo hiede el camino
Sus ramas se agacharon tanto Hoy el árbol jorobado,
Un río encendido era tan manso ese río
Es un esqueleto Cuando el quiebrapalitos
Y vuelven a pasar por el cielo.
Con las primeras luces del alba El sembrador El tz'ukulik Tz'ukulikTz'ukulik
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E IL FIUME?
Il fiume se n'è andato Il fiume è scappato Come puzza il sentiero
I suoi rami si piegarono tanto Oggi l'albero gobbo
Un fiume acceso era così mite il fiume
È uno scheletro Quando il quiebrapalitos
E tornano ad attraversare il cielo.
Con le prime luci dell'alba Il seminatore Lo tz'ukulik Tz'ukulik
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Traduzione di Emanuela Jossa. |
HUMBERTO AK'ABAL
Humberto Ak'abal è nato a Momostenango, in Guatemala, nel 1952. Come lui stesso afferma, sempre con pudore e sobrietà, non è mai stato veramente bambino, e questo gli ha lasciato una sensazione di fame e tristezza: gli anni dell'infanzia sono stati infatti caratterizzati da povertà e violenza. Da bambino aiutava il padre a trasportare la legna, e dopo aver lasciato prematuramente la scuola, ha svolto diversi lavori, in particolare il trasporto e la vendita dei tessuti confezionati al telaio dalla sua famiglia. Di quegli anni resta il ricordo del nonno che gli insegnava i segreti della natura, dell'amore della madre, ma anche delle terribili conseguenze della guerra. Il suo incontro con la poesia è un incontro con i libri spiati dalle vetrine di una libreria o in una cassa tenuta nascosta, e poi conquistati con avide letture. Parte della sua formazione sono i racconti narrati dalla madre, il suono della marimba (nella famiglia paterna molti erano musicisti) e l'incontro con il poeta Luis Arango. Ha scritto poesie e un libro di racconti, conquistando una notevole celebrità non solo in America Latina, ma anche in Europa e altri Paesi, è stato tradotto in diverse lingue. Ha ricevuto importanti premi quali il "Diploma Emeritissimus" nel 1995 dall'Università di San Carlos (Guatemala); il Premio Internazionale di Poesía Blaise Cendrars, nel 1997 (Svizzera); il Premio Continental Canto de America 1998, per scrittori di lingua indigena (Messico) e il Premio Internazionale di Poesia "Pier Paolo Pasolini" nel 2004 (Italia).
Ajyuq' El animalero (1990), Guardián de la caída del agua (1993), Hojas del árbol pajarero (1995), Lluvia de luna en la cipresalada (1996), Retoño salvaje (1997), Desnuda como la primera vez (1999), Gaviota y sueno (2000), Arder sobre la hoja (2000), Con los ojos después del mar (2000), Ovillo de seda (2001), Ajkem Tzij Tejedor de palabras (2001), Aqajtzij Palabramiel (2001), Corazón de toro (2002), Kamoyoyik (2002), El llanto del jaguar (2005).
Traduzioni italiane:
Tessitore di parole (Le Lettere, Firenze 1998, a cura di Emanuela Jossa), Selezione da Ovillo de seda e Gaviota y sueño in Emanuela Jossa, Humberto Ak'Abal, un poeta maya in viaggio, in "Collettivo R", 85-89, gennaio 2001-agosto 2002.
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