FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 67
luglio 2024

Primavera

 

L'ANGOLO DI ED

a cura di Giuseppe Ierolli



L'inondazione della primavera


F948-J844

Spring is the Period
Express from God -
Among the other seasons
Himself abide

But during March and April
None stir abroad
Without a cordial interview
With God -

    La Primavera è il Periodo
Espresso da Dio -
Nelle altre stagioni
Abita da solo

Ma durante Marzo e Aprile
Nessuno se ne va in giro
Senza un cordiale colloquio
Con Dio -

Come in molte altre poesie, anche qui la primavera è la stagione più bella dell'anno, quella in cui non possiamo fare a meno di incontrare Dio quando ce ne andiamo a spasso. Lo stesso Dio che nelle altre stagioni se ne sta appartato, senza manifestare la sua presenza, come invece fa in questa stagione di rinascita della natura.

 

F962-J812

A Light exists in Spring
Not present on the Year
At any other period -
When March is scarcely here
A Color stands abroad
On Solitary Fields
That Science cannot overtake
But Human Nature feels.

It waits upon the Lawn,
It shows the furthest Tree
Upon the furthest Slope you know
It almost speaks to you.

Then as Horizons step
Or Noons report away
Without the Formula of sound
It passes and we stay -

A quality of loss
Affecting our Content
As Trade had suddenly encroached
Upon a Sacrament -

    Una Luce esiste in Primavera
Non presente nell'Anno
In qualsiasi altro periodo -
Quando Marzo è a malapena qui
Un Colore sta là fuori
Su Campi Solitari
Che la Scienza non può cogliere
Ma la Natura Umana avvertire.

Aspetta sul Prato,
Mostra il più remoto Albero
Sul più remoto Pendio che conosci
Quasi ti parla.

Poi quando gli Orizzonti si avviano
O i Mezzogiorni replicano lontani
Senza Formula di suono
Passa e noi restiamo -

Un senso di perdita
Intacca il nostro Contento
Come se un Commercio s'insinuasse d'un tratto
In un Sacramento -

Una luce misteriosa, quasi inconoscibile, germoglia brevemente all'inizio della primavera, quando marzo è appena arrivato. È un colore indefinibile, che resta appartato e lontano, un colore che non sappiamo definire con gli strumenti della scienza, ma che avvertiamo nel nostro intimo. Non riusciamo mai a vederlo da vicino, riusciamo a scorgerlo di sfuggita, sull'albero o sul paesaggio più lontano e in quei momenti sembra quasi che ci parli. La sua vita è breve, quando le giornate si fanno più lunghe e gli orizzonti e i mezzogiorni prendono nuova vita, se ne va in silenzio, lasciandoci la bellezza dell'estate ma, nel contempo, un senso di perdita che non sappiamo definire esattamente, ma che intacca la nostra gioia per l'arrivo della bella stagione, con il suo splendore che sembra però troppo carnale in confronto all'eterea bellezza di quel fuggevole colore.
Bellissima poesia, che descrive in modo perfetto ciò che definisce indescrivibile. Il settimo e ottavo verso hanno valenza che va al di là del soggetto della poesia: potrebbero essere usati per tutte quelle cose che sentiamo dentro di noi e non riusciamo a definire esattamente, con i soli strumenti della concretezza. Il verso 12 e il verso 15 ne sono quasi una parafrasi, con quel suono che riusciamo quasi a sentire con la mente ma che non esiste per le nostre orecchie. Molto bella anche l'immagine finale, con l'estate calda e carnale che dà gioia ai nostri sensi ma che sembra come un vile commercio in confronto alla pura interiorità di un sacramento.

 

F999-J1042

Spring comes on the World -
I sight the Aprils -
Hueless to me, until thou come
As, till the Bee
Blossoms stand negative,
Touched to Conditions
By a Hum -
    La Primavera arriva nel Mondo -
Avvisto gli Aprili -
Incolori per me, finché non arrivi tu
Come, fino all'Ape
I Fiori restano negativi,
Mossi a Qualità
Da un Ronzio -

La primavera, l'aprile, non bastano per colorare la mia esistenza; per me resteranno grigi e incolori finché non sarai tu a portare la luce della primavera nei miei occhi, allo stesso modo dei fiori, che restano immoti, pur nei loro colori, e si rianimano soltanto quando sentono arrivare il ronzio dell'ape.

 

F1122-J1051

I cannot meet the Spring - unmoved -
I feel the old desire -
A Hurry with a lingering, mixed,
A Warrant to be fair -

A Competition in my sense
With something, hid in Her -
And as she vanishes, Remorse
I saw no more of Her -

    Non so incontrare la Primavera - con distacco -
Sento l'antico desiderio -
Un'Urgenza a un protrarsi, mescolata,
Una Licenza d'esser bella -

Una Competizione nei miei sensi
Con qualcosa, nascosta in Lei -
E quando svanisce, il Rimorso
Di non aver visto di più di Lei -

Il risveglio della natura non può lasciarci indifferenti, fa affiorare il desiderio di cambiamento, che affrontiamo con il sentimento contrastante di chi aspetta impaziente qualcosa e nello stesso tempo vorrebbe ritardarne l'arrivo per gustare di più l'attesa. La primavera porta con sé una garanzia di bellezza, che diventa una gara fra il rinascere inconsapevole della natura e quello fremente dei nostri sensi, e quando, sempre troppo presto, se ne va, ci lascia il rimorso di non aver saputo goderne appieno.
Breve ma molto ricca di temi ed immagini suggestive: il primordiale desiderio di cambiamento che sentiamo sempre dentro di noi, la fretta di afferrare la bellezza e insieme la voglia di godere appieno il sentimento dell'attesa, la competizione, che diventa emulazione, fra la natura e i nostri sensi, e infine il sentimento che quasi sempre proviamo di fronte allo svanire di qualcosa che ci ha resi felici e che magari abbiamo atteso a lungo: il rimorso, il rimpianto, la certezza di non essere stati capaci di cogliere tutti i dolci frutti che ci sono stati offerti da un albero che si sta ormai disseccando, senza sapere se riusciremo mai a rivederne la fioritura.
Una seconda copia, limitata alla seconda strofa e con "when" al posto di "as" nel penultimo verso, fu inviata a Susan Gilbert; in questa versione viene meno il riferimento alla primavera, e il pronome dei versi pari può essere letto in diretto riferimento alla destinataria.

 

F1423-J1425

The inundation of the Spring
Enlarges every Soul -
It sweeps the - tenements - away
But leaves the Water whole -

In which the Soul at first estranged -
Seeks faintly for it's shore -
But acclimated - pines no more
For that Peninsula -

    L'inondazione della Primavera
Allarga ogni Anima -
Toglie le - case - di mezzo
Ma lascia un tutto d'Acqua -

In cui l'Anima dapprima estraniatasi -
Cerca flebilmente la sua riva -
Ma acclimatata - non si strugge più
Per quella Penisola -

La primavera (ovvero la novità stimolante e vitale) come un'inondazione in cui l'anima si immerge timorosa, per poi trovare la riva e godere senza rimpianti quel nuovo calore che ne allarga gli orizzonti.

 

F1789-J1764

The saddest noise, the sweetest noise,
The maddest noise that grows, -
The birds, they make it in the spring,
At night's delicious close,

Between the March and April line -
That magical frontier
Beyond which summer hesitates,
Almost too heavenly near.

It makes us think of all the dead
That sauntered with us here,
By separation's sorcery
Made cruelly more dear.

It makes us think of what we had,
And what we now deplore.
We almost wish those siren throats
Would go and sing no more.

An ear can break a human heart
As quickly as a spear.
We wish the ear had not a heart
So dangerously near.

    Il suono più triste, il suono più dolce,
Il suono più pazzo che esista, -
Gli uccelli, lo fanno in primavera,
Al delizioso chiudersi della notte,

Sulla linea fra marzo e aprile -
Quella magica frontiera
Al di là della quale l'estate esita,
Quasi troppo celestialmente vicina.

Ci fa pensare a tutti i morti
Che si aggiravano con noi qui,
Dal sortilegio della separazione
Resi crudelmente più cari.

Ci fa pensare a ciò che avevamo,
E a ciò che ora piangiamo.
Quasi vorremmo che quelle gole incantatrici
Se ne andassero e non cantassero più.

Un orecchio può spezzare un cuore umano
Tanto in fretta quanto una lancia.
Vorremmo che l'orecchio non avesse un cuore
Così pericolosamente vicino.

Il canto degli uccelli, insieme triste, dolce e pazzo, annuncia l'arrivo della primavera, in quella linea di confine fra marzo e aprile che è anche preludio di un'estate ancora nascosta ma già così vicina. È un canto che porta gioia e rinascita, ma anche nostalgia per coloro che non potranno più vedere questo miracolo che si ripete. E quando il rimpianto supera l'incanto di quelle gole così simili a quelle di sirene quasi vorremmo zittirli, perché l'orecchio è troppo vicino al cuore, e un suono fa presto a percorrere quella strada così breve, senza lasciarci il tempo di deviarlo.
Gli ultimi due versi sono anche un tributo al legame diretto, senza mediazioni, fra la musica e il sentimento, un legame che fa venire in mente una brano della Recherche proustiana: "E come certi esseri sono gli ultimi testimoni d'una forma di vita che la natura ha abbandonata, mi chiedevo se la musica non fosse l'esempio unico di ciò che sarebbe potuta essere - se non vi fossero state l'invenzione del linguaggio, la formazione delle parole, l'analisi delle idee - la comunicazione delle anime. È, la musica, come una possibilità che non ha avuto seguito; l'umanità ha imboccato altre strade, quelle del linguaggio parlato e scritto." (Marcel Proust, La Prigioniera, in Alla ricerca del tempo perduto, Mondadori, 1986/93, traduzione di Giovanni Raboni, vol. III, pag. 667).

 

Dalla lettera 23, 16 maggio 1848
All'amica Abiah Root

How glad I am that spring has come, and how it calms my mind when wearied with study to walk out in the green fields & beside the pleasant streams in which S. Hadley is rich. There are not many wild flowers near, for the girls have driven them to a distance & we are obliged to walk quite a distance to find them, but they repay us by their sweet smiles & fragrance.
The older I grow, the more do I love spring & spring flowers. Is it so with you? While at home there were several pleasure parties of which I was a member, & in our rambles, we found many & beautiful children of spring, which I will mention & see if you have found them. The trailing arbutus, adder's tongue, yellow violets, liver leaf, blood root & many other smaller flowers. .

Come sono contenta che sia arrivata la primavera, e come mi rasserena lo spirito quando stanca di studiare passeggio nei campi pieni di verde e costeggio i piacevoli ruscelli di cui S. Hadley è ricca. Non ci sono molti fiori di campo qui vicino, perché le ragazze hanno ripulito tutto per un bel tratto e siamo obbligate a camminare molto per trovarli, ma ci ripagano con la dolcezza del loro sorriso e del loro profumo.
Più vecchia divento, più amo la primavera e i fiori primaverili. È così anche per te? Quando ero a casa c'erano diverse piacevoli comitive a cui prendevo parte, e nel nostro girovagare, trovavamo tanti e bellissimi figli della primavera, che voglio citare per vedere se tu li hai mai trovati. L'epigea repens, la violetta canina e quella gialla, l'anemone epatica, la sanguinaria e molti altri fiorellini.

Abiah Root, coetanea di ED, era figlia del diacono Harvey Root, di West Springfield. Frequentò l'Amherst Academy per un anno (1843-1844), la stessa scuola che frequentava ED insieme alla sorella Lavinia e si trasferì poi nella scuola di Miss Margaret Campbell a Springfield. Fu amica d'infanzia di ED ma l'amicizia si interruppe nel 1854 con il matrimonio di Abiah con il reverendo Samuel W. Strong, di Westfield.
In quel periodo, dal 30 settembre 1847, ED frequentava lo Holyoke Female Seminary di South Hadley, a pochi chilometri da Amherst, dove rimase fino alla fine della sessione estiva nell'agosto 1848, quando il padre decise di non farle continuare gli studi.

 


Le poesie di Emily Dickinson non hanno un titolo, a parte rarissime eccezioni. I numeri che le precedono si riferiscono alla numerazione attribuita nelle due edizioni critiche, curate rispettivamente da Thomas H. Johnson nel 1955 ("J") e da R. W. Franklin nel 1998 ("F").
I numeri attribuiti alle lettere sono quelli dell'edizione critica dell'epistolario, curata da Thomas H. Johnson e pubblicata nel 1958.

ierolli@hotmail.com
www.emilydickinson.it