FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 66
marzo 2024

Inverno

 

BIANCO CON RISERVA

silloge e acrilici di Viviane Ciampi



A Robert Walser che scelse la neve come ultima dimora



Bianca s’intende.

Di lei parliamo.

Si forma uno strato.

Due strati.

Altri ancora tra ciò che fugge e ciò che permane.

Neve come libera s’ingegna a cadere.

Neve quella pigra di quell’anno.

Con le caratteristiche della pelle.

Che presenta rilievi

depressioni

orifizi

e proliferazioni faneriche.

Paesaggio col nulla che penetra sotto pelle.



L’uomo cammina.

Non è precisato per quanto.

Ha fiocchi di neve tra le ciglia scritti abortiti nei capelli.

Inquieti fiocchi fiammeggianti sotto la lingua.

Nel bianco trasporta con sé tutti i detriti.

Segue i sentieri ovattati della neve.

Sedimenti della sua storia.

Lui cammina qualcosa si disperde.

Neve parola lanciata nello splendore.

L’inverno rientra nel sacco del freddo con tutta la testa.

Rientra nel sacco del freddo con tutta la testa e si copre le mani.

Si copre le mani e smette di pensare a.

E smette di pensare al manto bianco che lo circonda.

Nessuno può fare questo.

Ricoprire la realtà con un’altra realtà.

Bianca.

Così da molti secoli.

Come se bianco fosse il viatico.

Un richiamo alle origini che chiunque può calpestare.

Diventare nudi e puri per un istante e mai più.

Per un istante e mai più.

O un istante che si prolunga alla maniera degli inverni svizzeri.

Nessuno può fare questo.

Creare istanti con rischio incorporato nel DNA degli istanti.

Istanti in cui l’essere si ritrova bianco puro.

Puro ma esposto ai lupi ai corvi ai roditori.

Al silenzio.

Al silenzio e a due alberi poiché dentro dormono le parole.

Pensi al silenzio che affascina che fa paura.

Che non fa paura.

La nevicata diventa pensiero nudo.

Il Cielo stanco della luce ha dato tutto alla neve.*

Lui cammina e pensa che qualcosa accadrà.

Quando accade qualcosa nessuno sa dire esattamente che cosa è accaduto.

Ha freddo.

Hai freddo con lui.

Normale.

Anche se i vostri destini non si incontreranno mai.

L’intera umanità si è fatta invernale inaccessibile.

Vivere dove nulla macchia la neve che splendore.

L’umanità ha sempre amato i contrasti.

Gelo e neve sono amanti impossibili.

Tuttavia amanti.

Il 30 gennaio esposto ai lupi hai freddo.

Il 2 febbraio esposto ai lupi puoi dire ti amo.

Il 2 febbraio nel buio nel freddo nessuno ti sentirà.

Il 28 febbraio puoi dire muoio armato di fiocchi di neve.



Il freddo ti rende allora più vivo della neve

Lui nuota nel retro-bottega del Paradiso.

La sua chiaroveggenza appiccica i dettagli sulle palpebre.

La neve infittisce non è un’analisi negativa.

La neve infittisce è solo un’osservazione.

La neve che infittisce nasconde i nomi sopra le tombe.

Baudelaire Rimbaud Ungaretti Amelia Rosselli Dickinson.

Tutti nomi ricoperti dalla polvere bianca.

Poeti con neve in bocca al riparo da ogni serenità.

Ridono di sguincio d’aver forato l’ascesso del perbenismo.

Cercavano il loro ossigeno.

Pour toujours.

La loro rivincita.

Per sempre.

Energia della disperazione bianca.

La follia è disperazione bianca.

Saper tirare a sé una coperta non ha più grande importanza.

L’oltre-morte con le ali.

Ala di brina, riserva di galaverna, benvenuta a te.

Robert Walser cammina.

Walser il poeta.

I corpi camminanti finiranno col trovare qualcuno che li accoglie.

Robert Walser lo Svizzero che chiama qualcuno camminando nella neve.

Nel terribile inverno svizzero.

Davvero sappiamo se chiama se ha chiamato?

Non sentite il suo respiro affannato?

La perfezione del viaggio orfico?

La perfezione di chi torna nella caverna come nel grembo della madre.

Il bianco grazie ma non troppo oppure la presenza si cancella.

Lui cammina.

Lui resiste esiste.

L’importanza di lasciare una traccia.

Ora roso dall’ombre eppure il candore che acceca.

Forse non potete sentire solo immaginare.

Qualcuno ha scritto le sue ultime parole?

Rassicuratemi.

Sta inventando la respirazione della neve.

E mille modi di vestire il freddo.

Morire nella neve rende tutto chiaro.

La vita è una valanga lenta che non salva né uomini né alberi.

Robert Walser cammina lentamente solo gli uccelli capiscono.

Nel bianco qualcosa accadrà.

Nel bianco qualcosa.



*Il verso in corsivo è di Robert Walser


vivianeciampi.poetry@gmail.com