FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 62
novembre 2022

Arrivi

 

LUISA FUTORANSKY, PITTURA RUPESTRE

di Giorgia Delvecchio



L’opera di Luisa Futoransky (Buenos Aires, 1939) ci rende partecipi di una storia di migrazioni recuperata per frammenti e disegnata in una mutevole geografia verbale.
All’origine di questa geografia, troviamo i segni della prima migrazione, non sua, ma dei familiari di linea paterna, che si stabilirono in Argentina anteriormente al primo conflitto mondiale, seguiti, dopo la guerra, dai parenti del ramo materno. Le orme di questo sradicamento originale che l’autrice ricalca nelle sue creazioni, in particolare con il romanzo El Formosa (Del Centro Editores, Madrid 2009), appartengono soprattutto alle donne della sua famiglia. L’ordito della memoria degli uomini, consumato dagli allontanamenti forzati, dalla distanza percorsa tra un mondo perduto e belligerante e un mondo nuovo e sconosciuto, dagli sforzi di assimilazione, viene raccolto e ricomposto dal telaio di quel «clan di madri, zie, cugine», che vi inseriscono la loro trama per affidarlo alle sue mani. La precoce disposizione verso la scrittura nacque probabilmente in quel passaggio umile, genuino e orale del ricordo e della parola, e su di essi rimase impresso il timbro femminile delle voci familiari. Tra i fili dell’ordito, compare di tanto in tanto la traccia di una cultura sommersa, l’ashkenazita, e di una lingua segreta, l’yiddish, che alla scrittrice continua ancora oggi a suonare familiare.

Negli anni della gioventù in Argentina, Futoransky apprese la poesia “priva di corsetto”, la poesia come forma di ribellione, dalla generazione degli anni Cinquanta e dagli scrittori della Beat Generation statunitense, marcando la distanza dalla letteratura degli autori del Quaranta e in aperta contestazione contro ogni tabù nelle tematiche e nei sentimenti. Lasciò che la scrittura nascesse dalla scelta di ciò che non voleva, per immergersi in ciò che non conosceva. Proprio il desiderio di conoscenza e della meraviglia dell’ignoto è all’origine dei binomi poesia e viaggio, metafora e migrazione, che caratterizzano l’opera e la biografia della scrittrice. Pur rifuggendo dalla metafora nell’accezione di artificio retorico, di comparazione sottintesa, la poesia di Futoransky testimonia il potere estensivo, metamorfico e generativo della metafora sul significato, che fu descritto anche da Gramsci. Nel linguaggio poetico dell’autrice essa agisce come strumento del pensiero e di conoscenza, così come è concepita dalla teoria concettuale della metafora e come già la rivelava Aristotele, evidenziandone la dimensione cognitiva.{1}

Nei versi di Pintura rupestre (Leviatán, Buenos Aires 2014), il diciottesimo degli oltre venti libri di poesie pubblicati fra il 1963 e il 2020, la metafora non sostituisce e non mente. Non è il prodotto di un’intenzione artistica, bensì un senso che dà luogo all’immagine, come la intendeva Ricoeur, è possibilità rigenerativa del linguaggio che si realizza nel movimento del significato tra realtà compresenti.{2} Non c’è premeditazione da parte dell’autrice nel processo metaforico, perché la metafora è il suo modo di guardare e conoscere il mondo. Le poesie di Pintura rupestre ci rendono la metafora quale frutto primigenio della logica poetica che, per Vico, precede la logica razionale ed è all’origine del linguaggio.{3} E se per Nietzsche le parole non nominano mai le cose, bensì metaforicamente le relazioni degli uomini con le cose, capiamo come il processo metaforico agisca costantemente nella scrittura di un’autrice che ha scelto il mezzo poetico per cantare gli innumerevoli incontri con luoghi, persone, vicende e memorie a cui l’hanno condotta le esperienze e la sua sensibilità di migrante e viaggiatrice.

L’humus da cui trae nutrimento l’arte poetica di Futoransky è il carattere polisemico della parola, pietra preziosa dalle mille sfaccettature, pianta in continua gemmazione, come sembrano suggerire i versi di Vida sana. Memorie e sogni, lingue e linguaggi sono labirinti dentro cui si svolge la ricerca della parola precisa ed esatta. E nonostante la poeta sappia che la parola poetica cresce «en forma inesperada» è altresì cosciente del fatto che l’inatteso può avvenire solo grazie al lavoro paziente e alla ricerca febbrile, che l’arte poetica si fonda sull’abilità di muovere i significati, attraversando i residui di visioni quotidiane, ricordi, sogni, miti e narrazioni, verità e menzogne. Futoransky lo fa con la naturalezza con cui, da figlia di emigranti e migrante lei stessa, è abituata a muovere le frontiere culturali.

La peculiarità del suo immaginario poetico consiste nel forte radicamento di quei residui alle memorie dei luoghi, per cui, di poesia in poesia e di libro in libro, Futoransky va ridefinendo una geografia simbolica che riunisce in poche pagine, o in alcuni versi, città, borghi, paesaggi o strade distanti nello spazio e nel tempo. Così anche le poesie di Pintura Rupestre si potrebbero leggere con un atlante o un navigatore satellitare tra le mani. Berlino, Amburgo, Oporto, Urumqi, Kiso e Mafra, l’isola di Atlantide, il ponte di Austin in Texas, le sei Sun Cities in Arizona, il Belize, Ocrida, Tarazona, la fortezza di Suomenlinna a Helsinki, Guayaquil e Cuenca in Ecuador, sono alcuni nomi di una toponomastica della memoria che per Futoransky è sorgente di significanti rigogliosi. Ne nascono miniature, scorci e grandangoli ritratti attraverso collage espressionistici, altre volte con tratti realistici, oppure evocati a rapide pennellate impressionistiche; alcuni sono solo innesti nelle visioni di altri luoghi, come in Oporto blanco. Parigi, la città dove la scrittrice risiede dal 1981, non è mai nominata, ma frequentemente rievocata per sineddoche con il suo Senna, il Louvre e il Quartiere Latino. Tuttavia nella carta geografica del libro compaiono anche città senza nome, come in La losa de mármol claro, assenze di nomi attorno alle quali orbitano frammenti di vissuto. Le poesie di Pintura rupestre si inseriscono infatti in quella poetica del frammento che, come evidenziò Fernando Moreno, distingue la scrittura degli autori segnati da storie di esili o migrazioni, perché sono forse in grado di cogliere meglio di altri la frammentarietà delle esistenze umane.{4} Fra un luogo e l’altro della mappa, costellazioni di altri significanti richiamano scenari afferenti a memorie personali e storiche distanti che confluiscono, recuperate da tracce, incisioni, fotografie, graffiti, tatuaggi, o dai graffi lasciati sui muri delle docce a gas in un campo di sterminio (Con frecuencia).

Con le poesie di questa raccolta, Futoransky ci restituisce un grande dipinto rupestre urbano contemporaneo. Lo fa raccogliendo i ritagli delle narrazioni che invadono la quotidianità per appassire in breve tempo e mescolandoli in una sorta di rito propiziatorio, fra il prosaismo colloquiale – che gioca non senza ironia con le espressioni idiomatiche, gli slogan, i detti popolari –, un ermetismo (ispirato forse agli autori italiani del Novecento, così amati dall’autrice durante gli anni della sua permanenza in Italia) che si appropria di americanismi, termini scientifici ed altre espressioni rare, e il lirismo dominato dalle impressioni cromatiche e sensoriali. Un rito che, come per l’antica arte rupestre, vuole fare emergere l’implicito, tutto il senso taciuto dai segni del nostro tempo, dall’orrore alla bellezza.



{1}Cardona, M. e De Iaco, M., Parole nella mente, parole per parlare, Aracne editrice, Canterano (Roma) 2020, p. 228.

{2}Ricoeur, P., La metafora viva: dalla retorica alla poetica, Jaca Book, Milano 1997.

{3}Vico, G., La scienza nuova, BUR, Milano 1982.

{4}Moreno, F., Fragmentos para una poética, in Pfeiffer, E. (ed.), Alicia Kozameh, Ética, estética, y las acrobacias de la palabra escrita, Instituto Internacional de Literatura Iberoamericana, Pittsburgh 2013, pp. 189-200.




POESIE DI LUISA FUTORANSKY
da Pittura rupestre
[Pintura rupestre, Leviatán, Argentina, 2014]


LIBERTAD LIBERTAD

es bueno que existan palabras feudo de una lengua
palabras que nadie puede llevarse a otro lugar,
barnizarlas, cambiarlas de finalidad y uso
ricochet
saudade
dépaysement
son un ejemplo

querida libertad libertad
en cambio va de mano en mano
atraviesa fronteras
virtuales
y rejas de prisiones
pasa por cernidores en ríos de lava y oro

después de tanto enjugarse con ella la boca
de siglo en siglo
los oradores y falsarios
mucha arenilla, mucho himno y sangre
se pierde en el lavado
sin embargo
alguna pepita
queda
vale la pena por cierto
solo por ella

haber vivido el viaje!


LIBERTÀ LIBERTÀ

è un bene che esistano parole feudo di una lingua
parole che nessuno può portarsi altrove,
riverniciarle, cambiarne finalità e uso
ricochet
saudade
dépaysement
sono un esempio

cara libertà libertà
invece va di mano in mano
attraversa frontiere
virtuali
e sbarre di prigioni (*)
passa per setacci in fiumi di lava e oro

dopo che tante bocche ci si sono pulite
di secolo in secolo
oratori e falsari
molta polvere, molto inno e sangue
si perde nel lavaggio
tuttavia
qualche pepita
rimane
vale la pena di sicuro
solo per lei

aver vissuto il viaggio!

(*) Il riferimento qui è al Penal de Libertad, uno degli istituti carcerari più tristemente noti durante la dittatura militare. Fu inaugurato nel 1972 e destinato alla reclusione dei prigionieri politici. Deve il suo nome popolare al fatto di trovarsi in prossimità della città di Libertad


VIDA SANA

Picar, noble palabra, tiene en su carozo 44 significados
pero no descarta que proliferen más retoños.

Algunas religiones también propenden a enumerarlo
todo, aunque no lleguen a listado tan vasto y generoso.
Por ejemplo, existe el óctuple noble camino que en
el budismo conduce a la supresión del sufrimiento.
El problema es encontrar ese único sendero, tapado
como está de ramas y tener el contante y sonante para
pagar aranceles, coimas y peajes de aduaneros terrestres y
barqueros muy celestes.

Quedémonos, por simpleza mañanera, con las cuatro
nobles plantas chinas:

Ciruelo, anunciador del deshielo y por tanto de bien
merecida primavera
Bambú verde perenne que se pliega sin romperse,
símbolo de lealtad y fidelidad
Orquídea, tan delicada y frágil que precipita en sí belleza
y armonía
Crisantemo, que en pleno otoño brinda una paleta tan
multicolor de la que hasta los muertos son golosos

Y quien pretenda que me ocupe ahora de jaguares, nubes
o mariposas, así de simple, que se joda.


VITA SANA

Picar, nobile parola, ha nel suo nocciolo 44 significati
ma non disprezza che proliferino altre gemme.

Anche alcune religioni tendono a enumerare
tutto, senza raggiungere liste così vaste e generose.
Per esempio, esiste il nobile ottuplice sentiero che
nel buddismo conduce alla soppressione del dolore.
Il problema è trovare quell’unico cammino, ricoperto
com’è di rami e avere il contante e sonante per
pagare tariffe, tangenti e pedaggi di doganieri terrestri e
traghettatori molto celesti.

Teniamoci, per leggerezza mattutina, le quattro
nobili piante della Cina:

Prugno, annunciatore del disgelo e pertanto dell’assai
meritata primavera
Bambù, sempreverde che si flette senza rompersi,
simbolo di lealtà e fedeltà
Orchidea, così fragile e delicata da crollarle addosso bellezza
e armonia
Crisantemo, che in pieno autunno offre una tavolozza così
multicolore che finanche i morti ne vanno golosi

E chiunque pretenda che ora mi occupi di giaguari, nuvole
o farfalle, semplicemente, che si fotta.


OPORTO BLANCO

1

una ciudad se reconoce por sus dulces, sus locos
también por el quebranto de sus calzadas

cada elemento requiere alquimia de siglos
flores sombrías
pactos y traiciones –que para eso están los pactos

el río descalabra los cimientos
y la fe que nunca tuvo el hombre tambalea

2

el fado, las especias
la neblina permanecen
pero las escamas de las sardinas
que vienen de urumqi en china
son ahora menos irisadas
y el bacalao de cada día salado en cualquier charco
da frituras poco perfumadas y crujientes

ayer maría concepción quedó viuda a los 88 años
y hoy ya está detrás del mostrador
bruñendo el zinc
escupiendo la tenue envoltura de lupines

historias, nada más que historias
rosas, nada más que rosas

me sirvo arbitrariamente del color
para revivirlo en este páramo

es diciembre en el rescoldo memorioso
de aquella furia, de esta letra.


OPORTO BIANCO

1

una città si riconosce per i suoi dolci, i suoi matti
anche per le sue strade sciupate

ogni elemento richiede l’alchimia dei secoli
fiori foschi
patti e tradimenti - che per questo esistono i patti

il fiume spacca le fondamenta
e la fede che mai ha avuto l’uomo traballa

2

il fado, le spezie
la foschia permangono
ma le squame delle sardine
provenienti da urumqi in cina
sono ora meno iridescenti
e il baccalà di ogni giorno salato in qualunque pozza
dà fritture poco profumate e croccanti

ieri maría concepción è rimasta vedova a 88 anni
e oggi è già dietro al bancone
a lucidare lo zinco
a sputare la sottile buccia dei lupini

storie, nient’altro che storie
rose, nient’altro che rose

mi servo arbitrariamente del colore
per riviverlo in questo deserto

è dicembre fra le braci memori
di quella furia, di questa lettera.


PUENTE DE AUSTIN

Poco se sabe de doscientas y pico especies de mariposas
panameñas.
Lo cierto es que a diferencia de las diurnas no pliegan
las alas para descansar.
Ligeras de equipaje y siempre listas.
Ellas sabrán por qué se quedan
por qué, dónde y cuándo se van.

Al anochecer, entre marzo y noviembre millones de
murciélagos migratorios se congregan bajo el puente
de la avenida del Congreso, en Austin, y se echan hora
y media a volar hasta un lago de la vecindad.
En Austin los murciélagos duplican en número a la gente.

Contra mariposas, murciélagos y termitas no hay quien
pueda.
Las fronteras menos.

parís, santa rosa 2013


PONTE DI AUSTIN

Poco si sa delle oltre duecento specie di farfalle
panamensi.
Di certo a differenza delle diurne non ripiegano
le ali per riposare.
Libere da bagagli e sempre pronte.
Sapranno loro perché restano
perché, dove e quando se ne vanno.

Sul far della notte, fra marzo e novembre milioni di
pipistrelli migratori si radunano sotto il ponte
di Congress Avenue, ad Austin e si mettono per un’ora
e mezza a volare fino a un lago lì vicino.
Ad Austin i pipistrelli duplicano in numero la gente.

Contro farfalle, pipistrelli e termiti nessuno può
far nulla.
Le frontiere ancora meno.

parigi, santa rosa 2013


MÚSICA DE CÁMARA NAVIDEÑA

Bartleby era un empleaducho que se encargaba de
/volver al remitente
las cartas de los destinatarios muertos

Las llaves de Dios son tres: la de la lluvia, la del
/nacimiento, la de la resurrección

el agua es música
y la cascada una sinfonía

el río enlaza las cadencias
del tijereteado corazón

hallazgos para una vida:
preferiría no hacerlo
y lo que el viento se llevó, también


MUSICA DA CAMERA NATALIZIA

Bartleby era un impiegatuccio incaricato di
/ rispedire al mittente
le lettere dei destinatari morti

Le chiavi di Dio sono tre: quelle della pioggia, della
/nascita, della resurrezione

l’acqua è musica
e la cascata una sinfonia

il fiume lega le cadenze
del cuore tagliuzzato

scoperte per una vita:
avrei preferenza di no
e via col vento, anche


URBAN BODY

Vino para que habláramos de poesía
acabamos enumerando sus siete perforaciones en cada
lóbulo de la oreja
y una en el ombligo
también comentamos sus tatuajes; un ruiseñor cerca del
hueso ilíaco que no me descubrió y otro que sí, detrás
de la oreja.
–Volar juntos, aah, volar juntos– suspiró.
En cuanto a la flor amarilla en la espalda es su homenaje
a un cuento de Cortázar.
No me permití recordar la inutilidad de que la letra con
sangre entre.
No me permití navegar por los ríos del dolor que hoy
pienso conducen seguro al páramo ventoso de ninguna
parte

Entre voluta, pigmento y arabesco lo difícil es inventarse
cada día las ganas de vivir


URBAN BODY

Venne per parlarmi di poesia
finimmo per elencare le sue sette perforazioni in ciascun
lobo dell’orecchio
e una nell’ombelico
commentammo anche i suoi tatuaggi; un usignolo vicino
all’osso iliaco che non si scoprì e un altro, che invece sì, dietro
all’orecchio.
– Volare insieme, aah, volare insieme – sospirò.
In quanto al fiore giallo sulla schiena è il suo omaggio
a un racconto di Cortázar.
Non mi permisi di ricordare l’inutilità di scrivere
col sangue.
Non mi permisi di navigare per i fiumi del dolore che oggi
penso conducano di sicuro a lande ventose di nessun
posto

Tra volute, pigmenti e arabeschi, il difficile è inventarsi
ogni giorno la voglia di vivere


CON FRECUENCIA

con frecuencia pienso en las muescas de los campos
(de exterminio)
los débiles palotes
hechos con la última sangre de las uñas
casi en el cielorraso
ante la boca
falsa
de la ducha
los calendarios de desdicha
borrando días con clavitos
en las cárceles
las rayitas que vamos dejando en los muros
con nuestras vidas
y espejean en algún calendario
de cierto firmamento

pintura, aunque sea de brocha gorda
dolorida y silenciosa

bien rupestre

a mis lectores


CON FREQUENZA

con frequenza penso alle tacche dei campi
(di sterminio)
le deboli stanghette
fatte con l’ultimo sangue delle unghie
quasi sul soffitto
davanti alla bocca
falsa
della doccia
i calendari della sventura
a cancellare i giorni con i chiodi
nelle carceri
le righette che un po’ alla volta lasciamo sui muri
con le nostre vite
e luccicano in qualche calendario
di un tal firmamento

pittura, per quanto grossolana
sofferente e silenziosa

molto rupestre

ai miei lettori


PINTURA RUPESTRE

alto muro el de la santé
igual
profiere órdenes,
balbuceos
que no logro traducir
ramón exige
nn promete, apacigua
–tranquilo
mañana llegan las cosas
están bien separadas–
ramón parece calmarse

un viento medroso se cuela entre las grietas
y las uñas

ramón y sus cómplices
perpetúan
trasmiten
sea cual fuere la forma de sus cuevas
túneles
y celdas
incisiones
huellas
del más crudo arte rupestre

para dar finalmente
de comer y de beber
a historiadores, fotógrafos
conservadores de museo
y uno que otro poeta
de lo más despistado
como yo


PITTURA RUPESTRE

alto muro quello della santé (*)
comunque
proferisce ordini
balbettii
che non riesco a tradurre
ramón esige
nn promette, pacifica
– tranquillo
domani arrivano le cose
sono ben separate –
ramón sembra calmarsi

un vento pauroso si infiltra tra le crepe
e le unghie

ramón e i suoi complici
perpetuano
trasmettono
qualunque sia la forma delle loro caverne
tunnel
e celle
incisioni
tracce
della più cruda arte rupestre

per dare infine
da mangiare e da bere
a storiografi, fotografi
curatori di musei
e a qualche poeta
dei più distratti
come me

(*) La Maison d'arrêt de la Santé è un carcere di massima sicurezza nel 14° arrondissement di Parigi. La poeta immagina, al di là del muro, le voci e i segnali fra i detenuti del carcere.


Traduzione dallo spagnolo di Giorgia Delvecchio




Luisa Futoransky
è nata a Buenos Aires nel 1939 ma risiede a Parigi da oltre quarant’anni. È una delle voci più significative della poesia ispano-americana contemporanea. Laureata in giurisprudenza, ha studiato letteratura dei paesi di lingua inglese con Jorge Luis Borges, oltre che musicologia e pianoforte al Conservatorio Municipal di Buenos Aires con i maestri Carlos Suffern e Cátulo Castillo.
Ha lavorato come regista d’opera e conduttrice radiofonica in Giappone e in Cina e come giornalista per la France Press. La sua poesia ha ottenuto premi e riconoscimenti in diversi paesi ed è stata tradotta e pubblicata negli Stati Uniti, in Germania, Francia, Portogallo, Israele e in Svezia. Oltre ad aver scritto più di venti raccolte poetiche, è autrice di diversi saggi e romanzi e di numerosi articoli.
L’editrice argentina Leviatán ha riunito l’opera poetica completa; il primo volume, Los años argentinos, è stato pubblicato nel 2019, mentre da pochissimo è uscito il secondo, dal titolo Los años peregrinos.

giorgiadelve@gmail.com