FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 57
gennaio-aprile 2021

Oasi

 

VIAGGIO TRA CASTELLI DI SABBIE

di Miriam Romano



1.

La mia Oasi non è una panacea,
ma un traguardo sofferto,
guadagnato scalando montagne di roccia rossa,
plasmando castelli di sabbia in pieno deserto
senza l’aiuto del mare con le sue acque
nel modellare le forme.
Da piccola, costruire castelli sulla riva era facile,
eppure bastava un’onda
per spazzare via la fatica di ore.
Qui, tra chilometri di nulla,
i castelli dei grandi popoli resistono nei secoli.

Lontani dalla brezza dei flutti,
si cerca riparo in altre forme d’acqua salvifica,
l’ombra che cura in altri lidi,
in altre oasi un respiro.


2.

Nel deserto non distinguo la strada
se non dalle stelle di notte:
come mi hanno insegnato da bambina
seguo l’Orsa Maggiore e la sua direzione.

Tra le sabbie col buio
il cielo è una carta geografia perfetta.
Le stelle che pulsano mi parlano
qui, come mai non hanno fatto altrove,
ma pari al canto delle sirene,
la loro voce mi inebria confondendo il cammino.

La mattina, la bussola è il sorgere del sole,
ma non riesco ad alzare lo sguardo
poiché mentre mi segna la strada, al contempo mi acceca.

Circondata dal nulla procedo a occhi bendati
nella speranza forse utopica di inciampare
in una rosa del deserto.


3.

Un fiore di terre lontane
Posato sul davanzale di una finestra aperta
Le cui tende sbattute dal vento
Ne occultano sfocatamene i confini

E immagino i tratti di quei luoghi
E di quel fiore piantato ancora nella terra.


4.

Gli occhi, appena socchiusi,
scorgono in lontananza una forma
dapprima indistinta, poi che schiarisce ben nitida
al diradarsi dalle sabbie.
Percepisco un sussulto, un fremito.
Non sapevo fosse tanto difficile
leggere nel mio stesso io,
ma ora che ho percorso miglia,
aggirato dune, spostato massi, superato indenne tempeste,
seppur senza forze, tutto sembra più chiaro
dietro/dentro al mio castello di sabbie
ho trovato l’oasi nella quale rigenerare
il mio spirito assetato.


5.

Per anni ho cercato rifugio
in una quotidiana frenesia,
che per me, come per molti, appare
al pari di una pagina già scritta:
un’alienazione rassicurante, compagna di giochi,
che culla dolcemente e dolcemente stordisce.
Ho costruito castelli nelle sabbie
scalfendo con le mani la dura roccia
difficili da abbattere, aggirare, anche solo trasformare.
Li ho eretti a difesa per trincerami
al riparo dalle aspettative, dagli sguardi indiscreti del mondo.
Ma, perennemente assetata di sapida vita,
che più mi disseta più richiede di lenire la sete,
ho viaggiato nel deserto di notte trovando la mia Oasi,
al di là dei miei resistenti castelli di sabbie.



romano.miriam@tiscali.it