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sdraiata nel buio e nel freddo
sentiva dall’altra parte del mondo
la voce del figlio distante che dentro
la notte veniva a svegliarla mamma
ti va di parlare con me oggi?
*
in queste sere ancora fredde
ho visto una piccola rondine
si era messa in viaggio troppo presto
i battiti delle ali non bastavano
per riscaldarle il corpo stanco
ho fatto di tutto per salvarla
ma non si faceva avvicinare
voleva morire sola
in quella terra straniera
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la fame ferisce diceva, avrei dato chissà cosa
per vedere me stessa attendere mio padre e poi
baciarlo abbracciarlo, avrei dato chissà cosa per
offrirgli quel pezzo di pane, aveva tanta fame
è morto in guerra portando con sé la fame
*
le frontiere di mattino
si possono attraversare
meglio però se c’è vento
meglio se l’aria è fredda
si entra forse di là
senza alcuna pretesa
*
dentro e fuori cammino
verso il grembo ovattato del mondo
dove i delfini e i morti ci guardano
spegnerci un po’ ogni giorno
avvinghiati alle pareti di casa
ai rumori del vento di fine inverno
luce del mattino che abbraccia
tutto quello che abbiamo raccolto
nelle ossa e nelle orme che non
si vogliono staccare da noi
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se cado qui voglio rimanere
perché la vita la vivo così
o tutto o niente
e non venite a dirmi
che c’è gente che soffre di più
non mi consola il dolore altrui
*
ragazzi ora cammino
sul filo di una voce
che forse arriva da Dio
non posso fermarmi ora
neppure per dire addio
*
pensava al vento e alle sue distanze
pensava alle ali degli uccelli migratori
pensava alle foglie staccate dai tronchi
pensava alle farfalle alle rondini
a tutti quelli che tornano
dopo aver varcato
qualche porto distante
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