Residenze di damasco
J173-F171
A fuzzy fellow, without feet - Yet doth exceeding run! Of velvet, is his Countenance - And his Complexion, dun!Sometime, he dwelleth in the grass! Sometime, upon a bough, From which he doth descend in plush Upon the Passer-by! All this in summer - But when winds alarm the Forest Folk, He taketh Damask Residence - And struts in sewing silk! Then, finer than a Lady, Emerges in the spring! A Feather on each shoulder! You'd scarce recognize him! By men, yclept Caterpillar! By me! But who am I, To tell the pretty secret Of the Butterfly! |
|
Un tipo peloso, senza piedi - Che pure eccelle nella corsa! Di velluto, la Fisionomia - E la Carnagione, grigiastra!Qualche volta, dimora nell'erba! Qualche volta, su un ramo, Da cui si cala felpato Sul Primo che passa! Tutto questo in estate - Ma quando i venti svegliano la Foresta, Sceglie una Residenza di Damasco - E si pavoneggia in fili di seta! Poi, più fine di una Lady, Emerge in primavera! Una Piuma su ogni spalla! Sarebbe arduo riconoscerlo! Dagli uomini, detto Bruco! Da me! Ma chi sono io, Per svelare il grazioso segreto Della Farfalla! |
Il bruco peloso e grigiastro, trasformato misteriosamente nell'eterea farfalla, è uno dei misteri della natura, uno dei tanti che sfuggono alle nostre possibilità di spiegazione.
|
J564-F525
My period had come for Prayer - No other Art - would do - My Tactics missed a rudiment - Creator - Was it you?God grows above - so those who pray Horizons - must ascend - And so I stepped upon the North To see this Curious Friend - His House was not - no sign had He - By Chimney - nor by Door - Could I infer his Residence - Vast Prairies of Air Unbroken by a Settler - Were all that I could see - Infinitude - Had'st Thou no Face That I might look on Thee? The Silence condescended - Creation stopped - for me - But awed beyond my errand - I worshipped - did not "pray" - |
|
Il mio periodo di Preghiera era giunto - Nessun'altra Arte - possibile - Ai miei Metodi mancava un rudimento - Creatore - Eri tu?Dio cresce là in alto - così coloro che pregano Orizzonti - devono ascendere - E così io risalii il Nord Per vedere questo Curioso Amico - La Sua Casa non c'era - nessun segno di Lui - Né da un Comignolo - né da una Porta - Potevo arguire la sua Residenza - Vaste Praterie d'Aria Non interrotte da un Colono - Erano tutto ciò che potevo vedere - Infinità - Non avresti Tu un Volto Affinché io possa guardarti? Il Silenzio acconsentì - La Creazione si fermò - per me - Ma sgomenta dall'enormità della mia richiesta - Adorai - non "pregai" - |
Sono arrivata a un momento della vita in cui mi rimane solo il pregare, ogni altra cosa è diventata inutile. Mi accingo a farlo, ma mi accorgo che mi manca la cosa essenziale, il rudimento della preghiera: non è, caro dio, che sei proprio tu quello che manca? Ma forse sei solo lontano, in fin dei conti abiti là in alto, non sei facilmente raggiungibile, tanto che chi decide di pregare deve faticosamente ascendere orizzonti lontani. E allora anch'io mi accingo all'impresa, mi incammino verso l'alto, verso un simbolico nord, per incontrare questo strano, curioso amico. Ecco, sono arrivata. Ma non c'è nessun segno che mi indichi dove sei. Non c'è un comignolo, una porta, qualsiasi altra cosa che mi permetta di supporre dove sia la tua residenza. Posso vedere solo enormi praterie d'aria, non interrotte da niente, nemmeno da un colono a cui possa chiedere informazioni. Non è, caro dio, che potresti gentilmente fornirti di un volto, affinché sia possibile per me guardarti? Non posso crederci! Il silenzio che mi circonda sembra quasi assentire, sembra dirmi: d'accordo, fermo tutto e mi faccio vedere. Ma, come capita di solito quando si fa una richiesta convinti che non avrà seguito e invece si viene esauditi, rimango sgomenta, muta, dall'enormità di quanto sta accadendo, che va al di là della mia capacità di reazione. E allora sono solo capace di adorare, non di pregare. Perché si può adorare in silenzio ma per pregare bisogna essere lucidi e saper parlare, ma anche perché davanti ad una tale rivelazione, alla consapevolezza dell'effettiva esistenza di dio, la futile preghiera, in fin dei conti sempre connessa a qualche richiesta più o meno implicita, deve cedere il passo al sentimento più completo e disinteressato: l'adorazione. Per il penultimo verso: "Errand" significa letteralmente "commissione, messaggio da recapitare verbalmente" e, per estensione, può essere tradotto con "richiesta". "Beyond" significa "al di là, oltre", ma anche "Above; in a degree exceeding or surpassing", ovvero qualcosa che eccede, che va al di là di ogni immaginazione. Perciò il verso lo leggo come "Ma sgomenta, spaventata, dalla mia richiesta, fatta con semplicità ma che a pensarci bene va al di là di qualsiasi altra cosa, e del pari sgomenta dal fatto che la richiesta sia stata esaudita", e ho cercato di renderlo il più sinteticamente possibile traducendo "beyond" con "enormità", che mi sembra renda abbastanza fedelmente il significato che ho citato prima. Silvio Raffo (nel Meridiano) traduce il verso con: "ma atterrita al di là della mia impresa"; Errante (1959): "Ma il terrore fu più vasto dell'impresa"; Dyna Mc Arthur Rebucci: "Il mio terrore superò l'impresa"; Bruna Dell'Agnese: "... ma con / Sacro timore - ben oltre il mio fine"; Claire Malroux: "Mais dans mon effroi - [j'adorai]"; Manuel Villar Raso: "Pero aterrada por algo más allá de mi misión".
|
J1060-F989
Air has no Residence, no Neighbor, No Ear, no Door, No Apprehension of Another Oh, Happy Air!Etherial Guest at e'en an Outcast's Pillow - Essential Host, in Life's faint, wailing Inn, Later than Light thy Consciousness accost Me Till it depart, persuading Mine - |
|
L'Aria non ha Residenza, né Vicini, Né Orecchie, né Porta, Né Apprensione per l'Altro Oh, Aria Felice!Eterea Ospite anche d'un Cuscino d'Esule - Essenziale Padrona, nella gemente, vaga Locanda della Vita, Dopo la Luce la tua Consapevolezza Mi si accosta Finché parte, persuadendo la Mia - |
L'aria come simbolo del vago mistero che ci circonda e permea invisibilmente, e allo stesso tempo concretamente, la nostra vita. Nella prima strofa l'accento è sull'invisibile evanescenza (non risiede in nessun posto, non ha vicini né organi di senso, né prova sentimenti verso gli altri) che diventa inconsapevole felicità. Nella seconda l'aria, pur rimanendo eterea, diventa concreta: s'insinua nel sonno di chiunque, anche dell'esule reietto e abbandonato, diventa albergatrice nella locanda dolorosa e priva di senso della vita, finché sembra, nel sonno notturno, acquistare una sua consapevolezza, sembra accostarsi a noi come per unirla alla nostra, finché, con luce del giorno, se ne va, vinta dalla luce che ne scompone la concretezza notturna; ed è come se persuadesse anche la nostra, di consapevolezza, a seguirla nella luce che illumina ma rende vani i sogni che sembrano farci comprendere tutto. Come spesso accade, comunque, non c'è un'interpretazione univoca di questa poesia. L'aria può essere il simbolo del mistero, ma anche l'elemento vitale che ci permette di vivere e veglia instancabilmente sul nostro sonno, o il soffio divino di cui riusciamo forse ad avere una vaga consapevolezza solo durante i liberi sogni notturni, consapevolezza che svanisce con il risveglio, come sembra suggerire l'ultima strofa e in particolare gli ultimi due versi. Al verso 5 ho tradotto "e'en" ("even") con "anche", ma il termine vale anche per "sera", un significato che può essere confermato dal "pillow" che segue e che potrebbe farci leggere il verso come "Eterea Ospite a sera d'un Cuscino d'Esule -" o anche, sciogliendo la duplicità dell'originale "Eterea Ospite serale anche d'un Cuscino d'Esule -".
|
J1260-F1314
Because that you are going And never coming back And I, however absolute May overlook your Track -Because that Death is final, However first it be This instant be suspended Above Mortality. Significance that each has lived The other to detect Discovery not God himself Could now annihilate Eternity, Presumption The instant I perceive That you, who were Existence Yourself forgot to live - The "Life that is" will then have been A thing I never knew - As Paradise fictitious Until the Realm of you - The "Life that is to be," to me, A Residence too plain Unless in my Redeemer's Face I recognize your own. Of Immortality who doubts He may exchange with me Curtailed by your obscuring Face Of Everything but He - Of Heaven and Hell I also yield The Right to reprehend To whoso would commute this Face For his less priceless Friend. If "God is Love" as he admits We think that he must be Because he is a "jealous God" He tells us certainly If "All is possible with" him As he besides concedes He will refund us finally Our confiscated Gods - |
|
Poiché te ne stai andando E non tornerai mai Ed io, per quanto accurata Potrei perdere le tue Tracce -Poiché quella Morte è finale, Per quanto prima sia Resti questo istante sospeso Al di sopra della Mortalità. Segno che ciascuno ha vissuto Per trovare l'altro Scoperta che nemmeno Dio Potrebbe ora annichilare Eternità, Presumo L'istante in cui percepisco Che tu, che eri Esistenza Dimenticasti di vivere - La "Vita che è" sarà stata allora Una cosa che mai conobbi - Come un Paradiso fittizio Fino al Regno di te - La "Vita che sarà", per me, Una Residenza troppo piatta A meno che nel Volto del mio Redentore Non riconosca il tuo. D'Immortalità chi dubita Può scambiarsi con me Decurtata dal tuo Volto accecante Di ogni Cosa tranne di Lei - Di Cielo e Inferno cedo pure Il Diritto di discutere A chiunque voglia scambiare questo Volto Col suo Amico meno prezioso. Se "Dio è Amore" come egli ammette Pensiamo debba esserlo Perché che sia un "Dio geloso" Ce lo dice certamente lui Se "Tutto è possibile" con lui Come del resto concede Ci ripagherà infine Dei nostri confiscati Idoli - |
Alla ricerca di un agognato altrove che la ripaghi delle rinunce sopportate, ED sembra abdicare al dubbio, arrivando a dire "D'Immortalità chi dubita / Può scambiarsi con me" e poi "Di Cielo e Inferno cedo pure / Il Diritto di discutere". Si tratta però di una immortalità molto distante da quella eterea e incorporea di cui parla la religione; è più una ardente voglia di riscattare le privazioni di cui ci si è nutriti in vita, come indica chiaramente il finale della poesia: "Ci ripagherà infine / Dei nostri confiscati Idoli -". Perciò questa apparente abdicazione al dubbio è fortemente erosa in altri punti della poesia, in particolare nella sesta strofa, dove l'aldilà di cui parla ED non è un'esistenza "altra" ma un'altra esistenza che segue quella che abbiamo vissuto, senza gli obblighi sociali e morali a cui siamo stati costretti qui; se non fosse così, se l'aldilà dovesse concederci soltanto l'infinito godimento del volto di Dio e non di quello a cui sono rivolti i nostri desideri "La 'Vita che sarà', per me, / Una Residenza troppo piatta". I riferimenti per il "Dio è Amore" e il "Dio geloso" nella penultima strofa sono rispettivamente alla Prima lettera di Giovanni 4,8: "Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore:" e a Esodo 20,5: "Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano". I manoscritti di questa poesia sono tre: il primo (in cinque strofe di otto versi) contiene diverse varianti, quasi tutte accolte negli altri due, l'ultimo dei quali (quello che ho scelto in quanto da considerare come la versione definitiva) fu inviato a Higginson in una lettera del gennaio 1874 (L405). Al verso 3 della prima versione "absolute" è variante, poi accolta, di "accurate". Nell'originale ho scelto di lasciare il termine così come appare nella versione Higginson, ma ho tradotto con "accurata" tenendo conto di una delle definizioni del Webster per "absolute": "Complete in itself; positive; as an absolute declaration." che mi sembra non si discosti molto dal significato dell'altro termine. La modifica più sostanziosa riguarda i versi da 5 a 8, che nella prima stesura erano: "Because the Death is Treason / However true it be - / This instant be abolished / To all but Fealty -" ("Poiché la Morte è Tradimento / Per quanto reale sia - / Questo istante sia abolito / Per tutto tranne per la Fedeltà -"). Se proviamo a leggere le due versioni, tenendo anche conto della diversa punteggiatura, il significato varia, anche se non di molto: nella prima: "poiché la morte è tanto reale quanto traditrice, perché porta via coloro che amiamo, l'unica via di uscita è abolire questo istante supremo per tutto ciò che non è quell'unico sentimento, la fedeltà, che deve restare anche dopo."; nella versione definitiva: "poiché la morte è la conclusione di tutto, anche se ha il primo posto nella scala d'importanza degli accadimenti umani dobbiamo far sì che l'istante in cui agisce resti come sospeso in un limbo al di sopra della nostra condizione mortale, per far sì che diventi l'inizio dell'immortalità e non la conclusione della vita."
|
J1338-F1358
What tenements of Clover Are fitting for the Bee What edifices azure For Butterflies and me What residences nimble Arise and evanesce Without a rhythmic rumor Or an assaulting guess. |
|
Che appartamenti di Trifoglio Si preparano per l'Ape Che edifici d'azzurro Per le Farfalle e me Che residenze leste Sorgono e svaniscono Senza un ritmico preannuncio O un'ipotesi che assale. |
La primavera sembra far sorgere nuove dimore per tutti, per l'ape, le farfalle, gli uomini. Edifici sfuggenti, che appaiono e scompaiono senza che nulla li abbia annunciati e senza darci nemmeno il tempo di immaginare questo luminoso assalto, che riempie gli occhi e scompare sempre troppo presto.
|
J1483-F1520
The Robin is a Gabriel In humble circumstances - His Dress denotes him socially, Of Transport's Working Classes - He has the punctuality Of the New England Farmer - The same oblique integrity, A Vista vastly warmer - A small but sturdy Residence, A Self denying Household, The Guests of Perspicacity Are all that cross his Threshold - As covert as a Fugitive, Cajoling Consternation By Ditties to the Enemy And Sylvan Punctuation - |
|
Il Pettirosso è un Gabriele In umili condizioni - L'Abito lo denota socialmente, Fra le Classi Lavoratrici del Trasporto - Ha la puntualità Di un Contadino del New England - La stessa obliqua integrità, Vedute di gran lunga più vivaci - Una piccola ma robusta Residenza, Un rifiuto per la Vita Domestica, Gli Ospiti della Perspicacia Sono i soli a varcare la sua Soglia - Cauto come un Fuggiasco, Blandisce la Costernazione Con Canzonette per il Nemico E Punteggiatura Silvana - |
Un ritratto del pettirosso, avvicinato prima a chi lavora nei trasporti (Bacigalupo: "L'abito rosso fa pensare ai ferrovieri o postiglioni, con un gioco di parole su transport - anche in senso di trasporto poetico e musicale") e poi ai contadini del New England. A partire dal verso 8 la descrizione diventa più mirata e nei versi 11 e 12 la possibilità di varcare la soglia della comprensione (del pettirosso, ma più in generale della natura) viene riservata soltanto a chi ha l'intelligenza di saperlo fare, a chi riesce a vedere in questi semplici quadretti naturali una rappresentazione concreta del più vasto mistero di ciò che sta intorno a noi. Negli ultimi tre versi sembra ovvio vedere in quelle "canzonette" e in quella "punteggiatura silvana" un canto, musicale o poetico ("Ditty" è definito "a song; a sonnet or a little poem to be song"), che ci aiuta a superare le ansie e i dolori della vita anche con un'immersione nelle bellezze della natura. Gustosi i versi 5-8, dove le granitiche virtù del contadino del New England sono temperate, nel pettirosso, da "vedute di gran lunga più vivaci".
|
J1630-F1651
As from the Earth the light Balloon Asks nothing but release - Ascension that for which it was, It's soaring, Residence. The spirit looks upon the Dust That fastened it so long With indignation, As a Bird Defrauded of it's Song. |
|
Come dalla Terra il leggero Pallone Non chiede che di essere sciolto - L'ascensione per cui era fatto, Sua innalzante, Residenza. Lo spirito guarda alla Polvere Che lo trattenne così a lungo Con indignazione, Come un Uccello Defraudato del suo Canto. |
La morte ci libera dai legami con cui il corpo teneva avvinto lo spirito, e quando siamo in grado di guardare dall'alto a quella polvere, non possiamo trattenere l'indignazione per la prigione che ci ha tenuto così a lungo lontani dalle eteree residenze dell'immortalità.
|
Le poesie di Emily Dickinson non hanno un titolo, a parte rarissime eccezioni. I numeri che le precedono si riferiscono alla numerazione attribuita nelle due edizioni critiche, curate rispettivamente da Thomas H. Johnson nel 1955 ("J") e da R. W. Franklin nel 1998 ("F").
ierolli@hotmail.com
www.emilydickinson.it
|
|