FILI D'AQUILONE
rivista d'immagini, idee e Poesia

Numero 39
luglio/settembre 2015

Svaghi & Feste

 

IL DIVERTIMENTO PIÙ GRANDE

di Annarita Verzola



Sin da quando era solo una bambina, per la principessa Eloisa non c'era gioia più grande del vedere le dame di compagnia della madre prendere pergamene, inchiostro e penne d'oca e scoprire così che di lì a non molto si sarebbe verificato l'evento che più di ogni altro le piaceva a corte: una festa.

La felicità dell'attesa era pari a quella della festa vera e propria, anzi, addirittura maggiore. La regina era famosa in tutto il paese e nei regni vicini per il fasto e l'originalità delle feste che sapeva organizzare: balli in costume e cacce al tesoro erano le sue specialità e vi profondeva denaro ed energie a non finire.



Il re chiudeva bonariamente un occhio su queste manie della regina perché sapeva che le servivano come consolazione al pensiero che non avrebbero più avuto figli e quindi non sarebbe mai nato il tanto atteso erede al trono.

Aveva cercato di spiegare tante volte alla moglie che oramai non aveva più importanza che l'erede al trono fosse un maschio; le principesse diventavano sempre più spesso regine e governavano con saggezza e lungimiranza quanto e spesso più dei loro colleghi maschi, ma la regina veniva da un'antica famiglia nobile molto tradizionalista in cui il vanto di ogni fanciulla era stato dare un erede maschio al proprio consorte, sovrano o nobile che fosse, e perciò la regina Matilda si sentiva sminuita agli occhi delle sorelle e delle cugine, felici madri di una ricca prole prevalentemente maschile.

Eloisa era quindi cresciuta affascinata dalla bellezza degli originalissimi costumi da ballo e dall'astuzia degli indizi sempre più complessi che sua madre ideava per le cacce al tesoro nel palazzo e nel giardino reali.

Aveva oramai raggiunto un'età in cui le era stato concesso di partecipare ai divertimenti di corte, ma sempre con il limite della mezzanotte, se si trattava di feste da ballo, e del sonnellino pomeridiano, se si trattava di cacce al tesoro.



Ogni volta Eloisa, alla vigilia dell'evento, pregava incessantemente la madre che le permettesse di comportarsi come tutti gli altri partecipanti, ma invariabilmente la regina rispondeva: "Vedremo, appena sarai più grande", senza mai precisare quando il tanto agognato traguardo sarebbe stato raggiunto.

L'unica consolazione di Eloisa era che tutte le ragazzine della sua età, figlie dei nobili e delle dame di corti, subissero le sue medesime restrizioni, anche se più volte Arianna, la sua amica del cuore, figlia della prima dama di compagnia della regina, aveva affermato che, in quanto principessa, lei non avrebbe dovuto sottostare a quella rigida regola.

Il germe della ribellione si era così pian piano insinuato nella mente e nel cuore di Eloisa, che cominciò a lambiccarsi sul modo migliore per aggirare il divieto materno.

Un pomeriggio in cui stava vagabondando per il giardino, ben felice di essersi sottratta all'odioso obbligo del sonnellino pomeridiano perché anche la sua dama era stata convocata dalla regina in vista dell'imminente festa da ballo, Eloisa sentì un suono di risatine soffocate e si guardò intorno, senza riuscire a vedere nessuno. Improvvisamente qualcuno la afferrò per una mano e la costrinse a correre a rotta di collo verso una macchia di cespugli in cui dovette infilarsi.

Mentre riprendeva fiato, guardò la bambina nascosta nel fogliame con lei. Non l'aveva mai vista prima, indossava un semplice vestito di cotone bianco e azzurro, assai diverso dal proprio elaborato abbigliamento.

"Scusami se ti ho colta di sorpresa e ti ho fatta correre fin qui, ma te ne stavi in piedi in mezzo al sentiero, proprio vicino al punto in cui mi ero nascosta, e se Laura ti avesse vista, avrebbe scoperto anche me." spiegò la bambina, ansimando per la corsa.

"Che cosa hai fatto per essere costretta a nasconderti?" chiese sottovoce Eloisa.

La bambina la guardò sgranando gli occhi e dovette premersi le mani sulla bocca per non ridere e farsi così scoprire. "Non ho fatto niente di male, le mie amiche e io stiamo solo giocando a nascondino."



Eloisa non poté chiedere che cosa fosse quel gioco perché nel frattempo una delle ragazzine era riuscita a fare tana e aveva così liberato tutte.

Per Eloisa fu un pomeriggio di infinite sorprese: scoprì che tutte quelle ragazzine erano le figlie o le nipoti delle donne che lavoravano a palazzo, occupandosi delle faccende o della cucina, ma la cosa più straordinaria era che conoscevano tanti giochi, uno più bello dell'altro, da fare all'aperto o in casa, e Eloisa fu accolta nel gruppo senza troppe cerimonie, anche quando tutte compresero che si trattava della figlia della regina: se era contenta di giocare a nascondino o a moscacieca, ai quattro cantoni o al gioco dell'oca insieme con loro, perché dovevano negarglielo? E poi la principessa Eloisa non era altezzosa neanche un po' e ben presto divenne grande amica di tutte.

Cominciò così un periodo di grandi scoperte per Eloisa, che non aveva mai neppure sentito parlare di tutti quei giochi e che imparò fossero addirittura assai antichi e tramandati di generazione in generazione.

Ogni volta in cui aveva un momento libero correva a mettersi d'accordo con le sue nuove amiche e spesso dava loro una mano, se avevano dei lavoretti da sbrigare, perché finissero prima e si potesse cominciare a giocare.

Alla regina Matilde non occorse molto tempo per accorgersi che piano piano Eloisa si stava disinteressando dei balli e delle cacce al tesoro che tanto amava, e pensò fosse un peccato perché aveva deciso di concederle di partecipare senza più limiti di orario, come l'aveva tante volte pregata di fare.

Ogni tanto Eloisa partecipava a un ballo o a una caccia al tesoro, ma era lei stessa a decidere di andarsene sul più bello perché aveva intrapreso una grande impresa con l'aiuto delle sue nuove amiche.

Con quell'aiuto, e basandosi sui ricordi delle loro mamme e delle loro nonne, Eloisa aveva incominciato a scrivere un libro in cui erano spiegati tutti i giochi che si potevano fare in compagnia o da soli; giochi spesso antichissimi che un brutto giorno sarebbero potuti essere magari dimenticati.

Eloisa diventò grande e alla morte del re diventò regina, ma non trascurò mai la raccolta di giochi che diventava sempre più ricca di anno in anno, tanto che era composta di vari volumi.

In pochi anni l'Enciclopedia degli svaghi e dei divertimenti, come fu intitolata, divenne una serie di libri importantissimi nella storia del regno e continuarono a giungere informazioni anche dai paesi vicini.

Sapete una cosa? Mi hanno detto che nella biblioteca del regno questi volumi esistono ancora e dopo Eloisa i suoi figli e i suoi nipoti hanno continuato ad arricchirli, permettendo di consultarti a chiunque voglia imparare a divertirsi e a giocare.




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