L’armata dei migratori sugli stagni è presenza sacra, indecifrabile che danza sulla superficie dell’acqua. Essi sono creature di domande inevase. Come noi, sempre alla ricerca d’altri spazi. Inutile tentare d’inseguirli. (Viviane Ciampi)
Lingue di piume sul reale il sole s’arrotola al suo stesso cerchio.
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Vi sono viaggi incandescenti dove la luce accentua le linee le sfere.
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Geometriche figure liquido che distingui
percepisci il mare laggiù come un traguardo.
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L'urtarsi dei becchi nell'ombra del mondo lentamente un'ala spiegata l'ansia del volo scompare.
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La grazia è un miraggio pensiero di schiuma la mano che accarezza la nuca il sesso il ventre tenero.
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Il segreto del tempo nel cilindro del verme.
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L'elica dei segni risplende talvolta si perde in un sibilo lieve.
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Una linea accoglie l'armonia come non chiamare questa notte sospensione.
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Vento grido sale cose orizzontali e verticali
che tutto questo persista.
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Vi sono coloro che vanno al centro della luce ne rubano l'oro c'è chi attraversa una ruota di scorta.
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Disincagliarsi della gravità alleggerirsi non è mai abbastanza.
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Battono battiamo le ali gettano gettiamo l'opprimente nello stagno diventiamo del cielo i vagabondi senza vera traiettoria bisogna fidarsi del volo nel viola.
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lino.cannizzaro@gmail.com viviane.c@alice.it
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