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Lussuosa sinfonia d’indenni stili silenti, disinvolta fluida trama fisionomico tratto zitta frase incolume loquela che si esprime in disciolto spartito in non sonora pur subitanea musica in un gaio effimero, fuggevole sincero elegante riverbero di muto e provvisorio sfarzo (nullo dire immagine, memoria?) ed ecco, illesa una tacita voce repentina senza inganno mi accoglie come un’eco un ritmo, un pentagramma d’affettuosa e leggiadra carezza raffinato splendido tocco, vivido bagliore.
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Sfarzose scaglie, umidi colori verdi lamelle tacite increspate lisce, tonde, aghiformi alacri e pigre a peduncoli appese (nulla eco già eufonia), tra leggiadri tenui, lievi di nervature intrecci ecco, mi sfiora la muta clorofilla ampio respiro zitto d’insonne bosco e tra profumi linfe, cortecce, bacche scorze, squame timido, molle il muschio forse dice di cedevole garbo (mai udita fluida, arborea cadenza? Forse buio inerte pentagramma?) sfoggio vivo fitta macchia, riflessi musicali selvatiche carezze, melodiose.
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Tra arpeggi rilucenti lussi, stili riverberi, riflessi scaglie d’eco sonorità mai fosche un repentino itinerario ritmico pur scrive poesie di policromi baleni acustici rimandi in nulla bui integri pentagrammi non concisa né prolissa cadenza intatta gioia subitaneo brillio (pur calma e inquieta meraviglia?), scintille terse voci nitide partiture linda, chiara coreografica musica leggiadro sfoggio, fisionomia sì melodiosa gemmea lucerna, limpida canzone indenne sogno armonico che chiama.
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Di tacita cadenza repentina la sinfonia pur zitta mostra voce d’intimo, subitaneo impulso lieve nascosto (silenzioso istante, attuale non oblio né memoria) di baleno percepibile tocco inaspettata impronta, fluida scaglia sfarzo buio insolente riflesso, ed ecco, ancora metrico il sogno vivido si muta in linguistico ritmo ormai lussuoso vocabolo, pronuncia sciolta frase acustico percorso foggia d’echi prosodica armonia per nulla pigri idiomatici simboli sì chiaro lessico, pentagramma di loquela.
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Euritmico organismo fluido zelo sollecito linguaggio che mi dice di millenario enigma odierno e antico sinfonico rimando di sincera idiomatica orchestra (impaginato non impresso silenzio?) indenne suono momentanea, durevole già frase arpeggio, manifesta non ambigua fisionomia prosodica che include grammatiche, riverberi armoniosi in concerto lessemi tocchi chiari di musica fattezze (a lusso affine melodia di sintassi?) sciolta voce intensi lineamenti sfarzo vivo brillio, fascino, fulgida parola.
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Tra gli sfarzi di ritmiche cascate (acquee musiche insonni) e tra gli echi di cedevoli muschi e gli aspri effluvi mi colpisce la grazia di leggiadra svolazzante farfalla (zitta rana enfia vescica turgida) sorpreso osservo il fluido arpeggio tocchi lievi di ultimi riflessi repentini vividi sul fogliame (che non svela l’impalpabile insidia dell’intrico costruito dal ragno) poi già il lume l’arrossato riverbero pur muto sinfonico gran lusso melodioso d’effimero tramonto e poi bagliore discontinuo di lucciola, che tace.
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Non udibile arpeggio sfarzo inquieto armonico riflesso (musicali sopra tranquille acque insonni, schivi taciti lineamenti?) scaglie chiare argentee già si mostrano le lievi minime ma infinite melodiose impronte del silenzio sparse luci liquide meraviglie fluide frasi mutevoli gioielli zitte rughe cosmici pentagrammi di lussuoso concerto non acustico marino notturno (lustra scia di nessun dire scintillante pronuncia?) sì leggiadro coreografico garbo che rivela il tocco, la carezza della Luna.
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Tersi, chiari riflessi tocchi lievi fulgidi, subitanee fluide luci sì minuscole grinze repentine zitti, lacustri arpeggi gemme illese ostentazioni minime leggiadri accenti, impronte ritmiche pur suoni brillii taciti, assidua ecco, mi chiama la tacita cadenza già lo stile vivido, solitario mai udito l’eufonico silenzio che pur sfiora le giogaie e le vette melodioso d’aromatico vento sfarzo schivo insondabile garbo musicale tra rocce meraviglia azzurra eco non acustica, alpestre canto muto.
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Vivido desiderio musicale immagine, cadenza fasto lieve effimero riverbero sonoro tacita prosodia di zitto, schivo insonne contrappunto, fluida trama d’enigmatici segni, parla, dice sollecito il ricordo repentino illeso, alacre, desta tenue frase insondabile scaglia sparsa eco ambigua, incerta (ritmica frontiera tra memoria e memoria?) trattenuti lineamenti per attimo (mai gioia mite serva d’oblio? Perpetui stili fuggevoli riflessi?) fosca e chiara mnemonica canzone pur lussuosa.
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Lusso d’assidui ritmi ricco intrico melodici zampilli tocchi, toni vivide, indenni musiche di lievi gocce subito sciolte contro pietra rosea, lucente, limpido vivace di fontana concerto fluido stile eufonica cadenza giammai muto liquido, aereo sfarzo, poi improvviso nell’intreccio di fiotti ecco, mi attira l’umido, intatto d’iride leggiadro policromo riflesso che rivela acquea grazia, spettacolo splendore d’alti gettiti intensi sfoggio antico scenografico effetto sempre attuale di spruzzi gioco fulgido, sontuoso.
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